Un piano paesaggistico per il molise
8 Settembre 2024
laFonteTV (3429 articles)
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Un piano paesaggistico per il molise

Comitati, movimenti, collettivi – vecchi o nuovi -, cittadine e cittadini, professionisti, associazioni, tutti al lavoro con un unico scopo: salvaguardare il territorio. Senza entrare nel merito dei metodi adottati, più o meno perseguibili giuridicamente per lo scopo, si impegnano senza dietrologie o ideologie ma con un unico obiettivo, pur nella consapevolezza che la transizione energetica non è più rinviabile. Obiettivo: tutelare il nostro territorio che sarà quello delle prossime generazioni.
Cosa chiedono? Quanto la politica avrebbe dovuto fare durante i decenni passati: un piano paesaggistico, la pianificazione territoriale, l’individuazione di aree idonee e non idonee per l’installazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile. Chiedono maggiori tutele per non compromettere lo sviluppo del turismo, dell’agricoltura, dell’enogastronomia e delle attività industriali agroalimentari che si fregiano del fatto di trasformare prodotti con acqua di qualità, aria pulita, immersi in un territorio a bassa antropizzazione.
Con il PNRR c’è un nuovo e determinato impulso alla transizione energetica purtroppo ad appannaggio di società private, spesso nate per lo scopo, attratte esclusivamente dal profitto. Ed è così che nascono progetti mastodontici, spesso sovrapposti che rischiano di far diventare il Molise la valle dei signori dell’energia.
Quanti e dove sono? Per scoprirlo occorre spulciare sui siti ministeriali o avvalersi delle documentazioni depositate dalle società. Ed è così che ci si rende conto che il Molise è compromesso e che sta lanciando un grido d’allarme, una richiesta di aiuto che la rappresentanza politica non scorge, non ascolta. Poco o nulla potrà fare l’individuazione delle aree idonee e non idonee di cui si vanta questa destra sciagurata e miope. Purtroppo sarà difficile recuperare il tempo perduto. Già, il tempo perduto.
In passato già con decreto 10 settembre 2010 il Ministero per lo Sviluppo economico emanò le linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili e, in particolare, gli indirizzi per l’individuazione delle aree non idonee ai quali le Regioni si sarebbero dovute attenere (già!).
L’individuazione delle aree e dei siti non idonei, come riporta testualmente il decreto, mira non già a rallentare la realizzazione degli impianti, bensì ad offrire agli operatori un quadro certo e chiaro di riferimento e orientamento per la localizzazione dei progetti. “L’individuazione delle aree non idonee dovrà essere effettuata dalle Regioni con propri provvedimenti tenendo conto dei pertinenti strumenti di pianificazione ambientale, territoriale e paesaggistica”.
Tuttavia, l’individuazione delle aree non idonee non comporta per esclusione quelle idonee, tant’è che è intervenuto il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica con decreto “Disciplina per l’individuazione di superfici e aree idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili” il 21 giugno 2024 al fine di individuare zone su cui è possibile installare impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili con procedure più snelle, le aree incompatibili con l’installazione degli impianti, oltre alle aree in cui si applicano i regimi autorizzatori ordinari e quelle in cui è vietata l’ installazione degli impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra. Il Molise ha tempo fino al 30 dicembre 2024 per adottare una propria legge e recepire la nuova normativa.
Il decreto, però, non si ferma qui ma attribuisce alle Regioni anche degli obiettivi da raggiungere mettendo un punto a quanto già prodotto e stabilendo una produzione aggiuntiva. Il calcolo per la ripartizione di potenza per ogni Regione fa riferimento, infatti, agli impianti già entrati in esercizio nel 2021.
Ricordando le tante denunce fatte per l’assenza di atti programmatori per il governo del territorio (siamo privi di una legge urbanistica, non abbiamo una norma sulla difesa del suolo, il piano energetico è datato e orfano dei decreti attuativi), in primo piano ciò che deve essere denunciato con rinnovato vigore e con insistenza è il “mancato accordo tra Stato e Regione Molise per la realizzazione del piano paesaggistico”. Quest’ultimo, come abbiamo già affermato, è stato oggetto di una sentenza di illegittimità costituzionale della Corte Costituzionale. La Corte infatti intervenne nel 2023 denunciando non solo la mancata approvazione di un Piano paesaggistico ma anche un generale abbassamento del livello di tutela che, attraverso alcune norme regionali approvate, si pone in contrasto con il valore primario e assoluto del paesaggio così come riconosciuto dall’articolo 9 della Costituzione.
In assenza di uno strumento di governo del territorio che è sovraordinato a tutto il resto, come può il Molise adempiere all’individuazione delle aree idonee o non idonee?
Una cosa è certa: il Molise dovrebbe chiedere una moratoria allo Stato per ottenere delle deroghe speciali al fine di tutelare il valore primario e assoluto del paesaggio nel rispetto della Costituzione. Più volte il governo regionale di centrodestra e i parlamentari molisani si sono vantati della forza della loro filiera istituzionale. Magari ora anche i molisani si accorgeranno di quella filiera ottenendo dal governo nazionale – almeno questo, a fronte di tante promesse – una moratoria per sospendere tutte le richieste autorizzatorie in corso, in previsione di un accordo con lo Stato per l’adozione di un Piano paesaggistico regionale.☺

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