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Ad 80 anni dalle leggi razziali, eminenti personalità politiche ci propongono un censimento, su basi etniche, di una parte della popolazione italiana

La paura dello straniero è alimentata dalla convinzione che i diritti siano un qualcosa di limitato, che non può essere garantito a tutti. Dunque, prima gli italiani!

Invece di ascoltare il “cazzaro verde” che ci aizza contro i disperati, potremmo proporre una scuola di arti e mestieri a San Giuliano e combattere lo spopolamento

“Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso” (Che Guevara). Se ci impegniamo per una politica altra è perché non solo è possibile, ma addirittura necessaria. È emerso in tutta evidenza nell’incontro pubblico che abbiamo organizzato a Termoli

La partita non è definitivamente compromessa e in Italia esisterebbero ancora le condizioni per una rinascita di una coalizione democratica e di sinistra, ma sarebbe necessario ben altro di ciò che oggi passa il convento dei partiti grandi e piccoli che vengono dalla tradizione della sinistra italiana. Il problema dei problemi dei nostri giorni? Il futuro della democrazia e della sinistra nell’epoca della globalizzazione

Acqua privatizzata, trivellazioni, sanità allo sbando, debiti che strozzano un popolo già ridotto in miseria. Eppure, questo stesso popolo si divide intorno al tema dei migranti. “Divide et impera” la fa da padrone, ma solo perché noi abbiamo smesso di informarci, di tenere alta la guardia e di pretendere risposte ai problemi collettivi. Quelli veri. Ricordiamo: El pueblo unido jamás será vencido!

Mentre i cittadini europei individuano quello della migrazione come problema cardine dell’Ue e la ‘ndragheta trova il modo di lucrarci, è arrivato il momento di affrontare la “guerra tra poveri”: “Oggi l’umanità è in profonda crisi e può uscirne soltanto con il dialogo e la solidarietà tra gli uomini che soffrono o la mancanza del lavoro o la perdita della democrazia e dell’indipendenza nazionale dinanzi allo strapotere delle banche e della finanza”

MIGRANTI: ci indigniamo, giustamente, per qualche loro malefatta, ma mai per come noi li trattiamo abitualmente, per come li sfruttiamo, per come ci speculiamo costringendoli a una vita raminga. E ci si mette anche il parroco di Isola Capo Rizzuto a succhiare il sangue di disgraziati. Dall’inizio dell’anno oltre mille e cento, quelli accertati, sono andati ad abitare le profondità del Mediterraneo.

Aumenta il divario tra ricchi e poveri. Si dicono un sacco di bugie sull’andamento dell’economia, mentre si perdono il diritto al lavoro e alla salute. Costruiamo barriere per fermare i disperati, ma armiamo i loro aguzzini e rubiamo le loro ricchezze. Calpestiamo la costituzione e prendiamo in giro i terremotati (la Regione Molise è controparte attiva in Tribunale contro i cittadini senza casa). Non sarebbe bene rovesciare un mondo al rovescio?