Un aiuto contro il covid 19
10 Ottobre 2020
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Un aiuto contro il covid 19

Ancora una volta dalla natura provengono la speranza e l’opportunità di una nuova arma contro le malattie degli uomini: grazie a studi internazionali, ai quali ha collaborato per l’Italia il Cnr, è stato scoperto che una molecola, presente in abbondanza in alcuni vegetali molto comuni, svolge un’azione letale nei confronti del temibile Sars-Cov-2, inibendone la replicazione. Si tratta della quercetina, che, sebbene non ancora ottimizzata in laboratorio, ha un effetto antivirale paragonabile a quello dei migliori farmaci antivirali attualmente a disposizione per il trattamento del Covid. La ricchezza di questa scoperta risiede anche nel fatto che la quercetina è una sostanza presente in natura, gratuita e non brevettabile, a disposizione di chiunque voglia usarla come punto di partenza per nuove ricerche.

Di quercetina è particolarmente ricco il cappero, ma la contengono in minore quantità anche la cipolla e il radicchio rosso. Oltre alle già descritte proprietà antivirali, efficaci contro il Coronavirus, la quercetina possiede anche proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, antiallergiche ed è ottimamente tollerata dall’uomo.

Il cappero (Capparis spinosa) è un piccolo arbusto a portamento prostrato-ricadente. Il fusto sviluppa dei rami lignificati solo nella parte basale, spesso molto lunghi, dapprima eretti, poi striscianti o appunto ricadenti. Le foglie sono alterne di consistenza carnosa. I fiori sono solitari,  peduncolati, molto vistosi. Caratteristici sono gli stami rosso-violacei, provvisti di filamenti molto lunghi. Quanto ai frutti, sono delle capsule a forma di fuso anch’essi carnosi, con polpa di colore rosaceo. Comunemente sono chiamati cucunci o cocunci.

La pianta entra in riposo durante i mesi freddi e riprende l’attività vegetativa in primavera; la fioritura si ha nei mesi di maggio e giugno.

Il cappero è coltivato fin dall’antichità ed è diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo. È spontaneo su substrati calcarei ed è possibile trovarlo su vecchie mura dove forma cespi con rami penduli lunghi anche diversi metri. Le prime testimonianze risalgono all’epoca romana, ma certamente era utilizzato anche prima di tale data. Dioscoride, nel 70 d. C., già ne parlava nella sua opera De materia medica. I medici, a quel tempo, dedicavano molta attenzione all’alimentazione, considerata la prima teoria utile per rimanere in salute. Nell’antichità si riteneva in particolare che il cappero avesse proprietà diuretiche e alleviasse il mal di denti.

Oltre che come rimedio naturale, questo piccolo bocciolo è conosciuto e utilizzato da tempi remoti anche in cucina ed è un tipico alimento della zona mediterranea. L’ampia diffusione e l’uso tradizionale che se ne fa in particolare nella cucina siciliana li hanno portati a essere inseriti nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali (PAT). Le proprietà aromatiche sono contenute proprio nei boccioli del fiore che si raccolgono ancora chiusi e si conservano in macerazione sotto sale o sotto aceto. I capperi sono solitamente usati per aromatizzare le pietanze e si sposano bene con una grande varietà di cibi: dalla carne, al pesce, alla pasta; sono ottimi anche nelle focacce rustiche e nei ripieni di pasta fresca. Noi suggeriamo il pesto.

Tra le curiosità che riguardano il cappero, struggente è la leggenda di Caparina e Ippo.

Caparina era il fiore bellissimo di una pianta di cappero nata in un’isola, su un costone che si infilava a strapiombo nel mare. In una notte in cui la luce bianca della luna si rifletteva sulla roccia, un delfino di nome Ippo sbucò dall’acqua e si mise a osservare quel cespuglio. Fu un’attrazione fatale. Può un delfino invaghirsi di una pianta ed esserne corrisposto? Evidentemente sì. Caparina e Ippo si giurarono amore ed eterna e reciproca fedeltà. Tutto quel trambusto non era però sfuggito ad Ascanio, l’unico abitante dell’isola, che campava soprattutto di pesca e del latte prodotto dalla sua capra piccola e bisbetica, di nome Bertola. Ascanio, ogni giorno, cacciava e pescava senza tuttavia togliere gli occhi di dosso dal suo vero bersaglio, Ippo, a cui un giorno lanciò la fiocina che aveva affilato da tempo e lo trapassò senza alcuna pietà. Caparina, dall’alto del suo scoglio, seguì con lo sguardo lo spettacolo più terribile della sua esistenza. Pianse per giorni e giorni, e le sue foglie diventarono brune in segno di lutto. Dopo un mese, come per magia, sbucarono tra i rami alcuni piccoli boccioli verdi, dai riflessi d’argento come quelli di un delfino. Era il cappero, nato da una tragedia d’amore.

Pesto ai capperi

Questa è una variante più saporita al classico pesto, perfetta per degli spaghetti. Mettere in un mixer 2 cucchiai di capperi dissalati, dell’olio extravergine di oliva, qualche foglia di basilico, mezzo spicchio d’aglio, un filetto d’acciuga e una manciata di pinoli. Frullare tutto sino a ottenere una crema densa e uniforme. Aggiungere del parmigiano e condire la pasta.☺

 

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