Gentilissimo Direttore, in qualità di abbonata sostenitrice della sua rivista, come omaggio e augurio personale per il suo sessantesimo, le invio il seguente testo che vorrei condividere con la comunità di Bonefro e con tutti i lettori del suo giornale.
Ad un uomo così austero
tanto mite e riservato
che, in virtù del “ministero”,
qui “qualcuno” ci ha inviato.
Don Antonio, è risaputo,
sessant’anni ha già compiuto
e la sua comunità
grande festa gli farà.
Uomo in lotta ed in preghiera
che non vede mai la “sera”,
che ti parla di “speranza”
anche quando il buio avanza.
Nei momenti più preziosi,
familiari e religiosi,
con noi tutti ha condiviso
ora il pianto, ora il sorriso.
Sempre accorto e premuroso
verso chi è più bisognoso,
sempre pronto ad ospitare
chi non sa più dove andare.
Chiara e breve l’omelia
che ti indica la “Via”
anche se, ma poco importa,
a sinistra poi ti porta!
La sua idea, da sempre espressa,
ne la fonte è poi riflessa
dove scrive, informa e annuncia
il programma e la denuncia.
Il confronto alimentato
quasi un fiume è diventato
e, poiché anche in ciò si spende,
questo frutto già gli rende.
Corto, semplice e giocondo
il messaggio suo è profondo:
la bontà della notizia
è “la pace e la giustizia”.
La sua calma, la sua fermezza
ci rivela la fortezza
di chi prende decisioni
dopo lunghe riflessioni.
Scorre il tempo, vola via
ma rimane questa scìa,
alta, lunga e luminosa
di una vita generosa.
E con ciò, è il festeggiato
che un regalo ci ha donato
e l’augurio, per finire
sarà solo un bene-dire.
Giuseppina Colabella
giuseppina.colabella@gmail.com
Caro don Antonio,
oggi la nostra comunità ti si stringe attorno festante, per augurarti buon compleanno e per testimoniarti stima ed affetto.
Sarebbe interessante ma lungo, ripercorrere le tappe più importanti del tuo operato tra noi e tu ci hai insegnato ad essere brevi ed essenziali perciò diciamo solo che non dimentichiamo l’evento del tuo insediamento nella nostra parrocchia: la gioia e lo sconcerto nel percepire la “novità” della tua persona; sembrava riecheggiassero le parole del profeta Isaia: “Ecco, io faccio una cosa nuova; proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?” Qualcuno ricorda ancora la lettura della celebrazione di quel giorno: era il racconto di Davide contro il gigante Golia, in Samuele (1, 17). Davide si libera dell’armatura di cui il re Saul l’aveva rivestito e muove contro Golia con la sola fionda e alcuni sassi, uccidendolo; la valenza simbolica di questo testo era il messaggio che ti caratterizza: bisogna combattere con la fiducia in Dio e con le armi che si hanno, contro i giganti che ci stanno di fronte e che ci urlano addosso la legge spietata e sleale del più forte.
Ci sei sembrato subito un prete diverso dal concetto tradizionale che ne avevamo, e ce lo hanno poi confermato la tua vita, le tue scelte, i tuoi scritti: di parte, controcorrente, critico, per alcuni “scomodo”; mai neutrale, sempre pronto a denunciare le ingiustizie, rispettoso delle diversità e delle alterità; amante delle utopie concrete, di quelle utopie cioè, che non si stanno a guardare come la stella polare, ma che si possono realizzare camminando, strada facendo …
Sei tra noi ormai da 17 anni; abbiamo condiviso momenti belli e sofferenze personali e collettive; continua ad esprimerti nel binomio con cui riassumi il tuo ministero: Vangelo e giornale che può tradursi nel motto che ami: contemplazione e lotta: propulsione per una Chiesa altra, dove si intreccino, in felice sintesi, catechesi e liturgia, carità e denuncia…; continua ancora a spiegarci con passione la Parola che salva, a raccontarci lo stupore di un Incontro, ad indirizzarci sulla via giusta per essere testimoni credibili. Continua…
Auguri
La comunità parrocchiale di Bonefro
Gentilissimo Direttore, in qualità di abbonata sostenitrice della sua rivista, come omaggio e augurio personale per il suo sessantesimo, le invio il seguente testo che vorrei condividere con la comunità di Bonefro e con tutti i lettori del suo giornale.
Ad un uomo così austero
tanto mite e riservato
che, in virtù del “ministero”,
qui “qualcuno” ci ha inviato.
Don Antonio, è risaputo,
sessant’anni ha già compiuto
e la sua comunità
grande festa gli farà.
Uomo in lotta ed in preghiera
che non vede mai la “sera”,
che ti parla di “speranza”
anche quando il buio avanza.
Nei momenti più preziosi,
familiari e religiosi,
con noi tutti ha condiviso
ora il pianto, ora il sorriso.
Sempre accorto e premuroso
verso chi è più bisognoso,
sempre pronto ad ospitare
chi non sa più dove andare.
Chiara e breve l’omelia
che ti indica la “Via”
anche se, ma poco importa,
a sinistra poi ti porta!
La sua idea, da sempre espressa,
ne la fonte è poi riflessa
dove scrive, informa e annuncia
il programma e la denuncia.
Il confronto alimentato
quasi un fiume è diventato
e, poiché anche in ciò si spende,
questo frutto già gli rende.
Corto, semplice e giocondo
il messaggio suo è profondo:
la bontà della notizia
è “la pace e la giustizia”.
La sua calma, la sua fermezza
ci rivela la fortezza
di chi prende decisioni
dopo lunghe riflessioni.
Scorre il tempo, vola via
ma rimane questa scìa,
alta, lunga e luminosa
di una vita generosa.
E con ciò, è il festeggiato
che un regalo ci ha donato
e l’augurio, per finire
sarà solo un bene-dire.
Giuseppina Colabella
giuseppina.colabella@gmail.com
Caro don Antonio,
oggi la nostra comunità ti si stringe attorno festante, per augurarti buon compleanno e per testimoniarti stima ed affetto.
Sarebbe interessante ma lungo, ripercorrere le tappe più importanti del tuo operato tra noi e tu ci hai insegnato ad essere brevi ed essenziali perciò diciamo solo che non dimentichiamo l’evento del tuo insediamento nella nostra parrocchia: la gioia e lo sconcerto nel percepire la “novità” della tua persona; sembrava riecheggiassero le parole del profeta Isaia: “Ecco, io faccio una cosa nuova; proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?” Qualcuno ricorda ancora la lettura della celebrazione di quel giorno: era il racconto di Davide contro il gigante Golia, in Samuele (1, 17). Davide si libera dell’armatura di cui il re Saul l’aveva rivestito e muove contro Golia con la sola fionda e alcuni sassi, uccidendolo; la valenza simbolica di questo testo era il messaggio che ti caratterizza: bisogna combattere con la fiducia in Dio e con le armi che si hanno, contro i giganti che ci stanno di fronte e che ci urlano addosso la legge spietata e sleale del più forte.
Ci sei sembrato subito un prete diverso dal concetto tradizionale che ne avevamo, e ce lo hanno poi confermato la tua vita, le tue scelte, i tuoi scritti: di parte, controcorrente, critico, per alcuni “scomodo”; mai neutrale, sempre pronto a denunciare le ingiustizie, rispettoso delle diversità e delle alterità; amante delle utopie concrete, di quelle utopie cioè, che non si stanno a guardare come la stella polare, ma che si possono realizzare camminando, strada facendo …
Sei tra noi ormai da 17 anni; abbiamo condiviso momenti belli e sofferenze personali e collettive; continua ad esprimerti nel binomio con cui riassumi il tuo ministero: Vangelo e giornale che può tradursi nel motto che ami: contemplazione e lotta: propulsione per una Chiesa altra, dove si intreccino, in felice sintesi, catechesi e liturgia, carità e denuncia…; continua ancora a spiegarci con passione la Parola che salva, a raccontarci lo stupore di un Incontro, ad indirizzarci sulla via giusta per essere testimoni credibili. Continua…
Gentilissimo Direttore, in qualità di abbonata sostenitrice della sua rivista, come omaggio e augurio personale per il suo sessantesimo, le invio il seguente testo che vorrei condividere con la comunità di Bonefro e con tutti i lettori del suo giornale.
Gentilissimo Direttore, in qualità di abbonata sostenitrice della sua rivista, come omaggio e augurio personale per il suo sessantesimo, le invio il seguente testo che vorrei condividere con la comunità di Bonefro e con tutti i lettori del suo giornale.
Ad un uomo così austero
tanto mite e riservato
che, in virtù del “ministero”,
qui “qualcuno” ci ha inviato.
Don Antonio, è risaputo,
sessant’anni ha già compiuto
e la sua comunità
grande festa gli farà.
Uomo in lotta ed in preghiera
che non vede mai la “sera”,
che ti parla di “speranza”
anche quando il buio avanza.
Nei momenti più preziosi,
familiari e religiosi,
con noi tutti ha condiviso
ora il pianto, ora il sorriso.
Sempre accorto e premuroso
verso chi è più bisognoso,
sempre pronto ad ospitare
chi non sa più dove andare.
Chiara e breve l’omelia
che ti indica la “Via”
anche se, ma poco importa,
a sinistra poi ti porta!
La sua idea, da sempre espressa,
ne la fonte è poi riflessa
dove scrive, informa e annuncia
il programma e la denuncia.
Il confronto alimentato
quasi un fiume è diventato
e, poiché anche in ciò si spende,
questo frutto già gli rende.
Corto, semplice e giocondo
il messaggio suo è profondo:
la bontà della notizia
è “la pace e la giustizia”.
La sua calma, la sua fermezza
ci rivela la fortezza
di chi prende decisioni
dopo lunghe riflessioni.
Scorre il tempo, vola via
ma rimane questa scìa,
alta, lunga e luminosa
di una vita generosa.
E con ciò, è il festeggiato
che un regalo ci ha donato
e l’augurio, per finire
sarà solo un bene-dire.
Giuseppina Colabella
giuseppina.colabella@gmail.com
Caro don Antonio,
oggi la nostra comunità ti si stringe attorno festante, per augurarti buon compleanno e per testimoniarti stima ed affetto.
Sarebbe interessante ma lungo, ripercorrere le tappe più importanti del tuo operato tra noi e tu ci hai insegnato ad essere brevi ed essenziali perciò diciamo solo che non dimentichiamo l’evento del tuo insediamento nella nostra parrocchia: la gioia e lo sconcerto nel percepire la “novità” della tua persona; sembrava riecheggiassero le parole del profeta Isaia: “Ecco, io faccio una cosa nuova; proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?” Qualcuno ricorda ancora la lettura della celebrazione di quel giorno: era il racconto di Davide contro il gigante Golia, in Samuele (1, 17). Davide si libera dell’armatura di cui il re Saul l’aveva rivestito e muove contro Golia con la sola fionda e alcuni sassi, uccidendolo; la valenza simbolica di questo testo era il messaggio che ti caratterizza: bisogna combattere con la fiducia in Dio e con le armi che si hanno, contro i giganti che ci stanno di fronte e che ci urlano addosso la legge spietata e sleale del più forte.
Ci sei sembrato subito un prete diverso dal concetto tradizionale che ne avevamo, e ce lo hanno poi confermato la tua vita, le tue scelte, i tuoi scritti: di parte, controcorrente, critico, per alcuni “scomodo”; mai neutrale, sempre pronto a denunciare le ingiustizie, rispettoso delle diversità e delle alterità; amante delle utopie concrete, di quelle utopie cioè, che non si stanno a guardare come la stella polare, ma che si possono realizzare camminando, strada facendo …
Sei tra noi ormai da 17 anni; abbiamo condiviso momenti belli e sofferenze personali e collettive; continua ad esprimerti nel binomio con cui riassumi il tuo ministero: Vangelo e giornale che può tradursi nel motto che ami: contemplazione e lotta: propulsione per una Chiesa altra, dove si intreccino, in felice sintesi, catechesi e liturgia, carità e denuncia…; continua ancora a spiegarci con passione la Parola che salva, a raccontarci lo stupore di un Incontro, ad indirizzarci sulla via giusta per essere testimoni credibili. Continua…
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