La Resurrezione vissuta qualche giorno fa dal mondo cattolico dovrebbe investire ogni angolo della società civile, nessuno escluso. Il livello di degrado civile, sociale, morale è altissimo, spaventoso. Il ventennio berlusconiano durante il quale è maturata l’idea che tutto è ammissibile, al di là e al di sopra di leggi e norme, ha attecchito oltre ogni possibile previsione. Abbiamo la necessità di lavarci, riflettere e intraprendere una nuova strada, l’unica che potrà rimettere nel giusto binario la gestione della cosa pubblica e riporre veramente al centro il bene comune.
Gli scandali e le inchieste giudiziarie, a livello nazionale e regionale, devono imporre un momento di fermo e di riflessione. Tutti dobbiamo avere il coraggio di chiederci: dove stiamo andando? L’agire senza morale e senza princìpi distrugge e infetta le strutture sociali e nega il futuro ai giovani, che sono i nostri figli. Siamo dei mostri perché stiamo ammazzando i nostri figli. Segretari amministrativi di partiti che distolgono dai naturali percorsi ingenti somme di denaro per scopi personali o per esigenze delle “ famiglie”, politici sempre nel vortice degli scandali, dirigenti pubblici che sottraggono somme alle casse pubbliche per operazioni immorali e contro legge.
Il governo dei tecnici ha portato al minimo storico il favore per i partiti: la divaricazione tra società civile e sistema partiti non è mai stata così evidente come in questi ultimi mesi. Il punto dirimente è la corruzione intesa in tutti i suoi aspetti, da quelli più bassamente criminosi a quelli più controversi a livello istituzionale. Il sistema, piramidale e familiare costruito nella nostra regione, perde quotidianamente colpi, ma l’emorragia di denaro continua, a danno dei cittadini e del popolo molisano. Le ultime questioni, in ordine cronologico, dello zuccherificio e dello sportello “sprint” sono la cartina al tornasole di un modello amministrativo e gestionale privo di regole e di scrupoli.
Ma sono conferma di una degenerazione del sistema anche gli “oscar” assegnati da quotidiani locali a dirigenti regionali che si espongono a facili ricatti e comunque rinunciano in tal modo alla loro autonomia e libertà di giudizio; sono ancor più conferma della degenerazione il modo di operare di collaboratori-faccendieri che utilizzano i fondi pubblici con molta spregiudicatezza.
Tutti sono in messianica attesa per la decisione del TAR sull’annullamento delle ultime elezioni regionali, ma se non si costruisce una nuova classe dirigente, se non si ricostruisce il doveroso rispetto delle regole e della morale, se non cade il muro di omertà che coinvolge amministratori e amministrativi non cambierà nulla nella gestione della cosa pubblica. Ci sarà forse solo un apparente cambio di colore politico, ma l’essenza dell’operare rimarrà la stessa.
Oggi, dopo anni, ci stiamo finalmente occupando di problematiche del lavoro che diverse generazioni vedono lontano, raggiungibile solo per raccomandazioni e precariato. Le regole sicuramente vanno riscritte e modificate, ma qui ci piace ricordare quanto sostenuto dal Vescovo di Campobasso “i lavoratori non sono una merce, né possono essere considerati fuori produzione”. La Resurrezione delle coscienze dovrebbe ripartire dal porre di nuovo al centro l’uomo, con i suoi fondamentali bisogni perché sia parte attiva di una società giusta, equa, solidale e morale. “Riformare”, ha scritto Monsignor Bregantini, “è la sfida del ricomporre, del rigenerare e del rinnovare le cose attraverso vari passaggi formativi e soprattutto incisivi, fatti con criteri di giustizia ed equità. Se vogliamo dare una svolta al sistema dobbiamo dare fiducia e occasioni ai giovani, superando la paura di perdere qualcosa e l’egoismo particolaristico”.
La riforma dell’articolo 18, tanto discussa in questo periodo, deve guardare otre i garantiti, tenendo presente i giovani che devono poter finalmente realizzarsi. Essi devono essere lanciati nel mondo del lavoro e della gestione della Cosa pubblica per ridare alla nostra società una base solidale e giusta, senza la quale vivremo ancora lunghi periodi di ingiustizia e corruzione.☺
Riformista85@libero.it
La Resurrezione vissuta qualche giorno fa dal mondo cattolico dovrebbe investire ogni angolo della società civile, nessuno escluso. Il livello di degrado civile, sociale, morale è altissimo, spaventoso. Il ventennio berlusconiano durante il quale è maturata l’idea che tutto è ammissibile, al di là e al di sopra di leggi e norme, ha attecchito oltre ogni possibile previsione. Abbiamo la necessità di lavarci, riflettere e intraprendere una nuova strada, l’unica che potrà rimettere nel giusto binario la gestione della cosa pubblica e riporre veramente al centro il bene comune.
Gli scandali e le inchieste giudiziarie, a livello nazionale e regionale, devono imporre un momento di fermo e di riflessione. Tutti dobbiamo avere il coraggio di chiederci: dove stiamo andando? L’agire senza morale e senza princìpi distrugge e infetta le strutture sociali e nega il futuro ai giovani, che sono i nostri figli. Siamo dei mostri perché stiamo ammazzando i nostri figli. Segretari amministrativi di partiti che distolgono dai naturali percorsi ingenti somme di denaro per scopi personali o per esigenze delle “ famiglie”, politici sempre nel vortice degli scandali, dirigenti pubblici che sottraggono somme alle casse pubbliche per operazioni immorali e contro legge.
Il governo dei tecnici ha portato al minimo storico il favore per i partiti: la divaricazione tra società civile e sistema partiti non è mai stata così evidente come in questi ultimi mesi. Il punto dirimente è la corruzione intesa in tutti i suoi aspetti, da quelli più bassamente criminosi a quelli più controversi a livello istituzionale. Il sistema, piramidale e familiare costruito nella nostra regione, perde quotidianamente colpi, ma l’emorragia di denaro continua, a danno dei cittadini e del popolo molisano. Le ultime questioni, in ordine cronologico, dello zuccherificio e dello sportello “sprint” sono la cartina al tornasole di un modello amministrativo e gestionale privo di regole e di scrupoli.
Ma sono conferma di una degenerazione del sistema anche gli “oscar” assegnati da quotidiani locali a dirigenti regionali che si espongono a facili ricatti e comunque rinunciano in tal modo alla loro autonomia e libertà di giudizio; sono ancor più conferma della degenerazione il modo di operare di collaboratori-faccendieri che utilizzano i fondi pubblici con molta spregiudicatezza.
Tutti sono in messianica attesa per la decisione del TAR sull’annullamento delle ultime elezioni regionali, ma se non si costruisce una nuova classe dirigente, se non si ricostruisce il doveroso rispetto delle regole e della morale, se non cade il muro di omertà che coinvolge amministratori e amministrativi non cambierà nulla nella gestione della cosa pubblica. Ci sarà forse solo un apparente cambio di colore politico, ma l’essenza dell’operare rimarrà la stessa.
Oggi, dopo anni, ci stiamo finalmente occupando di problematiche del lavoro che diverse generazioni vedono lontano, raggiungibile solo per raccomandazioni e precariato. Le regole sicuramente vanno riscritte e modificate, ma qui ci piace ricordare quanto sostenuto dal Vescovo di Campobasso “i lavoratori non sono una merce, né possono essere considerati fuori produzione”. La Resurrezione delle coscienze dovrebbe ripartire dal porre di nuovo al centro l’uomo, con i suoi fondamentali bisogni perché sia parte attiva di una società giusta, equa, solidale e morale. “Riformare”, ha scritto Monsignor Bregantini, “è la sfida del ricomporre, del rigenerare e del rinnovare le cose attraverso vari passaggi formativi e soprattutto incisivi, fatti con criteri di giustizia ed equità. Se vogliamo dare una svolta al sistema dobbiamo dare fiducia e occasioni ai giovani, superando la paura di perdere qualcosa e l’egoismo particolaristico”.
La riforma dell’articolo 18, tanto discussa in questo periodo, deve guardare otre i garantiti, tenendo presente i giovani che devono poter finalmente realizzarsi. Essi devono essere lanciati nel mondo del lavoro e della gestione della Cosa pubblica per ridare alla nostra società una base solidale e giusta, senza la quale vivremo ancora lunghi periodi di ingiustizia e corruzione.☺
La Resurrezione vissuta qualche giorno fa dal mondo cattolico dovrebbe investire ogni angolo della società civile, nessuno escluso. Il livello di degrado civile, sociale, morale è altissimo, spaventoso. Il ventennio berlusconiano durante il quale è maturata l’idea che tutto è ammissibile, al di là e al di sopra di leggi e norme, ha attecchito oltre ogni possibile previsione. Abbiamo la necessità di lavarci, riflettere e intraprendere una nuova strada, l’unica che potrà rimettere nel giusto binario la gestione della cosa pubblica e riporre veramente al centro il bene comune.
Gli scandali e le inchieste giudiziarie, a livello nazionale e regionale, devono imporre un momento di fermo e di riflessione. Tutti dobbiamo avere il coraggio di chiederci: dove stiamo andando? L’agire senza morale e senza princìpi distrugge e infetta le strutture sociali e nega il futuro ai giovani, che sono i nostri figli. Siamo dei mostri perché stiamo ammazzando i nostri figli. Segretari amministrativi di partiti che distolgono dai naturali percorsi ingenti somme di denaro per scopi personali o per esigenze delle “ famiglie”, politici sempre nel vortice degli scandali, dirigenti pubblici che sottraggono somme alle casse pubbliche per operazioni immorali e contro legge.
Il governo dei tecnici ha portato al minimo storico il favore per i partiti: la divaricazione tra società civile e sistema partiti non è mai stata così evidente come in questi ultimi mesi. Il punto dirimente è la corruzione intesa in tutti i suoi aspetti, da quelli più bassamente criminosi a quelli più controversi a livello istituzionale. Il sistema, piramidale e familiare costruito nella nostra regione, perde quotidianamente colpi, ma l’emorragia di denaro continua, a danno dei cittadini e del popolo molisano. Le ultime questioni, in ordine cronologico, dello zuccherificio e dello sportello “sprint” sono la cartina al tornasole di un modello amministrativo e gestionale privo di regole e di scrupoli.
Ma sono conferma di una degenerazione del sistema anche gli “oscar” assegnati da quotidiani locali a dirigenti regionali che si espongono a facili ricatti e comunque rinunciano in tal modo alla loro autonomia e libertà di giudizio; sono ancor più conferma della degenerazione il modo di operare di collaboratori-faccendieri che utilizzano i fondi pubblici con molta spregiudicatezza.
Tutti sono in messianica attesa per la decisione del TAR sull’annullamento delle ultime elezioni regionali, ma se non si costruisce una nuova classe dirigente, se non si ricostruisce il doveroso rispetto delle regole e della morale, se non cade il muro di omertà che coinvolge amministratori e amministrativi non cambierà nulla nella gestione della cosa pubblica. Ci sarà forse solo un apparente cambio di colore politico, ma l’essenza dell’operare rimarrà la stessa.
Oggi, dopo anni, ci stiamo finalmente occupando di problematiche del lavoro che diverse generazioni vedono lontano, raggiungibile solo per raccomandazioni e precariato. Le regole sicuramente vanno riscritte e modificate, ma qui ci piace ricordare quanto sostenuto dal Vescovo di Campobasso “i lavoratori non sono una merce, né possono essere considerati fuori produzione”. La Resurrezione delle coscienze dovrebbe ripartire dal porre di nuovo al centro l’uomo, con i suoi fondamentali bisogni perché sia parte attiva di una società giusta, equa, solidale e morale. “Riformare”, ha scritto Monsignor Bregantini, “è la sfida del ricomporre, del rigenerare e del rinnovare le cose attraverso vari passaggi formativi e soprattutto incisivi, fatti con criteri di giustizia ed equità. Se vogliamo dare una svolta al sistema dobbiamo dare fiducia e occasioni ai giovani, superando la paura di perdere qualcosa e l’egoismo particolaristico”.
La riforma dell’articolo 18, tanto discussa in questo periodo, deve guardare otre i garantiti, tenendo presente i giovani che devono poter finalmente realizzarsi. Essi devono essere lanciati nel mondo del lavoro e della gestione della Cosa pubblica per ridare alla nostra società una base solidale e giusta, senza la quale vivremo ancora lunghi periodi di ingiustizia e corruzione.☺
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