“Se avessimo una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l’arte di inventare”. In questa frase, contenuta nei Frammenti del poeta Novalis, si imbatté un giorno Gianni Rodari, maestro elementare, giornalista e soprattutto scrittore per ragazzi. Nacque così la famosa Grammatica della fantasia, dove si parla di alcuni modi di inventare storie per i bambini e di aiutare i bambini a fabbricarsi da soli le loro storie partendo dal così detto binomio fantastico: una parola singola, scelta a caso, con la sua forza evocativa di immagini, ricordi, personaggi, avvenimenti del passato, agisce quando incontra una seconda parola che la costringe ad uscire dai binari dell’abitudine e a scoprirsi nuove capacità di significato.
Un libretto, questo, che può essere utile – come dice lui – a chi crede alla necessità che l’immaginazione abbia il suo posto nell’educazione; a chi ha fiducia nella creatività infantile; a chi sa quale valore di liberazione possa avere la parola. Suo motto dal buon sapore democratico era: “Tutti gli usi della parola a tutti”, non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo.
Il processo creativo è insito nella natura umana e va quindi sviluppato in ogni persona (con tutto quel che ne consegue di felicità di esprimersi e di giocare con la fantasia) affinché il mondo possa cambiare gioiosamente e giocosamente. L’immaginazione, stimolata fin dall’infanzia, applicherà i suoi strumenti su tutti i tratti dell’esperienza: dalla matematica alla musica, all’impegno politico, all’utopia ed aprirà il repertorio del potenziale, dell’ipotetico, del possibile, dell’impossibile…, spingendoci a credere che il mondo possa continuare e diventare più umano.
Impariamo tutti a immaginare, ad essere visionari; se coltiviamo l’innocenza e la creatività dentro l’esperienza quotidiana impareremo a vedere il Mondo in un granello di sabbia, / e un Paradiso in un fiore selvatico, / racchiudere l’Infinito nella palma della mano, / e l’Eternità in un’ora (W.Blake).
Carolina
carolinamastrangelo51@gmail.co
“Se avessimo una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l’arte di inventare”. In questa frase, contenuta nei Frammenti del poeta Novalis, si imbatté un giorno Gianni Rodari, maestro elementare, giornalista e soprattutto scrittore per ragazzi. Nacque così la famosa Grammatica della fantasia, dove si parla di alcuni modi di inventare storie per i bambini e di aiutare i bambini a fabbricarsi da soli le loro storie partendo dal così detto binomio fantastico: una parola singola, scelta a caso, con la sua forza evocativa di immagini, ricordi, personaggi, avvenimenti del passato, agisce quando incontra una seconda parola che la costringe ad uscire dai binari dell’abitudine e a scoprirsi nuove capacità di significato.
Un libretto, questo, che può essere utile – come dice lui – a chi crede alla necessità che l’immaginazione abbia il suo posto nell’educazione; a chi ha fiducia nella creatività infantile; a chi sa quale valore di liberazione possa avere la parola. Suo motto dal buon sapore democratico era: “Tutti gli usi della parola a tutti”, non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo.
Il processo creativo è insito nella natura umana e va quindi sviluppato in ogni persona (con tutto quel che ne consegue di felicità di esprimersi e di giocare con la fantasia) affinché il mondo possa cambiare gioiosamente e giocosamente. L’immaginazione, stimolata fin dall’infanzia, applicherà i suoi strumenti su tutti i tratti dell’esperienza: dalla matematica alla musica, all’impegno politico, all’utopia ed aprirà il repertorio del potenziale, dell’ipotetico, del possibile, dell’impossibile…, spingendoci a credere che il mondo possa continuare e diventare più umano.
Impariamo tutti a immaginare, ad essere visionari; se coltiviamo l’innocenza e la creatività dentro l’esperienza quotidiana impareremo a vedere il Mondo in un granello di sabbia, / e un Paradiso in un fiore selvatico, / racchiudere l’Infinito nella palma della mano, / e l’Eternità in un’ora (W.Blake).
“Se avessimo una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l’arte di inventare”. In questa frase, contenuta nei Frammenti del poeta Novalis, si imbatté un giorno Gianni Rodari, maestro elementare, giornalista e soprattutto scrittore per ragazzi. Nacque così la famosa Grammatica della fantasia, dove si parla di alcuni modi di inventare storie per i bambini e di aiutare i bambini a fabbricarsi da soli le loro storie partendo dal così detto binomio fantastico: una parola singola, scelta a caso, con la sua forza evocativa di immagini, ricordi, personaggi, avvenimenti del passato, agisce quando incontra una seconda parola che la costringe ad uscire dai binari dell’abitudine e a scoprirsi nuove capacità di significato.
Un libretto, questo, che può essere utile – come dice lui – a chi crede alla necessità che l’immaginazione abbia il suo posto nell’educazione; a chi ha fiducia nella creatività infantile; a chi sa quale valore di liberazione possa avere la parola. Suo motto dal buon sapore democratico era: “Tutti gli usi della parola a tutti”, non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo.
Il processo creativo è insito nella natura umana e va quindi sviluppato in ogni persona (con tutto quel che ne consegue di felicità di esprimersi e di giocare con la fantasia) affinché il mondo possa cambiare gioiosamente e giocosamente. L’immaginazione, stimolata fin dall’infanzia, applicherà i suoi strumenti su tutti i tratti dell’esperienza: dalla matematica alla musica, all’impegno politico, all’utopia ed aprirà il repertorio del potenziale, dell’ipotetico, del possibile, dell’impossibile…, spingendoci a credere che il mondo possa continuare e diventare più umano.
Impariamo tutti a immaginare, ad essere visionari; se coltiviamo l’innocenza e la creatività dentro l’esperienza quotidiana impareremo a vedere il Mondo in un granello di sabbia, / e un Paradiso in un fiore selvatico, / racchiudere l’Infinito nella palma della mano, / e l’Eternità in un’ora (W.Blake).
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