l’ultimo furbo
17 Aprile 2010 Share

l’ultimo furbo

 

Per una volta proviamo a mettere da parte le categorie di destra e di sinistra, perché, a causa di una interminabile e noiosa sfilza di comparse sul teatrino della politica, provocano confusione se non rigetto. Appassionati, nostro malgrado, agli eventi e locali e nazionali rischiamo sempre più facilmente di perdere la bussola e finire per identificare, non poche volte a torto, come di sinistra ciò che fa il centrosinistra e di destra ciò che fa il centrodestra. Non è una deriva qualunquista, semmai il bisogno di radicalizzare le scelte.

Ernesto Che Guevara, di cui ricorre il 9 ottobre il quarantesimo del suo assassinio, nella lettera testamento ai figli tra l’altro appunta: “Soprattutto siate sempre capaci di sentire nel più profondo di voi stessi ogni ingiustizia commessa contro chiunque in qualsiasi parte del mondo: è la qualità più bella del rivoluzionario”. È così che vedeva la politica Piergiorgio, don Milani, Martin Luther King, Gandhi.

E allora per una volta proviamo a mettere al centro l’uomo oppresso, schiacciato dal sistema, bisognoso di liberazione e chiediamoci se quello che stiamo facendo gli è di qualche utilità, se no, che sia ispirato dalla destra o dalla sinistra ci interessa meno di niente. Jon Sobrino, in un saggio che consiglio, e non perché lo ha sconsigliato la Congregazione per la dottrina della fede, “La fede in Gesù Cristo. Saggio a partire dalle vittime” dà un supporto teologico a quanto diciamo, perché i poveri e le vittime, sostiene il teologo latinamericano, sono sacramenti di Dio e presenza di Cristo tra noi. La stessa risurrezione di Gesù è vista come un’azione liberatrice, un rendere giustizia a una vittima. Dunque il compito di ognuno è di far scendere dalla croce i crocifissi della storia.

L’immigrazione, che è risorsa e non poche volte problema, può essere risolta con una strategia repressiva? Riusciremo a lavare anche la coscienza facendo sparire i lavavetri? Non aumenteremo tranquillamente il numero degli irregolari, costretti con sotterfugi a nascondersi? Indicendo il maiale-day aiutiamo i musulmani stranieri a integrarsi o facciamo semplicemente una porcata degna di chi l’ha partorita?

La politica è servizio alla persona, ce ne riempiamo la bocca, e allora partiti e partitini che si clonano a getto continuo hanno come obiettivo il bene comune o sono autoreferenziali per i loro leader? Tutti si lamentano per la crescente insofferenza e il distacco dell’opinione pubblica nei confronti della politica; ma che si sta facendo per invertire la tendenza? Ci hanno espropriato del voto impedendoci di scegliere i candidati che riteniamo idonei e imponendoci servi e clienti dei segretari di partito. Senza questo sistema il Molise avrebbe mai eletto La Loggia o Ruta? A quando una riforma che non fa comodo a nessuno schieramento, forse perché è di interesse dei cittadini?

Vecchi giochi nel nuovo nascente Partito Democratico molisano. Se a Massa e a Ruta gli elettori hanno detto con chiarezza no alle scorse regionali, perché sono ancora onnipresenti e perché soprattutto si lascia che facciano ancora i manovratori? Chi oggi è connivente con questi feudatari, domani non potrà presentarsi con la faccia d’angelo. Perché l’insignificante sinistra non lavora sui progetti anziché sugli stemmi e i fregi? L’arroganza del governo molisano che non riesce a presentare un piano credibile per lo sviluppo del Molise non può passare impunita. Perché non formano quadri dirigenti in grado di intendere e volere? Se le proposte sono indecorose vuol dire che al centro del programma non c’è la persona umana. E allora che ci stanno a fare?

L’indebitamento della nostra sanità è funzionale alle tasche di qualcuno o alla salute dei cittadini? È bello avere un ospedale vicino casa, ci si sente tutelati, ma se esiste come posto occupazionale per i primari, mentre i malati scappano fuori regione, forse non lo fanno per turismo sanitario, ma per l’inaffidabilità delle strutture e allora è il caso di non dilapidare oltre il patrimonio comune.

Gli esempi potrebbero continuare all’infinito, ma tu lettore, che come me, se non di più, ne hai piene non solo le tasche di persone che anziché servire a qualcosa si servono di noi,  tu puoi contribuire a dare una svolta non rifugiandoti nel privato ma imponendo, con le tue scelte. che si costruisca un mondo più umano mettendo al centro il debole e i suoi bisogni.

Quell’alba nuova vagheggiata e per la quale in tanti nella notte dell’oppressione fisica e morale hanno lottato e continuano a lottare vedrà finalmente la luce, ma non senza il nostro apporto. E in ogni caso ricordati che l’ultimo furbo scomparirà solo quando non ci sarà più nessun fesso. Perciò è ancora tempo di lotta. Poi finalmente potremo tornare ad essere di destra o di sinistra perché in ogni caso lavoreremo per il bene di tutti e non più a vantaggio di qualcuno.

Hasta la victoria siempre! ☺

 

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