Chi ha passeggiato recentemente nelle strade di Casacalenda avrà notato spuntare negli angoli, sui balconi, in mezzo ai cortili, alcune sagome nere rappresentanti i personaggi leggendari del cinema di tutti i tempi. È la presenza di queste ombre tra la gente viva, la loro familiarità con il nostro agire quotidiano, che ci fa capire come la cultura, quella cinematografica nello specifico, sia un flusso eterno e popolare, nel quale siamo immersi e che ci permette di muoverci, spostarci in avanti e costruire il nostro futuro. Il cinema che parla di tutto e coinvolge tutti, la cultura che ha un’opinione nobile ed elevata del suo fruitore: sono questi i principi che hanno ispirato le scelte dell’undicesima edizione di MoliseCinema. A partire della locandina del festival, dove la bellezza adulta di Anna Magnani, che appare ritratta nella bellissima foto di Tony Vaccaro, emana una dolcezza e un'umanità quasi domestiche.
I temi che si è scelto di affrontare nei piccoli e grandi spazi di discussione sono stati molteplici: la malattia mentale, l’arte contemporanea, il lavoro, l’immagine di Cristo nel cinema, il destino dei piccoli paesi, l’origine dell’universo, l’emigrazione, mentre il focus dei documentari è stato fissato sui grandi protagonisti del cinema italiano, come Sordi, Zurlini, Tornatore, e i lungometraggi hanno cercato di incontrare il desiderio di varietà e gli interessi del pubblico.
Sono intervenuti a MoliseCinema 2013 molti protagonisti del grande schermo: Antonio Piazza e Fabio Grassadonia, registi di Salvo, Francesco Amato, regista del film Cosimo e Nicole, Valia Santella, sceneggiatrice di Miele, Fabiana Sargentini, regista di Non lo so ancora, tutti film selezionati per il concorso “Opere prime e seconde”. E poi l'attrice Donatella Finocchiaro e l'attore Giorgio Colangeli, interpreti di grande qualità del cinema italiano, che si sono raccontati al pubblico, così come i documentaristi Mario Balsamo, Roland Sejko, Aureliano Amadei e Adolfo Conti.
Tra gli ospiti anche gli scrittori Antonio Pascale, Luca Tarantelli e Franco Arminio, e tanti altri, i cui brillanti e generosi interventi hanno accresciuto il festival e creato un mutuo arricchimento tra il territorio e i suoi ospiti. Il radicamento, necessità intima e misconosciuta dell’anima umana, e l’apertura, sono infatti altre due parole chiave del festival, che cerca di legare gli ampi spazi della nostra terra ad uno slancio ancora maggiore verso l’esterno.
Tra i vincitori del concorso – le cui sezioni (cortometraggi internazionali e cortometraggi italiani, documentari e lungometraggi) hanno avuto il piacere di registrare oltre mille iscritti da tutti il mondo – si segnalano Passo a due di Teresa Iaropoli, che ha toccato il delicato tema dell’amore omosessuale in un coppia di donne ottantenni che hanno condiviso la loro vita; la menzione speciale a More than two hours, dell'iraniano Ali Asgari, corto dedicato alla difficile condizione femminile in Iran; e Non è successo niente, di Chantal Toesca, sulla solitudine metropolitana degli anziani, quest'ultimo vincitore del premio del pubblico tra i corti italiani.
Il cinema è sempre rimasto un occhio aperto sul mondo, nonostante i tempi di crisi per tutti noi, ma Crisi che deriva dal greco Krino significa discernere e, in senso più ampio, valutare! Noi abbiamo scelto di credere di meritare il meglio, al di là delle nostre risorse economiche e dei tempi bui. La gente ha scelto di partecipare, seguire, intervenire e sostenerci, anche attraverso la critica. ☺
Chi ha passeggiato recentemente nelle strade di Casacalenda avrà notato spuntare negli angoli, sui balconi, in mezzo ai cortili, alcune sagome nere rappresentanti i personaggi leggendari del cinema di tutti i tempi. È la presenza di queste ombre tra la gente viva, la loro familiarità con il nostro agire quotidiano, che ci fa capire come la cultura, quella cinematografica nello specifico, sia un flusso eterno e popolare, nel quale siamo immersi e che ci permette di muoverci, spostarci in avanti e costruire il nostro futuro. Il cinema che parla di tutto e coinvolge tutti, la cultura che ha un’opinione nobile ed elevata del suo fruitore: sono questi i principi che hanno ispirato le scelte dell’undicesima edizione di MoliseCinema. A partire della locandina del festival, dove la bellezza adulta di Anna Magnani, che appare ritratta nella bellissima foto di Tony Vaccaro, emana una dolcezza e un'umanità quasi domestiche.
I temi che si è scelto di affrontare nei piccoli e grandi spazi di discussione sono stati molteplici: la malattia mentale, l’arte contemporanea, il lavoro, l’immagine di Cristo nel cinema, il destino dei piccoli paesi, l’origine dell’universo, l’emigrazione, mentre il focus dei documentari è stato fissato sui grandi protagonisti del cinema italiano, come Sordi, Zurlini, Tornatore, e i lungometraggi hanno cercato di incontrare il desiderio di varietà e gli interessi del pubblico.
Sono intervenuti a MoliseCinema 2013 molti protagonisti del grande schermo: Antonio Piazza e Fabio Grassadonia, registi di Salvo, Francesco Amato, regista del film Cosimo e Nicole, Valia Santella, sceneggiatrice di Miele, Fabiana Sargentini, regista di Non lo so ancora, tutti film selezionati per il concorso “Opere prime e seconde”. E poi l'attrice Donatella Finocchiaro e l'attore Giorgio Colangeli, interpreti di grande qualità del cinema italiano, che si sono raccontati al pubblico, così come i documentaristi Mario Balsamo, Roland Sejko, Aureliano Amadei e Adolfo Conti.
Tra gli ospiti anche gli scrittori Antonio Pascale, Luca Tarantelli e Franco Arminio, e tanti altri, i cui brillanti e generosi interventi hanno accresciuto il festival e creato un mutuo arricchimento tra il territorio e i suoi ospiti. Il radicamento, necessità intima e misconosciuta dell’anima umana, e l’apertura, sono infatti altre due parole chiave del festival, che cerca di legare gli ampi spazi della nostra terra ad uno slancio ancora maggiore verso l’esterno.
Tra i vincitori del concorso – le cui sezioni (cortometraggi internazionali e cortometraggi italiani, documentari e lungometraggi) hanno avuto il piacere di registrare oltre mille iscritti da tutti il mondo – si segnalano Passo a due di Teresa Iaropoli, che ha toccato il delicato tema dell’amore omosessuale in un coppia di donne ottantenni che hanno condiviso la loro vita; la menzione speciale a More than two hours, dell'iraniano Ali Asgari, corto dedicato alla difficile condizione femminile in Iran; e Non è successo niente, di Chantal Toesca, sulla solitudine metropolitana degli anziani, quest'ultimo vincitore del premio del pubblico tra i corti italiani.
Il cinema è sempre rimasto un occhio aperto sul mondo, nonostante i tempi di crisi per tutti noi, ma Crisi che deriva dal greco Krino significa discernere e, in senso più ampio, valutare! Noi abbiamo scelto di credere di meritare il meglio, al di là delle nostre risorse economiche e dei tempi bui. La gente ha scelto di partecipare, seguire, intervenire e sostenerci, anche attraverso la critica. ☺
Chi ha passeggiato recentemente nelle strade di Casacalenda avrà notato spuntare negli angoli, sui balconi, in mezzo ai cortili, alcune sagome nere rappresentanti i personaggi leggendari del cinema di tutti i tempi. È la presenza di queste ombre tra la gente viva, la loro familiarità con il nostro agire quotidiano, che ci fa capire come la cultura, quella cinematografica nello specifico, sia un flusso eterno e popolare, nel quale siamo immersi e che ci permette di muoverci, spostarci in avanti e costruire il nostro futuro. Il cinema che parla di tutto e coinvolge tutti, la cultura che ha un’opinione nobile ed elevata del suo fruitore: sono questi i principi che hanno ispirato le scelte dell’undicesima edizione di MoliseCinema. A partire della locandina del festival, dove la bellezza adulta di Anna Magnani, che appare ritratta nella bellissima foto di Tony Vaccaro, emana una dolcezza e un'umanità quasi domestiche.
I temi che si è scelto di affrontare nei piccoli e grandi spazi di discussione sono stati molteplici: la malattia mentale, l’arte contemporanea, il lavoro, l’immagine di Cristo nel cinema, il destino dei piccoli paesi, l’origine dell’universo, l’emigrazione, mentre il focus dei documentari è stato fissato sui grandi protagonisti del cinema italiano, come Sordi, Zurlini, Tornatore, e i lungometraggi hanno cercato di incontrare il desiderio di varietà e gli interessi del pubblico.
Sono intervenuti a MoliseCinema 2013 molti protagonisti del grande schermo: Antonio Piazza e Fabio Grassadonia, registi di Salvo, Francesco Amato, regista del film Cosimo e Nicole, Valia Santella, sceneggiatrice di Miele, Fabiana Sargentini, regista di Non lo so ancora, tutti film selezionati per il concorso “Opere prime e seconde”. E poi l'attrice Donatella Finocchiaro e l'attore Giorgio Colangeli, interpreti di grande qualità del cinema italiano, che si sono raccontati al pubblico, così come i documentaristi Mario Balsamo, Roland Sejko, Aureliano Amadei e Adolfo Conti.
Tra gli ospiti anche gli scrittori Antonio Pascale, Luca Tarantelli e Franco Arminio, e tanti altri, i cui brillanti e generosi interventi hanno accresciuto il festival e creato un mutuo arricchimento tra il territorio e i suoi ospiti. Il radicamento, necessità intima e misconosciuta dell’anima umana, e l’apertura, sono infatti altre due parole chiave del festival, che cerca di legare gli ampi spazi della nostra terra ad uno slancio ancora maggiore verso l’esterno.
Tra i vincitori del concorso – le cui sezioni (cortometraggi internazionali e cortometraggi italiani, documentari e lungometraggi) hanno avuto il piacere di registrare oltre mille iscritti da tutti il mondo – si segnalano Passo a due di Teresa Iaropoli, che ha toccato il delicato tema dell’amore omosessuale in un coppia di donne ottantenni che hanno condiviso la loro vita; la menzione speciale a More than two hours, dell'iraniano Ali Asgari, corto dedicato alla difficile condizione femminile in Iran; e Non è successo niente, di Chantal Toesca, sulla solitudine metropolitana degli anziani, quest'ultimo vincitore del premio del pubblico tra i corti italiani.
Il cinema è sempre rimasto un occhio aperto sul mondo, nonostante i tempi di crisi per tutti noi, ma Crisi che deriva dal greco Krino significa discernere e, in senso più ampio, valutare! Noi abbiamo scelto di credere di meritare il meglio, al di là delle nostre risorse economiche e dei tempi bui. La gente ha scelto di partecipare, seguire, intervenire e sostenerci, anche attraverso la critica. ☺
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