Sanciti i diritti umani
13 Ottobre 2023
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Sanciti i diritti umani

La ‘Dichiarazione universale dei diritti umani’ del 1948 nasceva dal proposito di cambiare il mondo e garantire che gli orrori della Seconda guerra mondiale non si ripetessero. Nell’anno del 75° anniversario del documento, ripercorriamo le sue origini e interroghiamoci sulla sua validità nel contesto attuale. La Seconda guerra mondiale è stata la più letale della storia. Morirono circa 70 milioni di persone, tra cui 50 milioni di civili. La Germania nazista sterminò circa sei milioni di ebrei – due terzi della popolazione ebraica europea – sistematicamente perseguitati, depredati delle loro proprietà e deportati con la forza, insieme ad altre minoranze considerate indesiderabili, per morire nei campi di concentramento. Le popolazioni civili sono state bombardate. I Paesi sono stati invasi e i loro cittadini e cittadine sono stati costretti al lavoro forzato. Ci furono stupri di massa, uccisioni e distruzioni. Lottando per emergere da tale disumanità, leader mondiali della neonata Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) che subentravano alla screditata Società delle Nazioni, decisero di completare la Carta delle Nazioni Unite con una serie di princìpi che garantissero i diritti umani di ogni individuo ovunque nel mondo.
Come nacque la Dichiarazione? La questione fu affrontata nella prima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1946 e affidata alla ‘Commissione per i diritti umani’, predecessore del ‘Consiglio per i diritti umani’ con sede a Ginevra. La Commissione si riunì per la prima volta nel gennaio 1947, a New York, ed istituì un comitato per la redazione della Dichiarazione, presieduto da Eleanor Roosevelt, vedova del presidente degli Stati Uniti, Franklin D. Roosevelt, la quale fu riconosciuta come la forza trainante per l’adozione della Dichiarazione. La descrisse come una Magna Carta per i diritti umani. Anche altre donne hanno avuto un ruolo, ad esempio, l’indiana Hansa Mehta, membro della sottocommissione per lo statuto delle donne, alla quale si attribuisce il merito di aver fatto cambiare le prime parole della Dichiarazione da “tutti gli uomini nascono liberi e uguali” a “tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali”. La bozza finale fu presentata alla ‘Commissione per i diritti umani’, riunita a Ginevra ed inviata a tutti i 58 Stati membri dell’ONU dell’epoca per eventuali commenti. Il 10 dicembre 1948, durante una sessione a Parigi, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottò la ‘Dichiarazione universale dei diritti umani’.
L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, l’ha definita “un testo molto completo e miracoloso”: la Dichiarazione afferma che “tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti”. Aggiunge che devono agire gli uni verso gli altri in uno spirito di fratellanza e che ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciati nella Dichiarazione “senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione”. La Dichiarazione sancisce che “ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona” e che “nessun individuo può essere tenuto in stato di schiavitù”. Considera inoltre la libertà di movimento, di parola e di associazione diritti da riconoscere, tutelare e garantire. Per la giurista sudafricana Navanethem Pillay, Alto Commissario ONU dal 2008 al 2014, la Dichiarazione è una fonte di ispirazione: “Immaginate cosa ha significato per me e per tutti e tutte noi che eravamo sotto l’apartheid e conoscevamo solo le leggi razziste”.
La Dichiarazione ha avuto un impatto trasformativo sulle persone e sulle comunità di tutto il mondo, formando e ispirando lo sviluppo di leggi e politiche nazionali, sostenendo le richieste dei movimenti sociali e degli attori della società civile, fornendo un importante strumento per chi difende i diritti umani e sancendo valori universali che uniscono l’umanità e stabiliscono le condizioni affinché tutte le persone possano vivere con dignità. La Dichiarazione ha dato vita a trattati internazionali ed è considerata la base del Diritto internazionale dei diritti umani.
I suoi princìpi sono stati precisati in una serie di trattati internazionali riguardanti, ad esempio, l’eliminazione di tutte le forme di discriminazione (1965), i diritti civili e politici (1966), i diritti economici, sociali e culturali (1966), l’eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti delle donne (1979), la lotta contro la tortura (1984) e i diritti dell’infanzia (1989). Tuttavia, resta il problema di convincere i Governi a rispettarli.
Chi vigila? Nel giugno 1993, le Nazioni Unite organizzarono la Conferenza mondiale sui diritti umani a Vienna, in Austria. Il risultato principale furono la ‘Dichiarazione e il Programma d’azione di Vienna’, volti a rafforzare il lavoro sui diritti umani in tutto il mondo. Per rafforzare la capacità di monitoraggio dell’ONU, venne istituita la carica di Alto Commissario per i diritti umani nel dicembre 1993. Oggi l’ONU dispone di numerosi modi per monitorare la situazione e cercare di far sì che ogni Stato rispetti i diritti umani. Gli “Organi dei trattati” controllano il modo in cui i Governi applicano le convenzioni sui diritti umani, mentre i relatori e le relatrici speciali, così come le missioni d’inchiesta composte da esperti ed esperte indipendenti, esaminano questioni specifiche sui diritti umani o le situazioni nei Paesi.
La Dichiarazione necessita di un aggiornamento? C’è bisogno di aggiornarla, per enunciare altri diritti che non sono stati sanciti come avrebbero dovuto: i diritti delle popolazioni indigene, i diritti delle donne, i diritti dei bambini”, afferma Navanethem Pillay. “Per il resto, ho la massima fiducia nella Dichiarazione come standard. Non si possono contestare questi princìpi”. Oltre e prima dell’aggiornamento, la Dichiarazione ha bisogno di essere attuata, in modo che gli Stati e gli attori non statali che violano i diritti umani siano chiamati a risponderne. Secondo l’attuale Alto Commissario dell’ONU Volker Türk, la Dichiarazione non deve essere vista “come una reliquia”, ma come un insieme di princìpi fondamentali che forniscono risposte ai problemi attuali e futuri. Alla domanda se avrebbe cambiato qualcosa nella Dichiarazione redatta 75 anni fa, Türk ha risposto: “Vorrei dire a tutti i leader di oggi: leggete la Dichiarazione universale dei diritti umani, usatela e consideratela come un obbligo ad agire”. Da semplici cittadini la rileggeremo insieme.☺

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