Tra passato e futuro
14 Luglio 2021
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Tra passato e futuro

M’è capitato di leggere un brano di Paolo Canci, apparso sull’ultimo numero di Tracce (giugno 2021), dal titolo “Pensando e ripensando”. Lì per lì, ad una lettura superficiale, m’era parso un brano come tanti; riflessioni, diciamo così, ordinarie. Eppure, rileggendolo, quelle righe, ispirate da buon senso, m’hanno mosso qualcosa dentro, come succede a chi non è più giovane ma nemmeno ancora vecchio. Pertanto, in quanto non più giovane ma nemmeno ancora vecchio, tendo a volgere uno sguardo al passato ed uno sguardo al futuro. Sicché, mi sento di buttare giù pochi pensieri senza pretese, ritenendo che gli argomenti suggeriti da Paolo siano alquanto affascinanti.

In primis, il dovere della memoria. Memoria storica collettiva, memoria individuale. È cosa buona per noi, non più giovani ma nemmeno ancora vecchi, dare atto alla generazione dei nostri genitori, testimoni dell’ultima guerra mondiale e degli anni del dopoguerra, degli sforzi fatti per costruire il nostro attuale presente; è cosa buona tenere a mente il debito morale e di gratitudine che abbiamo nei loro confronti per il livello di benessere  di cui, in linea generale, oggi godiamo. Non sopporto chi, parlando del più e del meno, ha sempre da lamentarsi senza giusto motivo. Siamo, purtroppo, circondati da persone lamentose. Sì, d’accordo, tante cose non vanno: gli “oneri di sistema” delle bollette delle varie utenze, che scaricano sui cittadini negligenze ed incapacità dei gestori; i (tanti) cattivi politici; criticità nel sistema giudiziario ed in taluni magistrati, diciamo così, opachi, che non soccorrono chi ha sete di giustizia; ed altro ed altro ancora, chi più ne ha più ne metta.

Ma, farci un onesto … esame di coscienza, no? L’esame di coscienza che ci insegnavano nel vetusto “catechismo” che in parrocchia ci veniva impartito da ragazzini. Ore di gioco ed ore di formazione, su cui sicuramente oggi verrebbe da sorridere, ma che comunque ci hanno fornito dei paletti, pur  criticabili ma sempre meglio di niente, che ci hanno aiutato a non perdere il sentiero, ad evitare guai grossi. Come dimenticare le figure di quei formidabili leader che hanno illuminato il sentiero degli anni giovanili: il Mahatma Gandhi, Martin Luther King, Nelson Mandela, solo per citarne alcuni. Per i ventenni di oggi tali nomi sono forse … preistoria, eppure parliamo di appena pochi decenni fa. Non di meno, come non accennare alle figure di grandi italiani, Sandro Pertini, Aldo Moro, Rita Levi Montalcini ed altri. Figure di appena … qualche anno fa, eppure sconosciute a troppi adolescenti di oggi.

Mi rendo conto che l’argomento qui menzionato è delicatissimo. Parliamo di come formare uomini e donne adulti, buoni cittadini e buone cittadine. Su questi temi hanno sbattuto la faccia, nel secolo scorso, don Lorenzo Milani, il maestro Alberto Manzi, nonché menti ben più acute della mia, che ha cominciato a perdere neuroni e che non ha più la lucidità d’un tempo. Perciò non vado oltre.

A volte – è normale – c’interroghiamo sul futuro. Nessuno ha la palla di vetro, nessuno può dire se e quando potremmo dover dare sicurezza ai nostri passi accompagnandoci col bastone. Potrà succedere, pazienza.

Il giornalino sezionale Tracce durerà? Chi può dirlo? Durerà finché durerà. Ogni cosa inizia, ogni cosa finisce. Mi riferiscono che il CAI Vasto conta qualche iscritto in meno. Perché meravigliarsi? Con o senza pandemia, le cose umane sono così: è tutto precario, è tutto transitorio. Come ricordava il greco Eraclito, pànta rèi = tutto scorre …

Concludendo, cerchiamo di andare avanti giorno per giorno come meglio possibile. Viviamo alla giornata; giorno per giorno, cerchiamo di apprezzare la metà del bicchiere “mezzo pieno”. Ci sarà sempre un bicchiere mezzo pieno. Così come, ai nostri occhi, ci sarà sempre, in tutte le cose, un bicchiere mezzo vuoto.

Grazie dell’attenzione.

 

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