Quel viburno rosso
6 Aprile 2025
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Quel viburno rosso

“E s’aprono i fiori notturni, / nell’ ora che penso ai miei cari. / Sono apparse in mezzo ai viburni / le farfalle crepuscolari”. Sono i versi che sicuramente abbiamo letto sui banchi di scuola nella poesia Il gelsomino notturno di Giovanni Pascoli. I fiori tra i quali volano le farfalle crepuscolari sono quelli di un arbusto dal portamento eretto, sempreverde o deciduo a seconda della varietà: il viburno.
Si tratta di una pianta a fioritura straordinariamente prolungata. Il genere Viburnum appartiene alla famiglia delle Caprifoliacee, e comprende centinaia di specie e varietà molto diverse, fra le quali si ricordano per esempio il tinus, il fragrans, il lantana e il setigerum. Ma il più noto e diffuso è senz’altro il Viburnum opulus, un arbusto folto e alto fino a 4 metri, con foglie di colore verde che diventano rosse in autunno. Quest’ ultimo è noto anche come viburno palla di neve o pallone di maggio, perché i suoi fiori, simili a quelli dell’ortensia, sono riuniti in grandi infiorescenze sferiche, bianchissime, che compaiono da aprile fino ai mesi estivi. Produce grossi mazzi di frutti sferici rosso brillante.
Per fioriture spettacolari si consiglia di posizionare il Viburnum opulus in zone semi-ombrose poiché non ama il sole diretto. Resiste al caldo e tollera bene le basse temperature dell’inverno. Cresce rigoglioso nel comune terreno da giardino purché ben drenato e si accontenta delle acque piovane, ma bisogna evitare gli eccessi idrici che possono causare delle marcescenze dell’apparato radicale. È una pianta che si adatta ad essere coltivata anche in vaso, purché abbastanza largo e profondo. La messa a dimora va effettuata in qualsiasi periodo dell’anno, anche in inverno. La buca che lo deve accogliere deve essere larga e profonda il doppio del vaso che lo contiene. Se si intende realizzare una siepe di Viburnum opulus, le piante vanno collocate ad una distanza di 60 cm.
Le principali controindicazioni della pianta sono riconducibili all’uso dei suoi frutti, che possono provocare irritazioni della pelle e che non vanno assolutamente ingeriti perché possono risultare tossici sia per l’uomo sia per gli animali. Tuttavia questi frutti vengono usati in alcuni paesi per farne marmellate, in quanto con la cottura perderebbero i principi attivi velenosi.
In particolare l’opulus può essere utilizzato in polvere o come infuso per le sue proprietà che hanno un’azione calmante sul sistema nervoso e per le sue proprietà purgative. Nell’omeopatia viene impiegata la sua corteccia, anch’essa per aiutare a calmare stati nervosi, spasmi e coliche.
Raffigurato negli affreschi delle case nell’antica Pompei, nelle pitture fiamminghe del Seicento e nelle nature morte novecentesche, il viburno è ricordato più di una volta da Virgilio, che nelle Bucoliche, confrontando Roma e la sua amata Mantova, le paragona rispettivamente a un cipresso e a un viburno (ecl. 1, 19-25). Ma in questi tempi di guerra merita soprattutto ricordare Quel viburno rosso, una canzone popolare della martoriata Ucraina, dove il viburno, emblema del Paese, con le sue bacche rosse simboleggia la terra natale e la casa, le radici familiari e il sangue.☺

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