Tony Vaccaro
4 Settembre 2014 Share

Tony Vaccaro

FOTO Tony Vaccaro – effetti catastrofici della guerra

(per gentile concessione di Reinhard Schultz)

, da padre e madre molisani emigrati agli inizi del XX secolo. All’età di tre anni torna con la sua famiglia in Molise. Nel 1925 muore la madre e, successivamente, nel 1928 il padre. A causa della morte prematura dei genitori, Tony vive la sua infanzia e la sua adolescenza con le sue sorelle, Gloria e Assunta, a Bonefro. Nel 1939 con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale Tony torna in America dove, fino al 1943 frequenta la High School. Qui il suo insegnante di scienze lo introduce alla fotografia ed inizia così le sue sperimentazioni fotografiche con la sua prima macchina fotografica, una Argus C3. Nel 1943 viene arruolato nell’esercito degli Stati Uniti e, nell’aprile del 1944, è inviato in Inghilterra con l’83a Divisione di Fanteria, ricevendo l’autorizzazione dal comandante di battaglione di scattare fotografie a condizione di svolgere sempre il suo dovere di soldato. Tony prende parte allo sbarco in Normandia e alla progressiva liberazione dell’Europa occidentale. Nel 1945 viene congedato e decide di rimanere in Europa accettando un impiego come fotografo per il Ministero degli Esteri Americano. Alla fine del conflitto il suo primo grande desiderio è quello di tornare in Molise, nel suo paese d’infanzia: Bonefro. Oltre a fotografare i segni della distruzione che la guerra aveva lasciato all’Italia, Tony dà spazio alla bellezza del paesaggio naturale, all’ambiente, alle tradizioni e ai personaggi comuni della sua terra, temi con i quali mette a punto la sua tecnica e la sua arte fotografica.

Ritorna in America solo nel 1949 dove si specializza in Giornalismo e Scienze alla Long Island University. A partire dal 1950 inizia la sua carriera professionale di fotoreporter, lavorando per le migliori riviste dell’epoca come Flair, Look e Life, incontrando molti personaggi di rilievo come Chaplin, Brando, Callas, Dietrich, Clark Gable, Fellini, Sophia Loren, Kennedy, Le Corbusier, Marcel Marceau, Peggy Guggenheim, Ernst Pollock, Grace Kelly, Anna Magnani, Picasso, l’architetto Wright, De Chirico, De Sica, Burri ed altri del mondo politico ed artistico.

Le sue foto oltre ad essere un contributo storico, artistico e culturale, comunicano l’esperienza umana vissuta dallo stesso Tony nel corso della sua vita. Ancora oggi all’età di 92 anni ogni volta prima di uscire porta con sé la sua macchina fotografica, l’immancabile Leica. Egli afferma: “È proprio il destino di noi fotografi ad avere bisogno di osservare il mondo attraverso il mirino di una macchina fotografica”.☺

sostenibilità

Alcune persone cambiano mezzo di trasporto dopo aver letto un rapporto scientifico sul riscaldamento globale. Altre modificano la propria dieta dopo aver visto un servizio sulla deforestazione in Amazzonia e sul ruolo giocato in questo processo dall’agroindustria. Altre ancora, forse, iniziano a guardare la provenienza del pesce che comprano al supermercato dopo aver appreso i devastanti effetti della pesca industriale. Vi sono anche quelle che decidono di non acquistare indumenti di determinate marche dopo aver scoperto le condizioni di lavoro degli operai che li confezionano. C’è chi, addirittura, va nella sua banca a chiedere dove si stanno investendo i suoi risparmi dopo aver letto un articolo sul commercio delle armi. Ma l’immensa maggioranza delle persone, ammettiamolo, non lo fa. Come afferma Peter Singer con un misto di ironia, rassegnazione e realismo, riflettendo sul comportamento umano, “i fatti, per se stessi, non ci offrono le ragioni per l’azione”. Chi le offre allora? Chi è capace di motivare, incoraggiare e sostenere l’impegno etico nel corso del tempo?

Jaime Tatay

caro direttore, di seguito, il sogno di cui ti ho parlato, alla vigilia della visita del Papa in Molise!

Papa Francesco, avendo letto la lettera aperta che gli hai scritto su la fonte di giugno, dove parli di quella specie di set cinematografico dentro il quale vorranno costringerlo a recitare il copione che gli organizzatori hanno preparato per lui, ha deciso di fare un salto “dietro”; le quintedomani verrà a parlare con te per farsi partecipe delle preoccupazioni e dell’immenso bisogno di speranza della comunità parrocchiale che “animi, ricambiato da grande affetto”.

P.S. Come ho avuto modo di dirti, ho sperato con tutto il cuore che il sogno si realizzasse! Non è accaduto, ma rimane la gratitudine infinita per la tua coraggiosa testimonianza e la fiducia che potremo trovare ancora l’unità e la forza per affrontare i tanti problemi del nostro territorio.

“Hasta la victoria siempre”!

Nadia Iarocci

iaroccinadia@libero.it

 

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