Vincere l’individualismo
di Christiane Barckhausen-Canale
Prima di tutto voglio ringraziare le lettrici e i lettori de la fonte che, con la loro partecipazione alla colletta fondi per il Secondo Incontro Internazionale su Tina Modotti, mi hanno veramente sorpresa ed emozionata. Da quando ho pubblicato la mia domanda di donazioni, e nel corso di un solo mese, le donazioni vostre ci hanno portato alla somma di 1.800 euro!!!
Anche se nel secondo mese le donazioni si sono fermate, non perdiamo la speranza di trovare, fino ad inizio giugno, i 300 euro che ancora mancano per poter dire che l’evento sarà assicurato.
L’altra cosa che mi ha sorpreso è la forma di collaborazione previa all’evento, nata fra tutti i partecipanti all’Incontro. Quelli che, il primo giorno, il 26 agosto, sotto il titolo “Dalla scrivania al fronte” parleranno di Tina Modotti nella guerra di Spagna, hanno scambiato fra loro notizie e documenti rilevanti, e le attrici (due italiane, una spagnola e due francesi) hanno creato un gruppo su whatsapp dove cercano di unire i loro contributi individuali in uno spettacolo collettivo che sarà presentato domenica 27 agosto con il titolo “Tina Modotti nell’arte”.
Per me, che mi occupo della Modotti da 40 anni, non è una sorpresa il fatto che questa donna, non solo in vita, ma anche dopo la sua morte, sia capace di riunire persone da moltissimi paesi che riescono a formare amicizie, collaborazione e solidarietà. Quando avevo cominciato a fare ricerche sulla sua vita, dovevo viaggiare in nazioni dove la moneta del mio Paese, il marco della DDR, non era convertibile, ma le persone che volevo intervistare mi hanno offerto le loro case e così facendo mi hanno garantito l’alloggio e molte volte anche i pasti. La scrittrice Elena Poniatowska, in Messico, mi permise di fotocopiare tutto il materiale che lei aveva raccolto per il suo romanzo Tinissima, ancora non pubblicato. Flor Cernuda, l’amica spagnola di Tina durante la guerra di Spagna, mutilò il suo album fotografico per darmi delle preziose foto per il mio libro.
Per me è una grandissima soddisfazione poter continuare questa tradizione di collaborazione con altri ricercatori, mettendo a loro disposizione il materiale documentario raccolto in 40 anni e custodito nell’archivio ‘Tina Modotti’ a Bonefro. In questi quasi sette anni di lavoro nell’archivio ho potuto stringere nuove amicizie ed ho potuto vedere che esiste già una nuova generazione di ricercatori, accademici e non, che continuano a lavorare sul tema di Tina. E non è che non ci siano ancora delle sorprese. In questi giorni si è scoperto che in qualche parte del Messico deve esserci un uomo che è nipote di un grande amico di Tina, e nella sua casa devono esistere delle fotografie scattate da Tina ed anche una macchina fotografica regalata da Tina al nonno che ancora, per noi, non ha nome e cognome.
L’altra cosa che devo menzionare è la solidarietà che ho ricevuto a Bonefro, non solo da parte del Comune che mi ha messo a disposizione una bella stanza nell’ex-convento, ma anche da parte di parecchi soci dell’associazione ‘Crea Tina’ che mi aiutano a realizzare progetti come questo Secondo Incontro Internazionale.
Ho titolato questo contributo “Vincere l’individualismo”, perché intorno a Tina, da ormai tantissimi anni, si è creato una forma molto speciale di collaborazione fra persone che si occupano, da storici, scrittori, ricercatori, artisti, attori, della sua vita e della sua arte e non tengono segreto quello che hanno scoperto o quello che stanno presentando al pubblico.
Quello che Tina ci ha lasciato è stato espresso molto bene dallo scultore termolese Michele Carafa che ha creato la targa commemorativa per Tina Modotti che sarà esposta a Madrid. In una intervista, Michele ha detto che lavorare su quella targa è stato per lui una esperienza nuova, perché non è stato un lavoro individuale, come quasi sempre, ma un lavoro collettivo, con diverse persone che, da diversi paesi, gli hanno dato suggerimenti. E Michele ha anche scritto: “Questo lavoro è stato una culla di amicizie”. Michele mi perdonerà se non ho citato le parole esatte, ma il senso è questo.
A me non resta altro che dire: Grazie, Tina.☺