Sanità molisana dopo il coronavirus
30 Maggio 2020
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Sanità molisana dopo il coronavirus

Alessandro Vespignani, epidemiologo di assoluto prestigio, continua a ripetere: “è stato importante chiudere le attività economiche e fare il confinamento nelle case. Ora è molto importante aprire, ma a condizione che vi sia capacità e possibilità di controllo dell’epidemia … Diversamente l’epidemia riprenderà a galoppare e i problemi saranno grandi. Bisogna testare, tracciare e trattare. Isolare i pazienti anche con sintomi lievi e creare ospedali covid separati”.
In Italia è stato riaperto quasi tutto, ma noi abbiamo bene in mente il monito di Vespignani e siamo convinti che una rete di ospedali “covid dedicati” debba essere realizzata in Italia. Il Molise deve candidarsi a ospitarne uno, se è possibile anche di carattere interregionale, a Larino.
La salute è il primo dei beni comuni, è un bene inalienabile, è una priorità della nostra società e la Scienza ha fatto e può fare moltissimo per difenderla. Per questa ferma convinzione ci opponiamo all’ipotesi di costruire baracconi da campo nei pressi degli ospedali della nostra regione. Sarebbe uno spreco di denaro pericoloso perché forte è il rischio di una commistione di patologie e di funzioni. I cittadini che hanno malattie importanti e non infettive in ogni caso ne sarebbero seriamente danneggiati.
L’ospedale di Larino, per le sue caratteristiche strutturali e per la sua posizione strategica, è perfettamente adatto allo scopo e potrebbe far fronte anche alle necessità di un bacino di utenza più ampio di quello molisano.
La sua missione può essere, dunque, quella di far parte della rete nazionale degli ospedali specializzati in pneumologia, malattie infettive e terapia intensiva. La ricerca e la formazione dovrebbero essere parte di questo progetto, così come tutte quelle attività utili alla prevenzione e allo sviluppo di una medicina territoriale. Si potrebbe così riprendere il nucleo strategico della riforma del Servizio Sanitario Nazionale del 1978.
Questo progetto avrebbe un importante costo iniziale che potrebbe essere agevolmente coperto dai fondi messi a disposizione dall’Unione Europea con il MES. Peraltro, in una strategia che volesse andare oltre i confini regionali, ci si potrebbe avvalere anche del contributo delle regioni vicine.
Il Commissario Giustini ha avanzato l’ipotesi di un Centro Covid a Larino. Il governo nazionale ha mostrato una sua disponibilità. Il sindaco Puchetti, tutte le forze politiche di Larino e moltissimi sindaci molisani hanno sostenuto la proposta Giustini. Tutto ciò è importante, ma non basta. È decisivo che i vertici istituzionali del Molise escano dalle miserevoli diatribe in corso e aprano con il governo un dialogo per realizzare a Larino un Ospedale Covid regionale e anche, se fosse possibile, di vasta area.
Ci si può mettere, in tal modo, in condizione di dare una risposta adeguata e tempestiva a eventuali e successivi attacchi pandemici. Per di più, partendo da questa drammatica esperienza, si può costruire quel legame virtuoso fra ospedale e territorio che è mancato nell’emergenza pandemica e che rappresenta il grande buco nero della nostra organizzazione sanitaria nazionale.☺
la fonte
Diocesi di Termoli-Larino
Chiesa Battista di Campobasso
Chiesa Battista di Ripabottoni

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