Helder Camara, arieggiando il pensiero di Gandhi, spiegava che ci sono tre forme di violenza: la violenza numero uno, la violenza numero due e la violenza numero tre.
La prima violenza è quella delle istituzioni oppressive. L’istituzione governativa è oppressiva, è violenza in atto, lo vediamo anche dalle cronache.
La seconda violenza è quella che reagisce, a volte con l’uso della forza, all’oppressione intollerabile della violenza numero uno.
La terza violenza è quella della polizia, che al servizio della violenza numero uno cerca di soffocare la violenza numero due.
E allora quando mi si domanda se sono contro la violenza, rispondo sì, totalmente, contro quella numero uno, numero due e numero tre. Come dire che io sono per una società liberata dalla violenza lo sono in modo tale che non identifico la violenza con questo o quell’aspetto. Non dico che è la polizia che è violenta o che è il governo che è violento, questo e quella hanno quantomeno dalla loro parte la legge, espressione storica della nazione: ma in ogni caso la violenza è come una condizione circolare che si trasmette con diversa gradazione dall’una all’altra delle componenti della dialettica sociale.
E’ evidente che per poter uscire dalla condizione della violenza, “bisogna rispettare l’ordine” diceva Helder Camara. Cominciamo ad abolire la violenza numero uno. Se finisce quella finisce anche la violenza numero due, e dopo questa finisce anche la violenza numero tre.
Ernesto Balducci
(Pensieri di pace, Cittadella Editrice 1985)
Helder Camara, arieggiando il pensiero di Gandhi, spiegava che ci sono tre forme di violenza: la violenza numero uno, la violenza numero due e la violenza numero tre.
La prima violenza è quella delle istituzioni oppressive. L’istituzione governativa è oppressiva, è violenza in atto, lo vediamo anche dalle cronache.
La seconda violenza è quella che reagisce, a volte con l’uso della forza, all’oppressione intollerabile della violenza numero uno.
La terza violenza è quella della polizia, che al servizio della violenza numero uno cerca di soffocare la violenza numero due.
E allora quando mi si domanda se sono contro la violenza, rispondo sì, totalmente, contro quella numero uno, numero due e numero tre. Come dire che io sono per una società liberata dalla violenza lo sono in modo tale che non identifico la violenza con questo o quell’aspetto. Non dico che è la polizia che è violenta o che è il governo che è violento, questo e quella hanno quantomeno dalla loro parte la legge, espressione storica della nazione: ma in ogni caso la violenza è come una condizione circolare che si trasmette con diversa gradazione dall’una all’altra delle componenti della dialettica sociale.
E’ evidente che per poter uscire dalla condizione della violenza, “bisogna rispettare l’ordine” diceva Helder Camara. Cominciamo ad abolire la violenza numero uno. Se finisce quella finisce anche la violenza numero due, e dopo questa finisce anche la violenza numero tre.
Helder Camara, arieggiando il pensiero di Gandhi, spiegava che ci sono tre forme di violenza: la violenza numero uno, la violenza numero due e la violenza numero tre.
La prima violenza è quella delle istituzioni oppressive. L’istituzione governativa è oppressiva, è violenza in atto, lo vediamo anche dalle cronache.
La seconda violenza è quella che reagisce, a volte con l’uso della forza, all’oppressione intollerabile della violenza numero uno.
La terza violenza è quella della polizia, che al servizio della violenza numero uno cerca di soffocare la violenza numero due.
E allora quando mi si domanda se sono contro la violenza, rispondo sì, totalmente, contro quella numero uno, numero due e numero tre. Come dire che io sono per una società liberata dalla violenza lo sono in modo tale che non identifico la violenza con questo o quell’aspetto. Non dico che è la polizia che è violenta o che è il governo che è violento, questo e quella hanno quantomeno dalla loro parte la legge, espressione storica della nazione: ma in ogni caso la violenza è come una condizione circolare che si trasmette con diversa gradazione dall’una all’altra delle componenti della dialettica sociale.
E’ evidente che per poter uscire dalla condizione della violenza, “bisogna rispettare l’ordine” diceva Helder Camara. Cominciamo ad abolire la violenza numero uno. Se finisce quella finisce anche la violenza numero due, e dopo questa finisce anche la violenza numero tre.
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