sull’acqua e il nucleare
20 Febbraio 2010 Share

sull’acqua e il nucleare

I tratti straordinari del nostro paesaggio li abbiamo ereditati da un impegno secolare di chi ci ha preceduto nell’abitare la Terra di Sanniti e Frentani. Da chi l’ha sempre rispettata senza inquinare i fiumi né bruciare i boschi o men che mai distruggere o violare i borghi, i monumenti, le chiese o i beni archeologici. Con pochi mezzi ma animati da buoni sentimenti i nostri avi hanno irreggimentato le acque, costruito gli argini, coltivati i terreni, piantato gli alberi e amato colli e montagne. Hanno pulito i boschi, rispettata la natura e allevato gli animali senza dilapidare i beni ambientali. Se oggi è ancora possibile immaginare un futuro bello per una terra preservata dall’industria pesante è proprio per l’armonia del suo paesaggio che si fonde con tradizioni, eventi, storia, cultura e arte in un mosaico che ha rari paragoni. La scarsa antropizzazione e la frammentazione  della popolazione in una miriade di piccoli comuni ci consegna un territorio da amare e da proporre come leva per un modello di sviluppo alternativo che richiami dall’esterno visitatori in cerca di ciò che altrove non c’è più.

Il rischio che corriamo è che questa generazione, a corto di ideali e non più in linea con una tradizione rurale dove la terra era l’inizio e il fine dell’opera dell’uomo, bruci millenni di tutela ambientale per inseguire investimenti sbagliati in settori altamente impattanti che deturpano, devastano e non creano né sviluppo, né occupazione. Non mi interessa in questa sede indagare se dietro l’arrivo della Turbogas ci sia stato un comportamento illecito di amministratori o imprenditori: sarà la Magistratura ad accertarlo. Mi limito ad evidenziare che Termoli  non è più la stessa città dopo l’entrata in funzione della Centrale. Non mi soffermo sulle penalizzazioni sofferte dai cittadini, dagli operatori turistici e dalle imprese agricole, perché ampiamente conosciute. Mentre assisto con qualche preoccupazione alla scelta delle Istituzioni Locali di monetizzare il danno anziché accertare la qualità e la quantità delle emissioni e degli scarichi. Sicuramente è positivo che diversi organi di informazione beneficiano di congrui pacchetti di pubblicità da parte della Turbogas, anche se un moderno e imparziale sistema di comunicazione non dovrebbe dipendere solo dai finanziamenti di aziende private.

Passando ad altra questione segnalo l’approvazione di una legge regionale sul Piano Casa che consentirà di costruire ovunque senza regole e mutando garage e depositi in appartamenti. Immaginiamo cosa possa diventare Campomarino e l’intera area costiera regionale già alle prese con speculazioni immobiliari di dubbia origine. E facciamo mente locale in generale su cosa può accadere con ampliamenti, demolizioni e ricostruzioni nei centri storici e nelle campagne, in una terra martoriata più volte dal terremoto.

È proprio vero che l’uomo non impara mai nemmeno dalle tragedie che gli procurano morte e lutti. Ancora non asciugavamo le lacrime di S.Giuliano che ci sono tornati a casa nelle bare i ragazzi che studiavano a L’Aquila per i crolli di edifici insicuri e noi non ne teniamo conto. No comment! Altro tema da brivido è l’eolico selvaggio: con una legge approvata sotto Ferragosto in Consiglio Regionale sono saltati vincoli, distanze dalle case, limiti numerici, salvaguardia di Altilia o di Pietrabbondante. Con un colpo di mano la Regione adotta una norma che permetterà di sbloccare col silenzio-assenso entro un massimo di 180 giorni centinaia di progetti  giacenti presso l’Assessorato all’Am- biente che prevedono l’installazione per il momento di duemila torri eoliche. Ovviamente in assenza di limiti saranno presentati altri progetti e i nostri boschi saranno progressivamente sostituiti da un paesaggio lunare con una selva di pale che stravolgeranno irreversibilmente il Molise. Per i profitti di pochi ci giocheremo il futuro di tutti e vivremo nel ronzio permanente di ultrasuoni che ci accompagneranno vita natural durante.

Menziono solo per titolo altre due vicende insidiosissime quali i traffici di rifiuti, i termovalorizzatori e i ritardi nella raccolta differenziata per un verso e il tentativo di regalarci accanto alla Turbogas una Centrale Nucleare che segnerebbe la nostra sconfitta su tutti i fronti. Ma per fortuna avverto su questi temi una positiva capacità reattiva della società civile, un forte ruolo di sentinella della Chiesa e una ritrovata attenzione dei giovani e di alcuni amministratori  che mi inducono a chiudere l’articolo con una nota di fiducia. Siamo ancora in tempo a salvaguardare la nostra terra. Uniamoci e lottiamo perché l’acqua, l’aria, l’ambiente e la natura appartengono all’umanità e non alle multinazionali.☺

petraroia.michele@virgilio.it

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