Ex oriente…medium aevum
9 Novembre 2015
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Ex oriente…medium aevum

Il mese scorso non ho fatto il mio (piacevole) dovere di scrivere un contributo per la fonte. Ero a Berlino e mi mancavano le parole. Il mio arrivo a Berlino coincideva con l’arrivo di decine di migliaia di rifugiati che avevano percorso “la strada balcanica” e avevano vinto la pioggia, il caldo, la fame, erano stati picchiati, respinti, minacciati. Li ho visti alla TV tedesca, ed ho visto la gente che li salutava quando arrivarono alla stazione di Monaco di Baviera. Ero tentata di scrivere su quello che in Germania si chiamava “la cultura dell’accoglienza”. In un primo momento, ne ero orgogliosa: finalmente avevo qualcosa di bello da raccontare!
Ma subito mi sono venuti dei sospetti. I rifugiati siriani, che erano la stragrande maggioranza di quelli che arrivarono, portavano in mano una foto di Angela Merkel. Come mai? Venivano con le poche cose che avevano potuto salvare prima di lasciare le loro case o i campi di rifugiati in Turchia. E come mai fra queste poche cose c’erano le foto di Angela Merkel?
Pensando e ripensando, mi era venuta una idea… Angela Merkel, quando esisteva ancora la DDR, era stata segretaria (a livello di scuola) della organizzazione giovanile che si chiamava “Gioventù libera tedesca”, ma era l’organizzazione giovanile del partito del governo. Sicuramente, Angela ricordava ancora come si mobilitavano i giovani quando veniva nella DDR un capo di stato straniero. I dirigenti dell’organizzazione distribuivano piccole bandiere e fotografie del capo di stato straniero, ed i giovani lo salutavano “pieni di entusiasmo”. E questo ospite straniero ritornava nel suo paese e portava con sé l’immagine di una popolazione tedesca accogliente e amica. Sarà che Angela Merkel ha ricordato quella accoglienza organizzata e l’ha copiata?
Questo è stato il primo dubbio che ha oscurato la mia impressione positiva. Ma con le giornate successive i miei dubbi sono cresciuti e mi lasciavano senza parole. Quasi ogni giorno, in qualche città o piccolo paese tedesco dove si preparavano palestre, palazzi vuoti o altri edifici per accogliere i rifugiati, come “per miracolo” questi edifici sono stati incendiati, e gli abitanti intervistati dalla TV esprimevano la loro soddisfazione per questi incendi, perche non volevano avere fra loro questi rifugiati. Il numero dei manifestanti di “Pegida”, l’organizzazione che si propone di “salvare la Germania dall’invasione islamica” cresceva di lunedì in lunedì, e nel partito della Merkel, partito che porta nel suo nome la “C” del cristianesimo, si è formata un’opposizione contro la politica di apertura della Cancelliera.
A poco a poco la Germania mostrava un’altra faccia, una brutta faccia. E questa faccia mi è rimasta nella memoria anche dopo il mio ritorno in Italia. Oggi, questa faccia ha già avuto la sua prima vittoria, perche la Germania ha cambiato la legislazione riguardante i richiedenti d’asilo. Questi saranno obbligati a rimanere nei campi per 6 mesi (e non per 3, come prima), non possono lavorare, e per i loro bambini non esiste più, come prima, l’obbligo di andare a scuola.
E non c’è solo la Germania che mi fa provare vergogna. C’è il muro del signor Orban, e c’è stato il profugo afgano assassinato da un poliziotto di frontiera bulgaro. In genere, le notizie più brutte che ci arrivano sul trattamento dei profughi vengono dai paesi dell’Est, dai paesi ex-socialisti. E questo è un fatto che mi ha tolto il sonno per molte notti. 30, 40 anni fa, ho conosciuto questi paesi, quasi tutti, ed ho trovato sempre un atteggiamento amichevole della popolazione verso gli stranieri. Non solo verso i turisti che portavano soldi e posti di lavoro, ma anche verso le persone che fuggivano, negli anni ‘70, da qualche dittatura come quella cilena, argentina, brasiliana o uruguayana.
Nel frattempo, in questi paesi è cresciuta una nuova generazione, ma quella generazione è stata pure educata da quei bulgari, cechi, slovacchi, ungheresi che ho conosciuto tanti anni fa. Ma quelli, quelli che ho conosciuto, hanno eletto questi governi che prendono i voti pronunciando slogan xenofobi, di odio razziale, di guerra religiosa!
Allora: cosa ha fatto cambiare l’atteggiamento delle popolazioni dell’Est europeo di fronte ai rifugiati, ai poveri, ai bisognosi? Questa è una domanda retorica, perchè so molto bene cosa ha provocato questo cambiamento. Un popolo che non conosce la disoccupazione o la paura di perdere il posto di lavoro, non ha bisogno di un capro espiatorio, non sente odio e non ha bisogno di esprimere questo odio verso “gli altri”. Una persona che perde il lavoro o non ha mai avuto un lavoro perde, giorno dopo giorno, l’autostima, e chi non può rispettare se stesso, non può avere rispetto né sentimenti amichevoli verso gli altri. Voglio credere, voglio sperare che questa situazione possa cambiare, ma in questo momento ho l’impressione che stia per tornare, in Europa, il medioevo. ☺

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