Scrolliamo i condizionamenti
2 Settembre 2024
laFonteTV (3628 articles)
Share

Scrolliamo i condizionamenti

Una scena consueta, una delle tante, però mi ha colpito: qualche domenica fa, nella calura del sole delle undici, un gruppetto di ragazzi, giovani migranti, al riparo nell’ombra creata dalle mura della chiesa di Sant’Antonio di Padova a Campobasso, erano concentrati a guardare, ognuno, il proprio telefonino. Ovviamente non sono, e non saranno, né i primi né gli ultimi; è facile vedere persone, anche meno giovani, con la testa china sul proprio dispositivo, che ormai non chiamiamo più ‘cellulare’ poiché possediamo tutti uno smartphone – o modelli migliori! – e ce ne serviamo di frequente.
Non vorrei in questa sede parlare dell’eccessivo uso del telefonino – e ciò riguarda anche chi scrive – e non è mia intenzione esprimere quelle critiche o giudizi approssimativi, specie in negativo, che riserviamo soprattutto agli/alle adolescenti, colpevoli di camminare per strada a testa bassa, noncuranti del percorso da effettuare.
La scena che raccontavo all’inizio, invece, ha suscitato nella mia mente una riflessione sul linguaggio che l’uso dello smartphone ha introdotto ex novo nel tempo che stiamo vivendo, a quelle parole che, anche involontariamente, adoperiamo con grande naturalezza. Ce lo ricorda Vera Gheno: “La lingua è … il regno delle infinite possibilità, e soprattutto quando è in salute, risponde velocemente e puntualmente alle necessità della comunità che parla” (Grammamanti).
Non stupisca, quindi, che si faccia strada, soprattutto nel parlare quotidiano, il ricorso a parole di matrice anglosassone per indicare operazioni o servizi da effettuare con i nostri smartphone. È il caso di un termine che apparentemente suona ‘italico’ ma che in realtà risulta traslitterato dall’inglese ed adattato come forma verbale nella nostra lingua. Si tratta di scrollare.
Tutti comprendiamo il significato di questo verbo in italiano: scuotere, agitare con forza, far cadere, sono alcuni dei suoi sinonimi; ed espressioni idiomatiche come “scrollare le spalle” o “scrollarsi di dosso” le conosciamo ed usiamo correttamente. La novità è invece scrollare in campo informatico e tecnologico: il termine prende significato dall’etimo inglese scroll – o meglio scrolling – che traduce l’azione di scorrimento in orizzontale o verticale, sullo schermo di un computer o di uno smartphone, di un testo o di una immagine per lasciare spazio ad altri dati o immagini. Si potrebbe utilizzare il sinonimo italiano ‘scorrimento’, ma il valore semantico non è pienamente rispettato: scrollare, italianizzato, è ‘fare scrolling’ vale a dire prendere lo smartphone, sbloccarlo, aprire e scorrere le nostre pagine social; secondo gli esperti questa azione – diffusasi soprattutto a seguito della pandemia – è diventata abitudinaria e automatica; il movimento del pollice che scorre dal basso verso l’alto sullo schermo dei nostri dispositivi ci consente di recuperare le nuove notizie che appaiono in bacheca o nelle ‘storie’, mentre dall’alto verso il basso è possibile aggiornare le pagine e visionare i feed [pronuncia: fid] – i blocchi di contenuti attinenti un argomento -, oppure le notifiche.
Per alcuni scrollare è diventato un comportamento compulsivo, un’ azione che difficilmente si riesce a bloccare, ad impedire. Senza paventare conseguenze ‘patologiche’, a mio parere scrollare è un segno del nostro tempo, quell’adattamento che la nostra lingua ha già operato verso abitudini nuove e in linea con un inedito modus vivendi, quello appunto dell’era digitale. Non stupisca allora leggere, in opere di narrativa contemporanea, frasi del tipo “mi è rimasto nei contatti … [e l’ho] intercettato recentemente di sfuggita, senza dargli peso, mentre scrollavo sovrappensiero i mille numeri che ho in memoria” (P. Spollon, Tutto non benissimo). Dal punto di vista linguistico non ci spaventi la commistione tra italiano e inglese: scriveva già nel 1979 il professor Tullio De Mauro: “Il fatto è che nel mondo contemporaneo, così come si è venuto organizzando da un secolo a questa parte, e soprattutto negli ultimi decenni, non pare esserci più posto per individui e culture interamente monolingui”.
L’atteggiamento contemporaneo, diretta conseguenza dell’uso diffuso ma ormai innegabilmente indispensabile dei dispositivi tecnologici, di scrollare appunto, ci appartiene, non riusciamo a farne a meno, è divenuto funzionale al nostro ritmo vitale e con approcci diversi a seconda delle diverse generazioni di utenti. E allora cogliamone l’aspetto positivo: ‘scrolliamo’ tutte le informazioni, notizie, immagini che ci raggiungono e tentano di influenzarci, torniamo all’etimologia italiana di scuotere, far cadere e quindi eliminare; veramente scrolliamoci di dosso tutto ciò che limita la nostra autonomia di pensiero.☺

laFonteTV

laFonteTV