nè programma nè sviluppo
19 Aprile 2010 Share

nè programma nè sviluppo

 

La IX Legislatura ha preso il via senza colpi di scena, il dott. Pietracupa è stato nominato presidente del Consiglio regionale e tutto sembra procedere come concertato. La maggioranza si accinge a governare e l’opposizione invece a controllare. Iorio firma protocolli d’intesa col Governo Nazionale e tutto, in clima natalizio, scorre senza inciampi. Visto così sembra proprio il paese normale che tutti vorremmo e che la stampa molisana racconta ai suoi lettori. Ma veniamo a noi, ai problemi che da oltre cinque anni non vengono affrontati per via dell’incapacità di chi non ci ha governato prima e si accinge a non farlo ora. Della Termoli-San Vittore, oltre a un impegno senza soldi c’e’ solo tanto fumo: un progetto ampiamente contestato per una strada che collega l’Adriatico al Tirreno. Ma per farci cosa? Oltre a portarci dal Papa, servirà anche a qualcos’altro, visto che le aziende del termolese e quelle dell’isernino sono quasi tutte decotte? Una strada serve a trasportare culture ed economie. A meno che non si voglia far transitare sul Liscione le ricche immondizie  degli altri, ammorbandoci l’aria, l’idea di Di Pietro e quella di Iorio non danno futuro.

Per l’agricoltura, prima foraggiata ed oggi abbandonata, non si mette in campo nessun programma di sviluppo; i prodotti di qualità, e non di nicchia, che rappresenterebbero il punto di eccellenza  per far fronte alla concorrenza internazionale, sono oggetto di chiacchiere nei convegni patrocinati dalla nostra regione, nulla di più.

Quando piccole aziende dell’agro alimentare, come il caseificio di Casacalenda, ripetutamente vengono premiate in consessi nazionali e internazionali perché producono beni ineguagliabili, il presidente dell’ente di sviluppo regionale, che si suppone legga anche qualche giornale, dovrebbe alzare il culo dalla sua sedia e chiedere a questi  coraggiosi  imprenditori di costruire insieme il futuro della nostra terra, altro che consulenze affidate ai soliti noti con il solo scopo di creare potenti macchine per vincere le elezioni.

Programmare lo sviluppo significa vincolare la gestione a un’idea inderogabile solennemente espressa dal Consiglio Regionale. Vincolare la giunta regionale a questa idea impone anche al suo Presidente di rispettare il mandato a lui affidato dal Consiglio non consentendogli di approvare in un solo giorno centinaia di delibere elettorali. Nei cinque anni precedenti il nostro Consiglio Regionale non ha approvato un solo strumento di programmazione cosicché i fondi strutturali del POR sono finiti nelle mani del Commissario per il terremoto per essere sperperati a suo piacimento senza controllo alcuno. Non esiste un programma Regionale di Sviluppo né un piano Energetico; non è mai stato aggiornato il Piano Sanitario Regionale né alcun altro Piano è stato elaborato. Tutto ciò ha consentito a Iorio e alla sua giunta di avere mani libere nella distribuzione di fondi pubblici ad amici e compari. Basti pensare che i fondi dell’art 15, appositamente studiato per risollevare l’economia delle zone depresse colpite dal sisma, sono finiti invece alla Provincia di Isernia per sistemare cunette e marciapiedi. La ricostruzione pesante, nelle zone del cratere, stenta a partire per mancanza di fondi, dice Iorio: fino a ieri aveva convinto tutti che di soldi per il terremoto ce n’erano abbastanza, sarebbe bastata questa menzogna per mandarlo a casa, ma è risaputo che noi molisani crediamo ancora alla befana o alle favole che di tanto in tanto ci racconta l’On.le Astore, il quale si ostina a farci credere, prima con un ordine del giorno presentato al Parlamento e al quale nessuno ha potuto dire di no, ora,  più esplicitamente, con una lettera al presidente Prodi con la quale si dice deluso per la mancata inclusione nella legge finanziaria di abbuoni tributari e fiscali a favore dei terremotati, che i dirigenti molisani della sinistra hanno a cuore e soffrono, fino al punto di non dormirci per la sorte dei terremotati. Oggi la sinistra, incapace di fare i conti con il proprio fallimento nell’azione di controllo e di verifica oltre che in quello di proposta, resta attonita verso la sconfitta elettorale. Dieci consiglieri su dodici del centro sinistra sono rimasti a casa per il giudizio negativo che il suo elettorato gli ha riservato. Restano in sella i veri responsabili di questa disfatta, quelli che con tracotanza  continuano a dire: “compagni, vediamo dove avete sbagliato”.   ☺

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