buona notte
30 Giugno 2010 Share

buona notte

 

Mentre il nostro (ahinoi) ministro all’istruzione assesta, con la sua insostenibile leggerezza dell’essere, un altro colpo alla scuola italiana (caldeggiando lo slittamento dell’anno scolastico al 1° ottobre), noi preferiamo rivolgere dalla nostra rubrichetta sull’educazione un breve saluto sentimentale a chi di scuola se ne intende veramente, a chi la vive quotidianamente in diretta e sulla propria pelle, standoci dentro e non parlandone dalle stanze di un palazzo: permettetemi di scrivere, oggi, ai miei colleghi, quelli di cui conosco le fatiche, le gioie, i difetti e i problemi, e quelli – che volto non hanno – di cui mi parlano le statistiche, le proteste, la stampa, qualche trasmissione non allineata.

Giugno è arrivato, ancora una volta, con quel misto di sollievo e di malinconia che accompagna da sempre – al di qua e al di là della cattedra – la conclusione di ogni anno scolastico, con quella danza interminabile, quasi rituale, tra gli ultimi rigori e grigiori invernali e i primi afosi aliti estivi. E dal tepore di una di queste sere, lasciatemi augurare buona notte prima degli esami a tutti gli insegnanti che quest’anno hanno lavorato a singhiozzo (ma sodo uguale), a contratto, a chiamata, senza radici, o pronti a recidere quelle che per l’ennesima volta si erano avvinghiate alla classe di turno.

Buona notte prima degli esami a tutti i colleghi che, a dispetto della magra gratificazione economica (ma, d’altra parte, chi è che potrebbe mai fare questo mestiere “per soldi”?), anche quest’inver- no sono andati a scuola senza voce, tanto la febbre non ce l’ho, o con la febbre, perché mica posso rimandare la verifica e poi come fanno a sostituirmi?

A tutti gli amanti del bricolage che, di tasca propria, una volta di più, hanno comprato quel tanto di carta igienica, di sapone, di cartoncino e di cancelleria che basta a soddisfare qualche esigenza essenziale (didattica e non). Buona notte prima degli esami a tutti quelli che hanno preso un colpetto di freddo (e poi un altro, e poi un altro) perché il prefabbricato non è poi un ambiente così salubre, e in quel prefabbricato si sono inventati la geografia, la storia, l’arte, le scienze o quello che sia, senza l’ombra di un’attrezzatura, di un laboratorio, di uno strumento in più, tirando fuori a fine anno dal cilindro – come il mago Silvan – un power point, uno spettacolo, una mostra.

Buona notte a tutti quelli che, ogni mattina, anche in quelle con poco sonno e tanti pensieri sulle spalle, sono entrati in classe con un sorriso e hanno giocato ai trasformisti, facendo un po’ gli insegnanti, un po’ gli psicologi, un po’ i sociologi, un po’ i logopedisti, un po’ i mediatori culturali. A tutti quelli che, in barba ai famigerati tre mesi di ferie (che poi sono due, perché a giugno ci sono sempre gli esami, ma nessuno se lo ricorda), hanno trascorso nove domeniche su dieci, in inverno, a correggere compiti, e buona parte del pomeriggio, ogni giorno, a preparare la lezione del mattino seguente, per non improvvisare, per renderle appetibili e accattivanti, per semplificare quell’argomento troppo complicato.

Buona notte, ragazzi, a tutti voi, che spesso vi sentite piombare addosso accuse di maleducazione, noncuranza, pigrizia, irresponsabilità, ma che mai siete stati al centro della solerzia, delle preoccupazioni, delle attenzioni di un governo, men che meno di questo, che pretende di risolvere il disagio di molti con qualche voto in condotta. Voi che, oltre alla latitanza della famiglia, dovete scontare anche quella di chi dovrebbe promuovere e sostenere l’opera di chi vi educa al di fuori delle mura di casa. Voi che non aspettate altro che di infiammarvi per un ideale e sapete salutarci con gli occhi lucidi, sinceri, quando suona l’ultima campanella dopo l’adorabile baldoria dell’ultimo giorno.

A tutti voi, a tutti noi, che nella scuola viviamo e ci crediamo, in questa scuola nella quale non si investe e dalla quale si preleva tutto ciò che si può senza pudore (adesso anche con l’alibi di dare una mano al turismo estivo) a tutti voi, a tutti noi, a tutti quelli che continuano tenacemente, caparbiamente, romanticamente a fare una scuola di qualità con l’entusiasmo delle proprie scelte quotidiane, con l’amore per un lavoro difficile, malpagato ma di impagabile bellezza, con la gratuità di chi crede che la formazione dei giovani è l’unico, autentico passaporto per un futuro migliore. E non smette di (in)formarsi, incavolarsi, camminare, lavorare fiduciosamente, ogni mattina.

A tutti noi, a tutti voi, buona notte prima degli esami. E buone vacanze.☺

gadelis@libero.it

 

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