Pace, terra e dignità
15 Febbraio 2024
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Pace, terra e dignità

Occorre dare voce a un sogno, un sogno comune, mio e, credo, anche vostro, il sogno che finalmente appaia un Arcobaleno. L’Arcobaleno è un simbolo potente, perché unisce la terra con il cielo. Sul cielo noi non abbiano giurisdizione, ma sulla Terra sì; e sulla Terra che cosa vorremmo che questo Arcobaleno segnasse e portasse con sé? Vorremmo tre cose, indispensabili ai viventi sulla terra.
Prima di tutto la Pace; essa non ha nulla al di sopra di sé, la pace è sovrana, la pace non ha scambi da fare con alcuna altra cosa al mondo, è la condizione di tutto, quella per la quale viviamo, speriamo ed amiamo.
La seconda cosa è proprio la Terra, questa Terra che ci stanno togliendo da sotto i piedi, questa Terra infuocata, questa Terra dove si rompono le acque, questa Terra dove si accendono i fuochi, dove bruciano le foreste, dove finisce l’ossigeno, questa Terra che è la nostra madre, la dobbiamo recuperare, difendere, salvare.
E la terza cosa è la Dignità, la Dignità delle persone che l’hanno perduta, a cui non viene riconosciuta. Pensiamo solamente ai migranti, non solo sono abbandonati al mare, ma prima ancora di essere lasciati al naufragio e alla morte sono negati nella loro Dignità, vengono scambiati per denaro, si va a Tunisi o a Istanbul o in altre capitali a dire: “quanti soldi volete per non fare arrivare i migranti da noi?”.
Queste tre cose, la Pace, la Terra e la Dignità sono le cose che noi vorremmo come Arcobaleno che risplenda sulla Terra e la rivesta. L’ Arcobaleno è anche un segno polivalente, perché può sorgere in qualunque punto del cielo. Noi vorremmo che sorgesse qui in Italia, in Occidente, dove giacciono i nostri valori, ma può sorgere anche altrove. Richiamiamo alla memoria il 1987 – sembrano già anni lontani,- c’era Gorbaciov, la Russia si chiamava in un altro modo, come anche la guerra era detta “fredda” ma gli arsenali nucleari erano pronti, c’era il pericolo dell’ecatombe nucleare, ma da lì venne la proposta di “un mondo senza armi nucleari e nonviolento”. La rivista Bozze, fece un titolo così: “Se la Pace viene dall’Est”. In Europa, purtroppo la guerra è tornata e dall’oriente, non ha il nome “guerra” ma si ripropone ugualmente violenta e incapace di giungere a termine.
Occorre ripetere un appello alla Pace; non solo ai pacifisti. Siamo debitori di gratitudine verso i pacifisti che hanno tenuto alta la fiamma della Pace in questi anni di guerre che hanno assunto nomi fantasiosi ma peggiorato la violenza oltre ogni pudore. L’appello va ai Pacifici, che sono una moltitudine. Ai figli di Dio che prendono la Terra per madre, ai resistenti perché nessun volto sia oltraggiato e la Dignità sia riconosciuta a tutte le creature; agli eredi di milioni di uomini e donne che hanno lottato per il lavoro, per l’emancipazione e per la libertà dal dominio pubblico e privato; a quanti si ribellano al sacrificio – c’è questa ideologia del sacrificio – ci rivolgiamo a quanti si ribellano al sacrificio degli uni per il tornaconto degli altri. Ai giovani che abbiamo perduto, a cui non abbiamo saputo garantire il futuro.
Un appello che vuol dare una rappresentanza a tre soggetti ideali che ancora non l’hanno o l’hanno perduta, a tre beni comuni che tutti dovrebbero curare e difendere in questi tempi di ferro, tre beni comuni che sono il “minimo sindacale” o il “minimo politico” da rivendicare per tutti. Anzitutto la Pace, da cui tutto dipende, nella quale viviamo, speriamo e amiamo, una Pace da istituire come ordinamento originario e sovrano come lo è stata finora la guerra; ci sono i ministeri della guerra o della difesa, ma non ci sono ministeri della Pace nei governi del mondo. In secondo luogo la Terra, da salvare come madre comune di tutti; e infine la Dignità da rispettare di ogni creatura.
Sappiamo che la Pace del mondo è politica, imperfetta e sempre a rischio. Essa è assenza di violenza delle armi e di pratiche di guerra, vuol dire non rapporti antagonistici né sfide militari o sanzioni genocide tra gli Stati, implica prossimità e soccorso nelle situazioni di pericolo e di massimo rischio a tutti i popoli.E sappiamo che l’antagonista alla Pace non è semplicemente la guerra, ma è il sistema di guerra che ormai è diventato il vero sovrano e “padre di tutti”, tanto che comanda ogni cosa, pervade l’economia e domina la politica anche quando la guerra non c’è o non è dichiarata.
Un appello per dare vita a una grande Assemblea permanente il cui obiettivo sia una politica che prenda in mano il mondo non per farne un impero delle armi e del denaro ma per preservarlo e fare sì che la natura sia salva e che la storia continui. Perciò senza ignorare i partiti, prendiamo partito. Il nostro è un “partito preso” per la pace, la terra e la dignità, e a queste vogliamo dare una rappresentanza, una presenza, in tutte le sedi.☺

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