
Una mela al giorno…
La storia delle mele è antichissima: da sempre sono state legate a miti e leggende, aneddoti e noti episodi storici: da Eva ad Afrodite, a Newton, senza dimenticare Guglielmo Tell e la fiabesca Biancaneve. E fin dalla loro comparsa sono state un frutto indispensabile per un’alimentazione completa e salutare.
Le caratteristiche del frutto del melo selvatico europeo (Malus sylvestris), ’u m’làjne, non sono sfuggite ai nostri più lontani antenati, tanto che sin dai tempi preistorici (8 o 9 mila anni fa) il melo ha accompagnato la storia dell’uomo dando vita a diverse usanze e a forti tradizioni nel campo alimentare. Quello che ora coltiviamo come melo domestico è proprio il risultato della selezione iniziata nella preistoria a partire dai migliori meli selvatici dell’Asia centrale, dai frutti dolci e molto polposi. Dall’Asia centrale il melo domestico si è poi diffuso verso Oriente e verso Occidente, per arrivare in Persia nel III secolo a. C., da dove ha raggiunto la Grecia e quindi l’Italia. Recenti studi hanno confermato l’origine del melo nel Kazakistan, attorno alla capitale Alma Ata, che significa appunto “padre delle mele”.
Nell’ambiente collinare del Molise il melo trova generalmente condizioni favorevoli di vita, sia per la natura del terreno, sia per le temperature, ideali per la pianta quando sono rigide fino ai
-20 e -25 gradi C, anche per 800 ore nella sua fase di riposo vegetativo. Queste sono condizioni adatte alla estrinsecazione di alcuni caratteri qualitativi del frutto come la forma, la lucentezza, l’assenza di rugginosità della buccia su alcune varietà, la consistenza della polpa e la serbevolezza, che fanno ritenere la nostra regione particolarmente vocata per produzioni frutticole di alto pregio.
Va richiesta comunque particolare attenzione nella scelta delle varietà da coltivare. Vi sono diverse specie di mela, alcune delle quali “da fiore”, a frutti piccoli, non eduli e variamente colorati, utilizzate come piante ornamentali o come impollinatrici dei meli “da frutto”. Di questi ultimi si conoscono centinaia di varietà (e alcune hanno dato origine a innumerevoli “mutazioni” spontanee, i cosiddetti meli “spur” consigliati anche per giardini e frutteti familiari). Fra queste così numerose varietà in Italia vengono coltivate soprattutto le “magnifiche otto”: Royal Gala, Fuji, Golden, Annurca, Renetta, Granny Smith, Stark Delicious, Red Delicious.
Le cultivar che rappresentano invece la storia della melicoltura bonefrana sono le seguenti: mela Annurca, Appiona (o Appio), Caitanella, d’Autunno, di Genova, Gelata, Limoncella, Renetta (mele m’lone), Rosa, Zitella (mele V’rg’nelle). Ricordiamo anche alcune varietà locali poco reperibili o addirittura scomparse: ’u mele cirche, ’u mele ‘Ndrèje, ’u mele s’nése, ’u mele mòre. In una mostra pomologica, allestita nell’anno 1993 dalla Pro Loco, di cui allora ero presidente, sono state raccolte ed esposte tutte le varietà elencate (si veda ad esempio la zitella nella foto di Alessandro Vaccaro). L’alto numero di varietà scomparse o in via di estinzione ripropone in maniera drammatica il problema dell’abbandono delle cultivar locali che, proiettato nel tempo, si traduce in una vera e propria “erosione genetica”.
Numerosi sono i benefici delle mele:
– mangiare una mela fornisce l’equivalente di un bel bicchiere d’acqua; una mela al mattino a digiuno aiuta a depurare l’organismo;
– lo zucchero contenuto nella mela è il fruttosio, uno zucchero semplice facilmente digeribile;
– la mela è ricca di fibre, preziose per la fisiologia dell’apparato digerente;
– in quanto priva di grassi, apporta poche calorie;
– contiene vitamine A, B1, B2, PP, C, E.
Altre sostanze benefiche della mela sono i flavonoidi, che proteggono dai radicali liberi e aiutano a prevenire l’invecchiamento, e la quercetina, dalle proprietà antiossidanti, antistaminiche e antinfiammatorie (si veda l’articolo Un aiuto contro il Covid 19 pubblicato nel numero precedente). Questo frutto è poi attivo nell’ assimilazione del calcio nelle ossa, contro l’ artrite; è antianemico, cura la bronchite, scioglie i calcoli biliari e renali, combatte l’obesità. Costituisce anche uno dei migliori disinfettanti della bocca.
Il decotto preparato con tre mele, bollite con tutta la buccia per 10 minuti insieme a un po’ di vino e zucchero, oltre a essere molto gradevole, è utile nelle malattie acute e infiammatorie; calma la febbre e la sete, diminuisce le irritazioni e agisce beneficamente sul fegato e sulla cistifellea, nonché sulla vescica stimolando le sue funzioni.
Anche in cosmesi la mela assolve egregiamente a specifiche funzioni: una mela tagliata a pezzetti e cotta in mezzo bicchiere di latte, applicata come maschera al viso, è efficace come antirughe; il succo di mela fresco, mescolato con succo di limone, contribuisce a schiarire la carnagione.
Le mele aiutano a prevenire diverse patologie (alcuni tipi di tumore e malattie cardiovascolari) e inoltre favoriscono il sonno. In Germania gli albergatori mettono sul tavolino della camera da letto una bella mela così che il cliente si senta invogliato a mangiarla; la mattina si sveglierà dopo un sonno felice e riposante che ricorderà con piacere. In Svizzera, come accennato nell’articolo sul pero, trattato nel numero di settembre, si usava mettere a dimora una piantina di melo quando nasceva un maschietto e una piantina di pero quando nasceva una femminuccia.
Tutte queste sue proprietà avvalorano il famoso detto “una mela al giorno toglie il medico di torno”. E si calcola che ogni anno vengono consumate 100 mele a testa. Ma come mangiarle? Cotte o crude? Meglio crude: conservano una maggiore quantità di vitamine; cotte sono più digeribili e facili da deglutire, ma hanno minore valore nutrizionale. E inoltre: quando mangiarle? In linea di massima è preferibile mangiare le mele lontano dai pasti, ma consumarle prima dei pasti attenua l’appetito e dopo i pasti aiuta la digestione, poiché la mela è l’unico frutto che non provoca fermentazione intestinale. In ogni caso è opportuno scegliere mele di produzione locale: minore è la distanza dal campo al piatto, maggiore è la qualità del cibo sulla nostra tavola! E se si possiede un giardino, è bene valorizzarlo mettendo a dimora qualche albero di mela, magari di varietà rustica e antica, perché la frutta prodotta, anche se “meno bella” in quanto non trattata, spesso è più buona di quella acquistata, per sapore e per sostanza.
Molte ricette, facili e gustose, possono essere preparate con le mele, dalle torte alle crostate e agli strudel, accompagnati, questi ultimi, con dell’ottima crema e da un buon sidro, bevanda dolce e acidula ottenuta dal processo di fermentazione delle mele.☺