
Un futuro diverso per stellantis
Il 4 Giugno del 2022 la fonte affrontò in una bella conferenza a Termoli la straordinaria opportunità che la gigafactory di Stellantis avrebbe rappresentato per il Molise, per il centrosud e per l’intero paese. Da quella conferenza molta acqua è passata sotto i ponti, molte cose sono cambiate, molti impegni sono evaporati e lo stabilimento di Stellantis rischia di essere un’illusione.
Il 18 di Ottobre i metalmeccanici hanno manifestato tutta la loro preoccupazione a Roma, gran parte del mondo politico discute e dichiara dopo un lungo letargo. La fonte e Molise Domani il 19 Ottobre in una conferenza stampa hanno denunciato il rischio di un grande errore e di un grande inganno.
È un grave errore negare l’urgenza e la drammaticità del cambiamento climatico, è un gravissimo errore ignorare gli imperativi della transizione ecologica, dilatare e rinviare scelte sulla transizione energetica e infine non cogliere la parentela profonda fra transizione ecologica e transizione sociale.
È un grande inganno dire ai lavoratori, agli operai, ai cittadini di Termoli e del Molise che dobbiamo invertire la rotta del cambiamento, della decarbonizzazione e della transizione, negare la necessità di un sistema di produzione e di consumo sostenibile.
Se “i negazionisti” e i conservatori di un passato morente dovessero vincere, allora condanneremmo la nostra manifattura e il nostro sistema sociale alla marginalità e alla sconfitta.
Se le macchine elettriche, l’ innovazione tecnologica e la materia prima della Cina vincono la competizione sui mercati lo si deve non al genio orientale, bensì a interessi, a lobby dell’economia del fossile che condizionano economia, scienza, società e politica della nostra Europa. È ridicolo, è un puro inganno sostenere che l’Occidente non ha il potenziale culturale, scientifico ed economico per vincere la sfida della sostenibilità e della macchina elettrica nel mondo.
Il problema reale che abbiamo è il servilismo della politica nei confronti di quei poteri forti che stanno portando il mondo sull’orlo del baratro. Negare l’obbligo della transizione ecologica e alimentare guerre sono due facce della stessa medaglia e degli stessi poteri.
Nella sua conferenza la fonte ha presentato un documento sul quale inviterà forze politiche, soggetti istituzionali e sociali, associazioni e comitati a discutere con serietà fuori da interessi particolari e senza la usuale faziosità politica.
Questi alcuni dei punti fondamentali.
a) È giusto che tutti si chieda a Stellantis un piano industriale per il futuro, una programmazione economica sui tempi e i modi della produzione di batterie e la definizione di un centro di ricerca e di sviluppo tecnologico. Sono richieste sensate, ma la prima delle richieste deve essere ben più impegnativa e vincolante.
Il governo italiano e l’insieme delle forze politiche debbono dichiarare “strategica” l’ azienda Stellantis di Termoli e chiedere l’ingresso dell’Italia nella camera dei bottoni, nel centro di comando di Stellantis. È già così per la Francia sia direttamente con oltre il 6% dell’azionariato e sia indirettamente grazie alla presenza pubblica nella Peugeot. Il presidente di Stellantis, Elkann, che è il maggior azionista e che solo pochi giorni fa ha rivendicato l’italianità della Fiat, ha il dovere-diritto di sostenere questa presenza dell’Italia. Solo così i piani industriali di Stellantis non saranno parole scritte sull’acqua, “e gli stessi doverosi investimenti pubblici non saranno danari buttati al vento. Inoltre l’Italia chieda alla Germania e alla Francia di entrare insieme nel capitale sociale di ACC, la start europea fondamentale per la realizzazione delle batterie in Europa.
b) In secondo luogo, è fondamentale intervenire su quei fattori di produzione che sono decisivi per la competitività di Stellantis nel mercato internazionale, primo di questi fattori è l’energia. Questione che la fonte aveva già posto con forza nella conferenza di giugno e sulla quale ha organizzato un incontro scientifico proprio a Termoli.
Questa la proposta: “Realizzare un parco eolico offshore distante 40 chilometri dalla costa che permetta di sostenere non solo i cittadini molisani, ma in primo luogo l’azienda Stellantis, abbassando così in modo serio i costi di produzione. Questa scelta non solo renderebbe lo stabilimento di Termoli, sul punto fondamentale dell’energia, competitivo con gli altri stabilimenti europei, ma ancorerebbe Stellantis al territorio molisano e allo stesso tempo darebbe un forte argomento in più per liberare terreni fertili e le nostre belle colline da pannelli solari e pale eoliche. Se il parco eolico fosse accompagnato dalla strategia delle comunità energetica, allora sì la regione Molise potrebbe essere un laboratorio e un protagonista italiano della transizione energetica”.
c) Infine è del tutto evidente che questa grande sfida mondiale ha una condizione fondamentale, ovvero la partecipazione e la presenza da protagonista delle istituzioni e della politica europea.
Solo così sarà possibile vincere le grandi sfide, sulle quali i cinesi hanno dato sin qui una lezione a tutti, quella del mercato delle materie prime e quella ancor più fondamentale della ricerca scientifica e dell’ innovazione tecnologica. E solo così si potrà raccogliere il cuore sociale della transizione ecologica, ovvero la redistribuzione democratica del potere e della ricchezza sociale. E se l’Europa recupererà la sua tradizione sociale migliore, allora sarà l’indiscutibile protagonista di “un new deal” nel mondo.☺