Piccola lotta, vittoria a metà
11 Novembre 2023
laFonteTV (3191 articles)
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Piccola lotta, vittoria a metà

Cosa devo, cosa posso scrivere in mezzo ad un mondo dove si sta svolgendo una guerra mondiale a pezzi? Credo che vi posso solo raccontare la storia di una piccola lotta che è durata un po’ più di un anno e che ha ottenuto una vittoria a metà.
Nel mese di maggio, un piccolo gruppo di persone composto da donne italiane, spagnole ed una tedesca, ha deciso di far realizzare ad un artista scultore una targa commemorativa di Tina Modotti e cercare un posto in cui fissare la targa, sulla facciata di una casa di Madrid. Perché è stato a Madrid, ed in altri posti della Spagna, che questa donna, italiana, ha portato avanti la sua lotta contro il fascismo, sapendo che in quella guerra, erroneamente chiamata “guerra civile”, si poteva decidere la sorte dell’Europa e del mondo. Forse Tina aveva capito che quella guerra in cui le forze dei seguaci di Franco, che avevano scatenato una lotta contro un governo democraticamente eletto, erano appoggiati dai fascisti italiani e dai nazisti tedeschi, poteva essere il primo capitolo di una guerra mondiale.
Le donne riunite a Bonefro nel maggio 2022 hanno creato il bozzetto della targa, un uomo residente nella Guinea Bissau, in Africa, ha elaborato il disegno definitivo, ed un artista termolese, Michele Carafa, ha fatto nascere la targa di bronzo. Il suo lavoro, la fonderia ed il trasporto di quell’opera d’arte sono stati finanziati grazie ad una raccolta fondi. Già nell’estate 2022 le nostre amiche di Madrid avevano trovato una casa sulla cui facciata la targa sarebbe stata fissata, ben visibile per gli abitanti di quel quartiere di Madrid dove Tina si era mossa ogni giorno nel 1936, fra la sede del Soccorso Rosso Internazionale, dove lavorava come responsabile effettiva dei lavori, e la sede del Quinto Reggimento, dove lavorava il suo compagno di vita, Vittorio Vidali, il Comandante Carlos.
Sfortunatamente, fra l’estate 2022 e la primavera del 2023, quando la targa è arrivata a Madrid, il proprietario della casa che ci era stata offerta, aveva dovuto vendere la proprietà, e così è iniziata la lunga ricerca di un posto definitivo per Tina. Non so quante lettere ha scritto Remedios, la nostra amica di Madrid, chiedendo un posto per la targa, so soltanto che tutti gli sforzi sono stati vani. Madrid ha un’amministrazione di destra destra, e non c’era niente da fare. Nel frattempo, una persona aveva iniziato, su facebook, una campagna diffamatoria, insinuando che forse la campagna di raccolta fondi era servita per interessi personali e che tutta la storia della targa poteva essere una frode…
Solo due giorni fa abbiamo avuto una vittoria, anche se né definitiva, né completa. Tina troverà posto nell’ambasciata di Cuba a Madrid, presso la rappresentanza diplomatica della patria di Julio Antonio Mella, il grande amore di Tina Modotti. Entrando nel palazzo, c’è l’entrata alla sala del teatro che porterà il nome di Tina, e la targa sarà collocata all’entrata di quella sala, visibile per tutti quelli che vi entrano per assistere ai vari eventi che vi si svolgeranno. Sotto la targa ci sarà un testo che spiega che noi, iniziatrici dell’operazione ‘Targa’, continueremo la nostra lotta per trovare un posto all’esterno, alla vista di tutti, in una capitale spagnola che saprà ringraziare Tina per il suo lavoro instancabile di aiuto a donne e bambini, vittime della guerra. Il testo spiegherà che noi non perdiamo la speranza che ci sarà un giorno, un tempo, quando finirà l’esilio di Tina in un piccolo pezzo del territorio della Cuba di Julio Antonio Mella e quando sarà la Spagna che saprà onorare una donna che ha dato tutto di sé per un popolo aggredito dai fascisti.
Questa è la storia di una piccola lotta e di una vittoria a metà. Ma devo ancora parlare, come tante volte negli anni passati, della data del 9 novembre. Molte volte vi ho raccontato che questa data ha un’importanza speciale nella storia della Germania. Questa volta vi voglio ricordare che il 9 novembre del 2023 saranno 40 anni dalla morte del “Coman- dante Carlos”, Vittorio Vidali. Lui è stato una persona sulla quale, dai tempi della guerra fredda, si sono raccontate molte cose non vere, una persona accusata da certa stampa di molteplici crimini, anche se molti di quelli si sono da tempo chiariti e si sono fatti i nomi dei veri colpevoli. Un proverbio tedesco dice che “le bugie hanno le gambe corte”, ma in questo caso non è cosi. Per esempio, parecchi libri pubblicati in diversi paesi dal 1945 in poi raccontano di un incontro fra Tina Modotti e Jesus Hernandez, ex-ministro del governo della Repubblica Spagnola. L’incontro ci sarebbe stato in Messico, dopo il 1939, e Tina avrebbe detto a Hernandez: “Non mi posso separare da Vittorio Vidali, perché sono a conoscenza di troppi dei suoi crimini, e per questo, la mia vita sarebbe in pericolo”. Bene: Jesus Hernandez arrivò in Messico nel 1943, più di un anno dopo la morte di Tina nella notte fra il 5 ed il 6 gennaio 1942. Ma, non importa, possiamo ripetere questa bugia quante volte vogliamo, perche una bugia, ripetuta molte, molte volte, diventa verità…
In questi giorni è stato pubblicato un nuovo libro su Vittorio Vidali, e l’autrice Diana Napoli ci fa conoscere non solo la vita di Vidali, ma anche le sue riflessioni rispetto a molti eventi accaduti fra la fine della Seconda guerra mondiale e la sua morte il 9 novembre 1983. Vale la pena leggerlo.☺

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