stampa e politica
13 Aprile 2010 Share

stampa e politica

 

L’articolo 21 della Costituzione della Repubblica Italiana afferma nel primo comma che  “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. È un principio importantissimo, che spesso siamo portati a sottovalutare o dal quale deroghiamo – in nome di presunte altre gravi ragioni.

Scrive al riguardo Gherardo Colombo in considerazione dell’impor- tanza assunta dall’informazione: “se i cittadini non possono informarsi adeguatamente, le loro scelte sono apparenti e non effettive, essendo sviate dalla parzialità, inesattezza o tendenziosità delle notizie che vengono loro fornite. …L’informazione era assai diversa da come la si intende oggi… quando è entrata in vigore la Costituzione. … L’ipotesi che una corretta informazione su fatti, responsabilità, coinvolgimenti, interessi nascosti, fosse il presupposto del voto consapevolmente espresso poteva forse essere immaginata, ma sicuramente non aveva un peso particolare nella realtà del tempo. Il contesto era certamente diverso una sessantina di anni fa, ma non tanto da modificare la sostanziale percezione dell’importanza dell’informazione. La diffusione delle notizie attraverso i giornali era cresciuta, era stata inventata la radio, la cui voce entrava direttamente nelle case e forniva conoscenze, talvolta in tempo reale, anche a chi non sapeva leggere. Tuttavia la percentuale di analfabeti era ancora elevata, e la radio era poco diffusa, soprattutto tra le persone più povere. L’Italia non conosceva ancora la televisione, che sarebbe diventata solo più tardi il più potente mezzo di diffusione delle informazioni, e di gran lunga il più convincente. Allora non si percepiva ancora chiaramente quanto il potere dei media potesse essere influente sulle scelte dei cittadini”.

 Prosegue ancora Colombo nel suggerire una possibile soluzione: “Essendosi così modificato il quadro, sarebbe opportuno introdurre nella Costituzione disposizioni che garantiscano al cittadino l’effettiva pluralità dell’informazione. Sarebbe necessario garantirne l’imparzialità rispetto agli altri poteri dello stato, all’economia e alla finanza, escludendo influenze indebite di queste ultime sull’amministra- zione della società” (G. Colombo, Sulle regole, Feltrinelli 2008).

Ecco ribadito quindi, come afferma il secondo comma dell’articolo 21 che “la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. Separazione netta quindi tra stampa e politica, come avviene nel mondo anglosassone, in cui grande rispetto viene riservato ad entrambi questi settori della vita sociale, ma con altrettanto forte rigore si rivendica la loro autonomia.

Nella piccola realtà regionale del Molise, il nostro periodico La fonte, da quattro anni, intende mantenere desta l’attenzione sull’area del cosiddetto “cratere” (non a caso la rivista si definisce “periodico dei terremotati”) per fare informazione “vera”, senza servilismi o piaggeria, sostenere le buone prassi, lavorare in collaborazione con altre associazioni o contribuire a che si attivino anche in Molise (ad esempio Libera). La fonte vuole continuare a leggere il territorio con occhi critici ed attenti, nel solco di quei valori portanti quali la pace, la solidarietà, l’accoglienza, il rispetto per l’ambiente. Il periodico si riconosce come strumento (certo inadeguato) al servizio della corretta informazione: l’ultima assemblea dei collaboratori dello scorso mese di agosto ha ribadito che il giornale non si trarrà indietro se ci sarà bisogno di contestare, se sarà necessario denunciare, ma inviterà a considerare fatti e dati reali; un compito non semplice e se anche non ci offrirà un pubblico vasto di lettori non ci tireremo indietro perché ciò che ci anima sono la ricerca e la volontà di contribuire alla crescita culturale, sociale e civile del nostro territorio. ☺

dario.carlone@tiscali.it

 

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