Rallegrati, donna
2 Marzo 2020
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Rallegrati, donna

Tra le festività religiose del mese di marzo trova posto, il giorno 25, l’Annunciazione, che celebra il momento in cui l’angelo Gabriele porta a Maria l’annuncio della sua prossima maternità, stando a quanto raccontato nel solo Vangelo di Luca (1,26-38). È, per l’Occidente cristiano, un punto di svolta nella Storia: il momento in cui si verifica l’Incarnazione del Verbo di Dio, la cui nascita separa anche sul piano del calendario un «prima» di perdizione nel peccato originale da un dopo di Redenzione (rispettivamente, l’«avanti» e il «dopo Cristo»).

Anche per questo l’Annunciazione è uno dei soggetti più importanti e diffusi di tutta l’arte sacra. Un autentico capolavoro è per esempio la tempera su tavola datata al 1333 (qui riprodotta), che un’iscrizione attribuisce ai pittori senesi Simone Martini e Lippo Memmi. È conservata al Museo degli Uffizi di Firenze, ma fu originariamente eseguita per l’altare del santo protettore di Siena, Sant’Ansano, all’interno del Duomo di Siena, dedicato alla Vergine Assunta. Vi si trova fedelmente illustrato quanto scrive il Vangelo di Luca (1,28-29): l’angelo, “entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo»”. Particolarmente efficace è il dinamismo della scena dipinta: l’angelo è appena arrivato, e infatti il suo mantello è ancora agitato dal volo; Maria, còlta in un subitaneo ritrarsi per un’istintiva reazione di sgomento, quasi si rinchiude e si rifugia invece nel proprio mantello.

Anche in letteratura la scena in questione ha dato vita a un autentico capolavoro quale è una poesia dalla raccolta Ad ora incerta (1984) di Primo Levi – la cui scrittura in versi è meno nota, ma non per questo meno importante:

Annunciazione

Non sgomentarti, donna, della mia forma selvaggia:

vengo di molto lontano, in volo precipitoso;

forse i turbini m’hanno scompigliato le piume.

Sono un angelo, sì, non un uccello da preda;

un angelo, ma non quello delle vostre pitture, 5

disceso in altro tempo a promettere un altro Signore.

Vengo a portarti novella, ma aspetta, che mi si plachi

l’ansimare del petto, il ribrezzo del vuoto e del buio.

Dorme dentro di te chi reciderà molti sonni;

è ancora informe, ma presto ne vezzeggerai le membra. 10

Avrà virtù di parola ed occhi di fascinatore,

predicherà l’abominio, sarà creduto da tutti.

Lo seguiranno a schiere baciando le sue orme,

giubilanti e feroci, cantando e sanguinando.

Porterà la menzogna nei più lontani confini, 15

evangelizzerà con la bestemmia e la forca.

Dominerà nel terrore, sospetterà veleni

nell’acqua delle sorgenti, nell’aria degli altipiani,

vedrà l’insidia negli occhi chiari dei nuovi nati.

Morrà non sazio di strage, lasciando semenza d’odio. 20

È questo il germe che cresce di te. Rallegrati, donna.

Anche qui la donna che riceve la visita ha un moto di comprensibile paura. L’angelo dapprima la tranquillizza, ma subito prende le distanze dai precedenti ‘colleghi’ effigiati nell’infinita serie delle annunciazioni pittoriche. Anche lui reca alla donna una “novella”. Ma è diametralmente opposta alla comunemente nota “buona novella” (letterale traduzione del greco euangélion, da cui l’italiano “vangelo”). Tanto che l’angelo stesso ne è per primo agitato. C’è un altro importante personaggio della Storia nel grembo della donna che egli ha di fronte: però nel comparto dei mostri. Le sue future nefandezze sono brevemente riepilogate in un catalogo al termine del quale suonano amaramente sarcastiche le parole finali che questo angelo mutua da quelle di Gabriele: “Rallegrati, donna”. Non si tratta, infatti di Maria di Nazaret, ma di Klara Pölzl. Quella a cui abbiamo appena assistito è un’‘annunciazione’ destinata alla madre di Hitler.

In un momento di allarmante negazionismo come quello che stiamo vivendo (secondo il Rapporto Eurispes 2020, per un italiano su sei la Shoah non è mai esistita), basteranno questi versi di forte impatto a scuotere le coscienze?☺

 

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