Quel filo di libertà
11 Novembre 2022
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Quel filo di libertà

Quando, parlando con gli altri, si dice di essere “volontari” in una determinata struttura, si viene guardati come chi non sa in che modo spendere il proprio tempo libero oppure come chi fa qualcosa che altri non farebbero. Ma chi è veramente il volontario? In tutti questi anni a Larino ho imparato una cosa: sicuramente si dona il proprio tempo, ma si riceve tantissimo, si cresce, si matura, si acquista una prospettiva nuova nel vedere le cose, il mondo, la vita…

Dal primo giorno in cui sono entrata nella realtà carceraria come volontaria, ho cominciato a tessere una tela, un’invisibile tela dalla trama molto resistente e contraddistinta da un filo rosso, molto sottile, quasi impercettibile, che però ha legato in questi anni me e tutte le persone che ho incontrato, che in qualche modo sono entrate a far parte della mia vita.

Alcuni sono entrati e ne sono usciti, altri, anche nel momento in cui sono tornati ad essere “liberi” per il mondo, hanno continuato a far parte della mia vita. Seguire le loro esistenze, ma soprattutto il loro rimettersi in gioco è stato meraviglioso. Ascoltare e guardare come, giorno dopo giorno, riprendessero in mano quel filo rosso che gli era stato consegnato… si sono fidati e si sono affidati. Non è facile farlo per nessuno, ma quando provi ad azzerare tutto e ripartire, solo allora puoi dire veramente a te stesso: sono pronto per tornare a camminare. In questi anni quell’impercettibile filo rosso è diventato piano piano un gomitolo che è poi servito per realizzare qualcosa di bello e di unico, come le vite di ognuno degli ospiti del Carcere di Larino che hanno deciso di riprendere in mano la loro esistenza.

Due settimane fa ho avuto la gioia di poter continuare a parlare anche con chi è stato  trasferito in un altro Istituto. Ho avuto un colloquio come terza persona. La grande gioia è proprio nel vedere come anche in un’altra realtà si possa continuare a “camminare insieme”. Sì, camminare insieme e tessere quella tela di libertà. Può sembrare strano parlare di tela di libertà, ma proprio quando si è perso tutto, solo allora si può decidere come rimettersi in piedi. Abbracciare questo amico e parlare con lui come se ci fossimo salutati la sera prima, credo che non abbia prezzo. Assicurargli la mia presenza è un modo per dirgli: continua il tuo percorso verso la vita, cammina e guarda con coraggio chi ti è accanto.

Le emozioni e le gioie però non finiscono qui. Ieri sera sono andata a cena con un giovane e con la sua ragazza. Le nostre vite si sono incrociate qualche anno fa proprio a Larino, dove tutto poteva sembrare già segnato e determinato, ma non è stato così. Lui ha avuto il coraggio di andare fino in fondo, guardarsi dentro, scendere negli inferi della sua esistenza e percorrere il sentiero della libertà vera, quello che lo ha portato a riacquistare la dignità. Grazie a loro e a tutti gli altri che hanno incrociato la mia strada, oggi posso dire di essere una persona migliore. Ognuno di noi ha nelle sue mani quel sottile filo rosso, quel filo di profonda libertà.☺

 

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