Transumanza come passione
4 Luglio 2019
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Transumanza come passione

Parto dalla fine cercando di essere breve. Poco dopo la morte di mio padre, il comune di Guardiaregia ebbe l’idea di realizzare dei mosaici nel borgo che riguardassero la storia e la vita del paese. Proposi di rappresentare la transumanza, attività fortemente praticata in paese fino agli anni ’80, vista la vicinanza del tratturo e d’accordo con la mia famiglia finanziai, per intero, il mosaico sulla storia della transumanza e lo dedicammo a mio padre.

Mio padre dopo aver fatto alcune transumanze decise di seguire l’amore della sua vita, raggiungendo così la sua fidanzata a Toronto, in Canada. Una storia molisana. A partire, quindi, dal 1960, iniziò una nuova vita, fatta di lavoro e integrazione, e sono nata io. Nel 1968 mio padre decise di tornare in paese per una breve visita alla sua famiglia. Una volta lì si riaccese qualcosa in lui. Rientrato in Canada, espresse a mamma la volontà di tornare per sempre a Guardiaregia e così da lì a poco ripartì. Noi lo raggiungemmo un anno dopo. Poi capii perché.

Quell’anno di attesa fu triste e lungo per me e lo ricordo ancora in modo intenso perché da piccola non capivo la sua assenza, fu il primo anno e il primo Natale passato senza di lui. Conservo ancora una fotografia sotto l’albero di Natale con in mano la sua cartolina di auguri e il tappeto ricevuto per regalo raffigurante una donna in costume con la tina in testa.

Del giorno che finalmente lo raggiungemmo ho ancora un bellissimo ricordo, all’aeroporto vidi solo lui e gli sono volata tra le braccia. Poi il viaggio fino a Guardiaregia e l’arrivo di notte, mia madre che mi sveglia dicendomi che eravamo arrivati al paese ed io che mi ritrovai in un immaginario paese dei balocchi, vedendo luci ovunque. Mi è rimasta in mente questa immagine del mio arrivo a Guardiaregia, e spesso mi è capitato di pensare che fosse il ricordo di un sogno. Solo da grande realizzai che eravamo arrivati in paese nel giorno della festa di S. Nicola, per questo il paese era addobbato con le luminarie tanto da sembrarmi un paese dei balocchi.

Festa particolare quella del patrono S. Nicola, che si festeggia il 6 Dicembre e il 9 maggio, ma a Guardiaregia, ancora oggi, la festa si ripete il 31 maggio, il giorno che tornavano a casa i pastori. L’amarezza tornò presto perché a settembre mio padre ripartì per la transumanza. Era il 1969 e così fece tutti gli anni fino al 1983: per 14 lunghi anni mio padre partiva per lunghi nove mesi, e io e mia madre rifugiate in casa ad attendere il suo rientro. Solo ora mi torna in mente che neanche una volta andai a salutare mio padre in partenza, ma lo sentivo partire da dietro la finestra. Sì, sentivo il gran frastuono di campanacci delle tante vacche che si allontanavano e con loro mio padre.

Ogni anno il festoso ritorno avveniva la notte del 30 Maggio, poi il 31 mattina si faceva una grande fiera del bestiame a valle del paese nei pressi del tratturo, e la sera la ripetizione della festa di S. Nicola.

L’anno in cui mio padre è stato malato fu un altro anno intenso in cui mi sono riappropriata di tanti suoi ricordi e pezzi della sua vita non trascorsa assieme. Ho capito solo allora perché mio padre volle tornare dal Canada, mi raccontò del forte amore che aveva per il bestiame, come lo curava, del latte, della lavorazione, tutte fonti di sopravvivenza. Lui era addetto alla lavorazione del latte, altri erano destinati alla cura del bestiame o alla mungitura, o alla vendita dei prodotti, ma al ritorno tutti tornavano con tanti soldi e vitellini.

D’estate gli armenti erano destinati al pascolo in montagna sul Matese, e lui seppur più presente a casa, almeno una volta al giorno andava a controllarli o in particolari condizioni di siccità a spostarli verso le sorgenti.

Una passione, quella di mio padre, che non sento, ma che è stata trasmessa involontariamente a mio figlio Alessio che, dopo gli studi, ha deciso di riportare in vita la passione del nonno, diventando un piccolo casaro. Ha osservato e seguito ogni gesto, ogni alchimia del suo lavoro, così da imparare, anche dal silenzioso movimento delle mani, il mestiere di mio padre.

Attraverso i gesti di mio figlio oggi rivivo l’intenso ricordo di mio padre.☺

 

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