Per il bene di termoli
11 Maggio 2024
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Per il bene di termoli

Nel 2017 con un gruppo di matti sognatori, mettemmo in campo un progetto denominato “Interferenze”, che aveva l’ obiettivo di accendere i riflettori sulle fragilità sociali attraverso l’utilizzo del linguaggio cinematografico ed incontri di sensibilizzazione nelle scuole. Eravamo tutte persone provenienti dalla società civile, che vivevano esperienze di vita e di lavoro diverse, accomunate solo dal fatto di essere in qualche modo ai margini della società: l’Associazione ‘Faced’ (famiglie contro l’emarginazione e la droga), il Centro di Salute Mentale con il Centro diurno ‘Che- sensoha’, lo SPRAR e la Consulta per le disabilità del Comune di Termoli e il circolo ‘Tempi Moderni’.
Scegliemmo di chiamare il progetto con il nome di “Interferenze” perché nel linguaggio scientifico la parola sta ad indicare una sovrapposizione di due o più fenomeni che danno vita ad un fenomeno di genere nuovo. Così eravamo noi, parti della società disgregate, che speravano di creare una nuova coscienza sociale. In secondo luogo, nel linguaggio quotidiano, invece, la parola interferenza offriva “l’idea di un’interruzione nel circuito ordinario della comunicazione, un evento imprevisto, un inatteso con il quale bisogna fare i conti. In tempi di individualismo sfrenato, infatti, dove la competizione è la cifra che regola le relazioni sociali, dove si diffondono muri, discriminazioni, ignoranze di ogni genere, ritornare a parlare e praticare solidarietà sociale era ed è certamente un’interferenza”. Era anche in questo senso che volevamo creare impatto sociale nella Termoli indifferente.
Avevamo degli obiettivi ambiziosi, molti dei quali li abbiamo raggiunti, mettendoci ognuno di noi quello che aveva dentro. Per tre anni portammo avanti il progetto, proiettando film che non erano mai stati portati nelle sale dei cinema a Termoli (Frank, Lars ed una ragazza tutta sua, La mia vita da zucchina, La famiglia Belier, solo per citare qualche titolo), con un buon successo di pubblico e una bella partecipazione delle scuole medie e superiori. Non fu semplice per niente, ma il Comune di Termoli ci supportò a realizzarlo durante le tre annualità, anche se il contributo venne dimezzato con il passare degli anni.
Poi venne il Covid e non riuscimmo più a portare avanti il progetto per via dell’impossibilità di in- contrarci ed accedere al cinema ed alle scuole, che erano la nostra risorsa primaria. Nel frattempo tante cose erano cambiate ed avevamo tutti una difficoltà a dialogare con l’ amministrazione, perché nel frattempo all’ interno dei servizi di cui facevamo parte -nostro malgrado – erano mu- tate tante dinamiche. Siamo tornati ad essere disgregati.
Qualche giorno fa una di noi, nel gruppo ‘whatsapp’ che avevamo, ha condiviso il filmato di apertura della prima edizione del Festival nel 2017: è stato un colpo al cuore rivedere l’ entusiasmo che avevamo. Lo confronto con i tempi di oggi, con questa primavera che avrebbe dovuto portare fermento, confronto e dialogo all’interno della sinistra termolese ed invece è stata foriera dello spettacolo di frammentazione più indecente che questa città abbia mai vissuto (e chissà quanto altro dovremo vedere fino alla deadline della scadenza del termine di presentazione delle liste): partiti che non sono più partiti, ma vuoti apparati privi di democrazia che giocano a perdere, civici dell’ultima ora, intransigenti a prescindere, prestigiatori della politica e chi più ne ha più ne metta.
In qualche modo di questo siamo colpevoli anche noi sognatori, per esserci arresi al quotidiano che diciamo di voler combattere, ma forse non abbiamo neppure le armi adatte; noi combattiamo solo con chi non ha secondi fini e questo a quanto pare è un limite. “Per il bene di Termoli”, quante volte ho sentito queste parole in queste settimane …talmente tante da smarrirne il vero significato.
L’ho ritrovato in quel filmato, in quella speranza ed in quel fermento e penso di avere avuto la rara fortuna di aver partecipato a qualcosa che andava in direzione contraria rispetto a quello che vedo oggi. Speriamo davvero di riuscire a ritrovare la direzione di quel vento, facendolo soffiare ancora più ostinatamente.
Queste poche righe sono dedicate a Luca, che è stato uno di noi e che, quando è mancato, ha lasciato un vuoto immenso. ☺

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