Un popolo sconfitto
31 Marzo 2015 Share

Un popolo sconfitto

Due anni sono forse troppo pochi per giudicare l’azione politico-ammini- strativa di una qualsiasi squadra di governo ma, come si dice dalle nostre parti, il buongiorno si vede dal mattino e, salvo un repentino cambio di passo, per il presidente Frattura le cose non si mettono bene. Con la delegazione parlamentare, i mandanti di questa triste vicenda regionale, il governatore non parla, e quando loro parlano con lui lo fanno solo per redarguirlo; con la sua giunta, sua si fa per dire, non ha frequentazioni e col suo partito, quello che lo ha scelto senza passare neanche per le primarie, il partito che prima era di Ruta e un pochino anche di Leva, non c’è un gran feeling, anche perché la stessa segretaria pare ambisca ad un posto al sole; insomma, tranne con i consiglieri regionali che non se lo cagano neanche di striscio ma lo sostengono solo per non tornare a casa, nessuno vuole accostare il proprio nome a quello del presidente. E pensare che solo due anni fa, in quella meravigliosa serata di maggio, tutti avrebbero pagato oro per farsi ritrarre insieme al giovane Frattura.

In un paese normale, quando le decisioni assunte non risultano efficaci o addirittura, come nel caso di specie, danneggiano i cittadini, lo statista ne prende atto e cede il passo ad altri. Nel bel paese i nostri “statisti” sono così legati alle istituzioni che non le mollano neanche se arriva l’ufficiale giudiziario. In genere, quando le promesse elettorali vengono disattese, sono gli stessi elettori che con il loro voto puniscono gli inadempienti. Quando invece le promesse elettorali dei candidati presidenti vengono formalizzate ed approvate dal consiglio regionale è l’intera maggioranza ad assumersi la responsabilità di quel programma di governo. Il gruppo di maggioranza, sedicente di centrosinistra, sembra invece  non averlo capito e si muove, ormai da due anni, come se la cosa non lo riguardasse. È per questo che, anche in questa occasione, vorremmo richiamare l’attenzione dei nostri lettori sulle dichiarazioni programmatiche in materia di infrastrutture e di agricoltura che sono poi le materie dove il governatore sembra essere più ferrato: quanto alla prima perché essendo un tecnico si muove con disinvoltura nel mondo delle grandi e piccole opere e per la seconda, perché, dopo la performance, politico amministrativa, pare voglia ritirarsi in campagna. “È importante partecipare attivamente alle nuove linee guida dell’Unione Europea in tema di agricoltura post 2014, avendo come punti di riferimento la politica dei redditi, la qualità e lo sviluppo  delle economie rurali, ma innanzitutto subordinando sempre più il sostegno al settore, allo sviluppo di un’agricoltura di qualità, che sia rispettosa dell’ambiente e che contribuisca alla promozione della salute umana”. Saremmo curiosi di sapere se l’assessore all’agricoltura, nel predisporre il PRA, ha tenuto conto delle indicazioni fornite da Frattura nelle sue dichiarazioni programmatiche o invece, come i suoi predecessori, si è limitato a chiamare a raccolta i soliti noti per spartirsi il porco. Di certo c’è che alle autorità europee di vigilanza, le carte trasmesse dall’assessore Facciolla a luglio dell’anno scorso, non sono piaciute.

“Molti benefici ci vedranno impegnati per il potenziamento dei servizi pubblici di trasporto, soprattutto quelli ferroviari… Velocizzeremo l’accesso al sistema di alta velocità attraverso i collegamenti ferroviari con Roma e Napoli”. Questo il Frattura pensiero in materia di trasporti. Ha molte idee il nostro presidente ma tutte ugualmente confuse. Iorio voleva fare l’aeroporto per tutti quelli che in Molise hanno fretta, Frattura vuole velocizzare l’accesso all’alta velocità. Si sono chiesti questi campioni della rapidità se nella nostra regione c’è ancora qualcuno che ha fretta? Ma perché mai dovrebbero avere fretta i molisani? Hai fretta quando devi rincorrere qualcosa o qualcuno; hai fretta quando hai preso un impegno e la tua dignità ti impedisce di disattenderlo; hai fretta quando il tuo tempo sta per scadere; hai fretta quando sai che le categorie spazio-temporali non sono solo dimensioni del pensiero ma servono a misurare concretamente la grandezza dei tuoi fallimenti. In un posto dove il tempo viene scandito soltanto dal rintocco delle campane a morto e non hai più voglia neanche di scappar via, non si ha bisogno né di aerei, né di treni veloci.

A volte i molisani danno l’ impressione di essere dei rassegnati: non è vero. Sono degli sconfitti senza speranza; a suonargliele, senza ragione, sono stati i politici di destra e di sinistra, sono stati gli imprenditori senza scrupoli, i manager presuntuosi, gli economisti a mezzo servizio, i proprietari del sapere, gli intellettuali sapientoni, i raccontatori di balle, quelli che stavano bene ieri e lo saranno anche domani. Qualche volta ce le siamo suonate anche tra di noi.

Caro presidente si dia da fare, i suoi ex amici – chi perché gli hanno tolto il Senato, chi invece, perché il posto non glielo ridaranno alla Camera dei deputati – hanno messo gli occhi sul suo di posto e non perché lei non è stato buono in questi due anni. Non ha mai sospettato che l’avevano messo lì per tenere in caldo la poltrona?  ☺

 

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