Mi capita ancora di incontrare delle persone che salutandomi mi danno del "MONSIGNORE", magari inchinando anche la testa. Mi fanno imbestialire e, a seconda dei casi, rispondo per le rime.
Qualche altro, ancora, impudentemente e impertinentemente mi chiede quando mi faranno vescovo. Al che rispondo che la sola proposta la riterrei una offesa. Sì, una offesa. Andrei in crisi e mi chiederei dove avessi sbagliato.
Il potere, anche quello ecclesiastico, coopta solo le persone manovrate e manovrabili. Il potere, eccetto rare eccezioni, perpetua se stesso attraverso coloro che si prestano a fare da Portavoce, da Megafoni, da Ricetrasmettitori. Guai a dire parole non sue. "Il potere corrompe. Il potere assoluto corrompe in maniera assoluta", scriveva Lord Bacon. Soprattutto il potere non accetta che qualcuno possa pensare un pensiero diverso dagli pseudopensieri che esso partorisce e che impone come "PENSIERO UNICO" PENSABILE. Ed allora sono felice di essere quel che sono, geloso della mia libertà e orgoglioso di poter parlare sine glossa e non dietro dettatura né sotto dittatura!
Capite allora con che gioia e, direi, con che piacere ho potuto leggere queste parole del Card. Martini, dette in un corso di esercizi spirituali nella casa dei Gesuiti di Galloro nel 2008. Un piacere quasi viscerale.
Ebbe a dire: "Certe cose non si dicono perché si sa che bloccano la carriera. Questo è un male gravissimo della Chiesa, soprattutto in quella ordinata secondo gerarchie, perché ci impedisce di dire la verità. Si cerca di dire ciò che piace ai superiori, si cerca di agire secondo quello che si immagina sia il loro desiderio, facendo così un grande disservizio al papa stesso". E ancora: "Purtroppo ci sono preti che si propongono di diventare vescovi e ci riescono. Ci sono vescovi che non parlano perché sanno che non saranno promossi a sede maggiore. Alcuni che non parlano per non bloccare la propria candidatura al cardinalato. Dobbiamo chiedere a Dio il dono della libertà. Siamo richiamati a essere trasparenti, a dire la verità. Ci vuole grande grazia. Ma chi ne esce è libero". ☺
ednran@teletu.it
Mi capita ancora di incontrare delle persone che salutandomi mi danno del "MONSIGNORE", magari inchinando anche la testa. Mi fanno imbestialire e, a seconda dei casi, rispondo per le rime.
Qualche altro, ancora, impudentemente e impertinentemente mi chiede quando mi faranno vescovo. Al che rispondo che la sola proposta la riterrei una offesa. Sì, una offesa. Andrei in crisi e mi chiederei dove avessi sbagliato.
Il potere, anche quello ecclesiastico, coopta solo le persone manovrate e manovrabili. Il potere, eccetto rare eccezioni, perpetua se stesso attraverso coloro che si prestano a fare da Portavoce, da Megafoni, da Ricetrasmettitori. Guai a dire parole non sue. "Il potere corrompe. Il potere assoluto corrompe in maniera assoluta", scriveva Lord Bacon. Soprattutto il potere non accetta che qualcuno possa pensare un pensiero diverso dagli pseudopensieri che esso partorisce e che impone come "PENSIERO UNICO" PENSABILE. Ed allora sono felice di essere quel che sono, geloso della mia libertà e orgoglioso di poter parlare sine glossa e non dietro dettatura né sotto dittatura!
Capite allora con che gioia e, direi, con che piacere ho potuto leggere queste parole del Card. Martini, dette in un corso di esercizi spirituali nella casa dei Gesuiti di Galloro nel 2008. Un piacere quasi viscerale.
Ebbe a dire: "Certe cose non si dicono perché si sa che bloccano la carriera. Questo è un male gravissimo della Chiesa, soprattutto in quella ordinata secondo gerarchie, perché ci impedisce di dire la verità. Si cerca di dire ciò che piace ai superiori, si cerca di agire secondo quello che si immagina sia il loro desiderio, facendo così un grande disservizio al papa stesso". E ancora: "Purtroppo ci sono preti che si propongono di diventare vescovi e ci riescono. Ci sono vescovi che non parlano perché sanno che non saranno promossi a sede maggiore. Alcuni che non parlano per non bloccare la propria candidatura al cardinalato. Dobbiamo chiedere a Dio il dono della libertà. Siamo richiamati a essere trasparenti, a dire la verità. Ci vuole grande grazia. Ma chi ne esce è libero". ☺
Mi capita ancora di incontrare delle persone che salutandomi mi danno del "MONSIGNORE", magari inchinando anche la testa. Mi fanno imbestialire e, a seconda dei casi, rispondo per le rime.
Qualche altro, ancora, impudentemente e impertinentemente mi chiede quando mi faranno vescovo. Al che rispondo che la sola proposta la riterrei una offesa. Sì, una offesa. Andrei in crisi e mi chiederei dove avessi sbagliato.
Il potere, anche quello ecclesiastico, coopta solo le persone manovrate e manovrabili. Il potere, eccetto rare eccezioni, perpetua se stesso attraverso coloro che si prestano a fare da Portavoce, da Megafoni, da Ricetrasmettitori. Guai a dire parole non sue. "Il potere corrompe. Il potere assoluto corrompe in maniera assoluta", scriveva Lord Bacon. Soprattutto il potere non accetta che qualcuno possa pensare un pensiero diverso dagli pseudopensieri che esso partorisce e che impone come "PENSIERO UNICO" PENSABILE. Ed allora sono felice di essere quel che sono, geloso della mia libertà e orgoglioso di poter parlare sine glossa e non dietro dettatura né sotto dittatura!
Capite allora con che gioia e, direi, con che piacere ho potuto leggere queste parole del Card. Martini, dette in un corso di esercizi spirituali nella casa dei Gesuiti di Galloro nel 2008. Un piacere quasi viscerale.
Ebbe a dire: "Certe cose non si dicono perché si sa che bloccano la carriera. Questo è un male gravissimo della Chiesa, soprattutto in quella ordinata secondo gerarchie, perché ci impedisce di dire la verità. Si cerca di dire ciò che piace ai superiori, si cerca di agire secondo quello che si immagina sia il loro desiderio, facendo così un grande disservizio al papa stesso". E ancora: "Purtroppo ci sono preti che si propongono di diventare vescovi e ci riescono. Ci sono vescovi che non parlano perché sanno che non saranno promossi a sede maggiore. Alcuni che non parlano per non bloccare la propria candidatura al cardinalato. Dobbiamo chiedere a Dio il dono della libertà. Siamo richiamati a essere trasparenti, a dire la verità. Ci vuole grande grazia. Ma chi ne esce è libero". ☺
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