Interferenze
17 Novembre 2017
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Interferenze

Perché fai questo lavoro?”

Agli occhi di un sedicenne può sembrare incomprensibile perché si possa scegliere di dedicare la propria vita e le proprie giornate lavorative alla riabilitazione dei bambini e delle persone con disabilità e cosa spinga un individuo ad aiutare chi spesso è invisibile, o comunque tenuto in disparte in una società che ha il vizio di correre sempre più velocemente, lasciando indietro chi non può seguire i suoi ritmi.

È solo una delle domande che i ragazzi hanno rivolto agli operatori nell’ambito del progetto “Interferenze”, primo Festival del cinema sociale che si è svolto a Termoli nelle giornate tra il 7 ed il 14 ottobre. L’idea alla base del progetto è stata quella di utilizzare il messaggio cinematografico, diretto e coinvolgente, per far nascere spunti di riflessione su temi di rilevanza sociale, al fine di contrastare l’emarginazione di coloro che solitamente vengono etichettati come “diversi” dell’ opinione comune. Lo scopo era appunto quello di dare vita ad una “interferenza”, ossia di creare una interruzione nel flusso normale della vita, per spingere quante più persone possibile a riflettere su realtà e mondi troppo spesso sommersi.

A dare vita a questo progetto è stata la rete di associazioni Tempi Moderni, in cui singole persone e gruppi associativi convivono per promuovere il buon cinema a Termoli, la Consulta per le disabilità del Comune di Termoli, il progetto Sprar per i rifugiati e richiedenti asilo, il centro diurno “Chesen- soha”, dedicato alla salute mentale, l’ associazione Fa.c.ed., Famiglie contro l’ emarginazione e droga. Il progetto è stato promosso e sostenuto dal Comune di Termoli, ed in particolare dall’Assessorato alle Politiche Sociali. Proprio la “rete” di diverse realtà associative ed operatori del sociale, impegnati quotidianamente in prima linea per i diritti degli ultimi, sublimata dalla partecipazione di chi conduce una battaglia culturale sponsorizzando il buon cinema, è stata il punto di forza di “Interferenze”. Si è creata una fratellanza ed una condivisione di esperienze, che è risuonata con un’unica voce per promuovere l’inclusione sociale come ricchezza collettiva e come spunto per costruire una società più giusta per tutti.

È un obiettivo che si raggiunge in primo luogo con la conoscenza di chi è altro da noi, ed in questo il cinema, da sempre finestra sulle emozioni del reale, è un alleato potente. Guardando ad esempio il documentario “I migrati”, esperienza dell’ unione delle fragilità di persone con disabilità e degli immigrati, si comprende davvero che un altro mondo, al di là di assurdi slogan (“35 euro agli immigrati e niente assistenza ai disabili”, tanto per citarne uno), è possibile ed è un modello di uguaglianza per tutti. Attraverso la sottile ironia de “La famiglia Belier”, ed alle divertenti avventure del capofamiglia sordomuto che decide di scendere in politica, capiamo il paradosso di quanto abbiamo quotidianamente meno paura dello “stronzo” di turno che ci amministra che della persona con disabilità che incontriamo.

La conoscenza non può che rivolgersi ai giovani, ed il progetto Interferenze si è rivolto anche alle scuole. Nei mesi di settembre ed ottobre, i delegati di ciascun servizio e/o istituzione si sono recati presso il liceo pedagogico di Guglionesi, il liceo scientifico e la scuola media “Maria Brigida” di Termoli, per far conoscere le attività quotidianamente svolte dagli operatori e l’importanza di promuovere una cultura del sociale, non solo come esigenza di giustizia per gli uomini, ma anche – e soprattutto – come risorsa di arricchimento per l’intera società. Attraverso l’apparente fragilità di chi è diverso si impara una lezione importante per tutti, ossia che oggi la dimensione umana è un bene da proteggere e da valorizzare perché è una risorsa per la società intera e si impara che la relazione tra gli uomini può percorrere vie insolite e comunque capaci di portare appagamento e benessere. Soprattutto, si comprende pienamente perché nella nostra Costituzione, nata dopo la devastante esperienza della dittatura fascista e della guerra, si è sentito il dovere di affermare non solo l’uguaglianza formale tra gli uomini, ma anche e soprattutto l’ uguaglianza sostanziale che permea il dovere di solidarietà sociale, che appartiene a tutti i cittadini. Dobbiamo ricordarci di pretendere quell’uguaglianza sostanziale, a dispetto di chi vuole subordinarla ad esigenze di bilancio, perché quando si sacrificano servizi si sacrificano anche e soprattutto i diritti di cittadinanza.

“Interferenze” è stata quindi una grande esperienza di riflessione per la città di Termoli, un seme gettato sulla terra, che speriamo cresca portando consapevolezza e soprattutto nuove idee di sviluppo per la città.☺

 

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