politici grotteschi
17 Aprile 2010 Share

politici grotteschi

 

Casacalenda, 5 novembre 2007. Ci sono voluti cinque anni perché a Casacalenda, proprio lì, dove sono partite tante battaglie di civiltà, venisse riscoperto il gusto per la verità. Il Sindaco di Casacalenda ha in sostanza affermato che i ritardi per la ricostruzione ci sono stati, anche se per il suo paese qualcosa, più che in altri comuni, sia da lui che dalla precedente amministrazione e che tuttavia per mancanza di fondi si rischia di non poter andare avanti. Posizione sostanzialmente corretta se non fosse  che il primo cittadino ricopre anche la carica di sub-commissario, al quale riserva una tiepida difesa. Purtroppo quando si è in conflitto d’interessi è difficile difendere accusato e accusatore.

Un paio di anni dopo l’evento sismico, insieme ad un prete e a qualche sindaco occupammo simbolicamente l’aula del Consiglio Regionale, per protestare contro l’allegra gestione delle poche risorse destinate alle zone del terremoto e soprattutto contro le menzogne del presidente Iorio, il quale rassicurava tutti sostenendo che  il Governo Berlusconi aveva stanziato fondi a sufficienza per la soluzione di ogni problema legato al sisma, “ricostruirò San Giuliano in 24 mesi…” aveva detto Lui. Ogni ritardo era addebitabile alla scarsa preparazione che i Sindaci mostravano a gestire somme e problemi così importanti. Nell’occasione, la stampa Molisana, che oggi gracchia senza fare troppo rumore, non si prese neanche la briga di verificare le assurde dichiarazioni del Commissario delegato; sarebbe bastato dare uno sguardo ai documenti contabili dello Stato per capire che non era vero; chiuse gli occhi e anche la faccenda, presentando quei civili occupandi come dei perdigiorno capaci solo di azioni goliardiche.

Abbiamo continuato a denunciare tutto quello che avveniva in barba alle leggi, purtroppo. Se la stampa si coprì gli occhi, la politica si tappò anche bocca e orecchie: in buona sostanza si unì al banchetto. Unica voce dissonante nel coro fu quella del sindacato, che oggi presenta il conto a Iorio. Una lista salata, fatta di ritardi nella ricostruzione, di sperpero di danaro pubblico, di commissioni ispettive per verificare l’uso disinvolto dei fondi, considerato il dato inconfutabile che l’azione solitaria di Iorio, – fortemente discrezionale -, dice il Presidente D’Ascanio, e – indisturbata -, diciamo noi,  non ha prodotto né ricostruzione né sviluppo e, cosa ancora più incredibile ma vera, a pochi mesi dalla fine dell’anno, i Molisani non sanno ancora quanto e quando restituire il”Maltolto” percepito sotto forma di tributi e contributi.

Qualcuno, informato dei fatti, ha detto che il Governo ha allo studio, è doveroso precisare che questi signori studiano già dall’anno passato, un provvedimento teso a prorogare al 2009 la restituzione delle provvidenze: a noi sembra francamente poco.

Tenere sulla graticola i cittadini molisani con il sistema delle proroghe ci fa comprendere quanto irresponsabile sia la casta dei politici; pensare ancora che un migliaio di parlamentari in un anno intero sia riuscito a produrre per il Molise un miserissimo rinvio, la dice lunga sui costi della politica.

Il sindacato molisano, nero su bianco, ha elaborato studi sull’effetto che produrrà la restituzione di tributi e contributi così come prevista a tutt’oggi, indicando anche soluzioni alternative: nessuno potrà dire che non sapeva. I lavoratori e gli imprenditori insieme hanno lanciato l’allarme per ciò che può accadere  in gran parte della nostra regione quando i consumi scenderanno e l’intero apparato produttivo sarà pervaso da una profonda depressione: nessuno potrà dire che non sapeva. Nessuno potrà venirci a dire come ha fatto l’On.le Astore, sbandierando i pesanti conti fornitigli dai suoi consulenti, che un miliardo di euro di contributi non versati nelle casse degli enti previdenziali, non sono cosa da poco, senza tuttavia chiedersi come mai i debiti fossero diventati così tanti. Si scoprirebbe che quei soldi, per la maggior parte, sono andati a chi il terremoto lo ha visto in televisione; eppure, all’epoca dei fatti e fino ad oggi, non abbiamo mai sentito levarsi una sola voce contro l’allegra elargizione di queste provvidenze a tutta la provincia di Campobasso.

A conferma di tutto ciò sta il fatto che il conto relativo ai tributi da restituire, elargiti al solo cratere e non all’intera provincia di Campobasso, così come si è fatto per i contributi previdenziali,  ammonta neanche alla ventesima parte di quello relativo ai contributi.

Pretendere che un uomo politico si dichiari pubblicamente contrario alla elargizione di una regalia a migliaia di potenziali elettori, ancorché ingiusta, è veramente chiedere troppo ma che questi vengano a farci sermoni sui doveri del cittadino nei confronti dello Stato è inaccettabile, anzi è grottesco. ☺

 

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