versi e suoni del cinema
14 Aprile 2010 Share

versi e suoni del cinema

 

La foto che appare sul manifesto di MoliseCinema 2008 è quella per la quale quasi un intero paese, Casacalenda, nell’estate di fine millennio si era messa in posa, conservandosi nella memoria in un momento condiviso. Questo, a volte, è una delle cose che meglio riesce all’arte del cinema: preservare nella memoria di tutti e di una cultura in particolare un’immagine o una serie montata di immagini che contribuiscano a definirne parte del senso.

MoliseCinema chiama e richiama la gente in piazza, e come in quella foto speciale, per le strade i casacalendesi, i molisani, un pubblico sempre più nutrito e internazionale, affolla la piazza per mettersi a guardare, come se quella posa si riproponesse ogni volta.

MoliseCinema è nato nel 2002 con l’idea di ridare ai piccoli paesi “un grande schermo”, e la volontà di riuscire a riportare il cinema nei piccoli centri, laddove esso ha nutrito intere generazioni di ragazzi fino al primo decennio del secondo dopoguerra, ed era un luogo  di socialità tra i più diffusi. Il festival intende promuovere le più recenti e innovative produzioni del cinema italiano e internazionale, privilegiando i giovani autori e i nuovi linguaggi ed è protagonista, insieme ad altri festival e realtà indipendenti, di CineNet Network: una rete attraverso cui aprire il confronto e insieme, tutte le realtà partecipanti, provare a perseguire con più forza l’intento primario della restituzione del cinema ai luoghi di periferia per ridisegnare così i confini della distribuzione cinematografica fra il centro e la periferia e viceversa.

Il margine del cinema, oggi costituito in grandissima parte dai piccoli paesi dove le sale non esistono, può essere ridefinito e ciò che oggi sembra essere il fulcro, la grande città, la metropoli o i  territori più popolosi, viene spesso aggiornato e stimolato proprio dalle nuove forme di arte che nascono in periferia, dove la sperimentazione è paradossalmente  –  o forse no – più facile.

Nascono per questo, all’interno del Festival, spazi di contaminazione fra il cinema e la musica, il cinema e i libri, ancora il cinema e la fotografia e, dall’ultima edizione, fra cinema e videoarte.

Dalla sua costituzione ad oggi, MoliseCinema si è trasformato, evolvendosi in un senso qualitativo – per il numero, l’importanza, la notabilità delle opere proposte – e quantitativo – iniziando a promuoversi anche fuori dai confini regionali.

Una strada intrapresa con rigore e anche un po’ di imprevedibilità ma che è riuscita a portare tra la gente in questi anni attori e registi italiani importanti, come Luigi Lo Cascio, Gianfelice Imparato, Alessandro Piva, Elio Germano, Sabrina Impacciatore, addetti ai lavori, come Ermanno Taviani e Achille Bonito Oliva, Gabriele Pedullà, grandi film italiani, come Gomorra e L’imbalsamatore di Matteo Garrone, L’aria salata di Alessandro Montuori, Io non ho paura di Gabriele Salvatores, La masseria delle allodole dei fratelli Taviani, La terra di Sergio Rubini, ma soprattutto ha avvicinato naturalmente le persone a una forma di cinema  che di solito viene vista come lontana e di nicchia: quella dei cortometraggi e dei documentari, cui sono dedicate tre sezioni a concorso all’interno del festival: Paesi in corto, Percorsi e Frontiere, alle quali hanno partecipato, solo nell’ultima edizione, circa 400 filmaker, tra cui sono state scelte circa 40 opere, proiettate poi durante il festival dal 5 al 10 agosto scorso.

MoliseCinema ha raccolto dunque un’esigenza allargata, molto forte soprattutto dopo il terremoto dell’ottobre 2002: ritrovare spazi culturali comunitari, ancorati visibilmente al territorio, scoprendo, specialmente a Casacalenda, una vocazione cinematografica naturale: uno dei premi del festival, infatti, è intitolato a Carlo Montuori, celebre Direttore della Fotografia dei film di Blasetti e De Sica che hanno contribuito a segnare la storia del cinema italiano ed europeo.

Ma non solo. La gente passa e si sofferma di nuovo, a guardare, ad ascoltare i versi e i suoni del cinema, a curiosare. ☺

 

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