Auguri di neve
11 Dicembre 2017
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Auguri di neve

“Minuscoli miracoli di bellezza”: così definiva i fiocchi di neve il fotografo statunitense Wilson Bentley, che per quarant’anni cercò di ‘catturarli’, facendoli posare su un vassoio ricoperto di velluto e posizionando poi sul vetrino del microscopio, con l’aiuto di un sottile strumento di metallo, quei “fiori di ghiaccio” che sono i cristalli. Le oltre cinquemila fotografie da lui scattate – fra le quali non è possibile trovare due fiocchi di neve identici – sono raccolte nel libro Snow Crystals, pubblicato nel 1931, pochi giorni prima della sua morte.

È invece un “merletto” quello che compongono i fiocchi di neve agli occhi di una delle più significative poetesse italiane contemporanee, Vivian Lamarque, nei versi leggeri e delicati di Ritratto con neve, dalla seconda sezione della sua più recente raccolta, Madre d’inverno (2016). Dopo gli ultimi giorni di vita in ospedale, della madre rimane solo un ritratto appeso in salotto. Ma nei riflessi sul vetro del quadro scorrono mille immagini di vita, che la restituiscono in modo sempre diverso ai giorni presenti… Come quando, dando voce con semplicità al desiderio di ogni lettore, esclama: “Era ora, così si fa:/ d’inverno si nevica!/ Che fuori si nevichi dunque/ che dentro si guardi nevicare”. E, protetta dal vetro – questa volta non di un microscopio, ma del suo giardino d’inverno – esamina la neve da vicino, già maestra nell’arte del cucito: “il suo ricamo punto/ per punto, esame superato pare/, nessun punto di neve sbagliato,/ niente da disfare”.

La neve con il suo silenzio di fiaba fa spesso da sfondo ad un altro – e ben più affollato – universo femminile: quello dipinto dalla canadese Alice Munro, attualmente considerata la più importante scrittrice di racconti e insignita del premio Nobel per la Letteratura nel 2013. Tra i molti volumi disponibili da Einaudi e raccolti in un Meridiano Mondadori, si potrebbe scegliere una delle undici prove della raccolta Le lune di Giove. A dispetto del titolo, che sembra quasi evocare il fascino dell’etere, in realtà il libro ruota intorno alla vita quotidiana di una serie di donne di diversa età, che abitano la provincia selvaggia dell’Ontario, e al loro mondo interiore, descritto con grande ricchezza di sfumature. Drammatico ed esilarante al tempo stesso è ad esempio il racconto La stagione dei tacchini, la cui protagonista è una ragazzina quattordicenne che, nel periodo prenatalizio, lavora come sventratrice di tacchini, insieme ad altri buffi personaggi dalle caratteristiche teatrali. Fra le descrizioni ora raccapriccianti della strage di tacchini destinati alle tavole natalizie, ora incentrate sulla sensibilità e sull’intimità dei sentimenti femminili, si inseriscono quelle, dai colori pastello, delle mattine di dicembre, quando vi erano “le luci per le strade ancora accese e in cielo restavano le stelle”. Dopo l’ultimo turno, frenetico, un regalo attende la squadra di turno la sera di Natale: “Quando uscimmo dalla Casa del Tacchino nevicava. […] Sembrava un biglietto d’auguri, ed era vero, in effetti, con quel turbinio di fiocchi sotto i lampioni e intorno alle luci colorate che la gente aveva appeso alla porta di casa”.

Tre piccoli suggerimenti di lettura o tre piccole idee regalo, insieme ad altrettanti fiocchi di neve, come “fiore di ghiaccio” o “merletto”, ma soprattutto come “biglietto d’auguri” per il Natale ormai prossimo.☺

 

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