
Sentire la pace
Bombardati come siamo da ogni parte, abbiamo davvero bisogno di sentire la pace, nonostante sembra ci sia un chiaro disegno per dissimularla, mascherarla, sedarla. La pace è cura della vita. Abbiamo bisogno di pace nella nostra vita e non solo di cose organizzate ed efficienti. Abbiamo bisogno di spazio ed anche di tempo per alimentarne il desiderio, che non vuol dire ritirarci o estraniarci dal mondo e dalle sofferenze che ci sono, ma abitare la storia con la fiducia, certi che ci può essere uno spazio, un colore, un evento, una persona, un gesto, una parola che la faccia riaffiorare dal profondo. Perché la pace può emergere da ogni luogo, sempre, come narra il poeta Antonio Machado “Credevo il mio fuoco spento, e rigirai le cenere… Mi bruciai la mano”: la brace, come la pace, può essere invisibile, eppur esserci. E perché si riveli, serve la nostra azione: simbolicamente, dobbiamo “rimestare la cenere” così da riuscire a toccare la spiritualità della pace.
E sì, perché la pace ha in sé una sua spiritualità che, colta, ci mette in contatto con il mistero della vita e con la parte più intima di noi. Quella parte che non si può possedere, ma solo abitare, gustare, vivere, esprimere e condividere (Antonietta Potente, suora domenicana).
Sentire la pace ci aiuta a trattare con l’anima della vita e a farlo con rispetto (la forma più alta dell’amore, diceva Giovanni Vannucci). Rispetto, che vuol dire anche non avere un atteggiamento arrogante verso tutto quello che ci circonda. Rispetto, che vuol dire ancora saper occupare solo il nostro spazio e non quello degli altri e delle altre. La pace necessita di un cuore poco preoccupato del proprio ego. E allora desideriamola questa pace, diventiamo grembo di questo grande desiderio senza smettere per un attimo di credere che questa non ci sia… provando continuamente a rimestare la cenere nella “speranza” di bruciarci un po’ le mani.☺