
Per un’agenda partecipata
Le dichiarazioni programmatiche del nuovo sindaco di Termoli durante il Consiglio di insediamento (basta cementificazioni, città verde, sostenibilità a 360 gradi) hanno lasciato basiti i consiglieri di minoranza, e soprattutto me, che avevo contrastato in tutti i modi possibili lo scempio della città perpetrato dalla precedente amministrazione, di cui il nuovo sindaco è stato parte rilevante.
Usiamole allora per riparlare di governo del territorio e di pianificazione condivisa, parole che in Molise suonano quasi aliene, ma in altre fortunate zone d’Italia appartengono da tempo alle buone prassi consolidate.
Oltre ai giganteschi problemi posti in questo periodo dall’assalto indiscriminato dell’agrivoltaico e dell’eolico sul Basso Molise, in un contesto di assenza di programmazione energetica e di mappatura del territorio, non va trascurata la dimensione più strettamente comunale delle trasformazioni urbanistiche: per salvare il suolo occorre che la domanda di spazi aggregativi e di verde pubblico, insieme al tema sempre presente del diritto all’abitare, comporti il coinvolgimento dei cittadini nella pianificazione della città, superando l’approccio indecente che finora ha portato ad approvare qualunque progetto presentato dai costruttori, senza un minimo di esame del contesto e delle reali necessità della popolazione. Ignorando totalmente, ciò che è peggio, il diritto alla bellezza che, come intuì lucidamente Peppino Impastato, serve anche a fornire un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà.
Non dappertutto, per fortuna, è così. Mi ha colpita particolarmente un’esperienza vissuta a Colorno, comune di circa 9.000 abitanti nella Bassa Parmense. Già nel 2006 l’Amministrazione Comunale avviò un percorso di confronto con la cittadinanza per definire la pianificazione del territorio nei successivi 10 anni, attraverso l’apertura di una Conferenza di Programma partecipata. Ciò che per noi è ancora fantascienza lì era realtà 18 anni fa. Attraverso incontri tematici con i cittadini ed i soggetti portatori di interesse su territorio, economia, servizi e comunità furono individuate le Linee Guida, cioè quelle direttrici a partire dalle quali organizzare le politiche di sviluppo del territorio: “Persone, Comunità, Ambiente, Sviluppo Urbanistico, Economia, Cultura, Servizi”. Seguirono poi, in un arco di soli cinque mesi, incontri pubblici, interviste ed una camminata esplorativa nei luoghi storici del paese, con l’obiettivo di coinvolgere il maggior numero di cittadini nella predisposizione di un documento, l’Agenda dei Temi e del Luoghi, che in soli quattro mesi ha sintetizzato le istanze pervenute dalla cittadinanza e le ha suddivise rispetto ad alcune tematiche (sistema della mobilità, sistema ambientale, sistema economico, residenza e riqualificazione urbana). individuando le questioni prioritarie e rendendole comprensibili tramite supporti cartografici comunicativi e di facile interpretazione.
Il percorso di partecipazione e ascolto è iniziato con una conferenza stampa per presentare l’iniziativa. Per il primo incontro pubblico di presentazione e per l’incontro conclusivo di discussione sui risultati è stata mandata una lettera ad ogni nucleo familiare residente. Inoltre tutte le iniziative sono state pubblicizzate sul giornale locale. Trasparenza totale e possibilità di partecipare, sempre. Questo sistematico processo di coinvolgimento ha consentito ai cittadini di essere protagonisti delle scelte di gestione del territorio, dando spazio a proposte dal basso per centri sociali, residenze a basso costo, recupero a verde di aree industriali, limitazione del suolo consumato e adozione di criteri innovativi nell’edilizia, a partire dall’orientamento est-ovest degli edifici, collocazione delle aree verdi a sud rispetto ai fabbricati, ombreggiamento minimo delle facciate.
È dunque possibile amministrare insieme ai cittadini, contrastare la speculazione, non svendere il suolo, bloccare i cambi di destinazione d’uso che trasformano le aree verdi in zone edificabili, attenuare i danni del cambiamento climatico. Tutti insieme, costruendo comunità invece di orridi palazzi.
Quando esigeremo tutto questo anche a Termoli e in Molise? Mi auguro solo che sia presto, perché il territorio non è mai stato tanto sotto attacco.☺
“Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità… ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore” (Peppino Impastato).