resistenza costruttiva   di Leo Leone
28 Dicembre 2012 Share

resistenza costruttiva di Leo Leone

 

Non basta rassegnarsi al “non se ne può più”. Occorre andare oltre.

Viviamo una stagione che pone a rischio i valori che nella storia hanno dato senso alla vita. Non si tratta di una tempesta caduta dall’alto ma di una melma che insorge da un inquinamento diffuso da cui ricavano interessi soprattutto i soggetti che dovrebbero operare per il bene comune nei ruoli di responsabilità sociale e politica che ricoprono. E questo si è verificato in diversi cicli della storia. L’umanità è da sempre alle prese con scelte che segnano il conflitto tra etica e affarismo.

I precetti morali della storia hanno ripreso spazio dopo le più atroci forme di schiavismo, sfruttamento e individualismo sregolato. È dalla catastrofe più orrenda che l’umanità è riuscita a riscoprire il senso dell’etica a salvaguardia dei diritti di tutti, a partire dai più deboli. Dovremmo assumere coscienza che stiamo avvicinandoci ad uno di quei momenti in cui lo scadimento dei valori ha raggiunto livelli di squallore inaudito. La politica ne è diffusamente contagiata con l’asservimento ad un’economia che assegna tasse onerose a tutti i poveretti che debbono lavorare per agevolare il benessere dei pochi che intascano prebende e piaceri del tutto incontrollati.

È questo un clima che pervade l’universo intero e che risulta più infestante in quei continenti che nella storia risulterebbero come le radici della civiltà dell’uomo: Europa e America. Rientriamo allora in casa nostra per sottrarci all’inquinamento che proviene da un mondo che sa di bolgia dantesca. Siamo ormai quotidianamente tempestati da informazioni che scoprono i veli che per anni hanno occultato malefatte e ruberie di ogni stampo, al punto che si è tentati di riconoscerle all’interno di una cronaca che sa di quotidiano, per cui non c’è manco da meravigliarsi.

Tuttavia vanno profilandosi segnali di resistenza alla stregoneria e alla turpe strategia di governo dei furbi che hanno superato i limiti della decenza nel campo della politica, dell’ economia e dell’etica. Le ultime testimonianze provengono dai paesi che non hanno di certo sovrabbondato in termini di legalità e di rispetto delle regole in campo politico. L’Egitto tra questi. Ma quel popolo sta dando lezioni di resistenza alla tirannia sostenuta da un integralismo religioso e a un dispotismo che sta attraversando una stagione di crisi che preannuncia  scenari di liberazione.

Per tornare in casa, rilanciamo la sfida che gli italiani lanciarono al mondo intero allorché, liberatisi del regime fascista, riuscirono a mettere su uno stato centrato sulle regole della democrazia, che seppe dialogare nel tracciare linee strategiche e programmi che si tradussero in una legislazione che diede il via ad una stagione libera e capace di innovare nel pieno respiro di una democrazia dialogica e volta al servizio del popolo. Furono gli anni che videro nascere una scuola per tutti, che acquistò vivo apprezzamento nel mondo intero per la sua modernità e qualità di servizio. Partiti dalla provenienza ideologica diversa si ritrovarono a delineare un progetto al servizio dei cittadini in campo educativo, ma anche nei servizi essenziali quali la sanità, l’assistenza ai deboli, il rilancio di una economia che si adoperò per la ricrescita dei territori e delle categorie più deboli.

Il fenomeno della transumanza da partito a partito, che oggi imperversa, non si registrò se non in casi isolati. Quel che ci intristisce e solleva in noi tutti il senso del rigetto nei confronti della classe politica è che alla carenza diffusa di una programmazione misurata ai bisogni dei tempi e dei cittadini, anche per svilupparne i talenti e le risorse, si contrappone una quotidiana litigiosità che non consente neppure un indice minimo d’intesa che si produca in progetti e legislazione diretti a realizzare il bene comune.

Se andiamo a scorrere indici attinenti i servizi essenziali scopriamo che l’Italia naviga nella palude in molti settori. Solo per esemplificare, è di questi giorni il sondaggio che mette il nostro paese in coda al servizio sanitario per quanto riguarda i posti letto ogni mille abitanti. Siamo giunti a toccare il 3,52 per mille. E ce ne accorgiamo tutti per la drammatica stasi che attanaglia la sanità nel nostro Molise. Qualcuno è giunto a convincersi che è meglio restarsene a casa che ricoverarsi in ospedale dove, a parte il non servizio, manca anche la vicinanza e quel minimo di calore umano che attenua la sofferenza in famiglia.

Ma non è forse giunto il momento di sollecitarci tutti per far rinascere la politica dal basso e darle voci e volti nuovi, visto che tra le poche luci di speranza che si avvertono intorno a noi c’è questa ripresa di voglia di fare da parte dei giovani? Segnali concreti ci vengono dai dati più recenti che ci forniscono numeri di rilievo di aziende create dagli under 35 che nei mesi tra gennaio e giugno di quest’anno hanno creato quarantamila aziende con una media giornaliera di 230. ☺

 le.leone@tiscali.it

 

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