Vittime del gioco
1 Agosto 2016
La Fonte (351 articles)
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Vittime del gioco

Già nel 2012 Don Ciotti, fondatore dell’Associazione Libera, denunciava con il dossier “Azzardopoli” i danni causati da scommesse e slot machine: “circa ottocentomila giocatori sono dipendenti e due milioni sono a rischio; una vera malattia. E la mafia fa affari d’oro”. Quello del gioco è un settore che offre lavoro a 120.000 addetti e muove gli affari di 5.000 aziende, mobilitando il 4% del PIL nazionale ed assicurando alle casse dello Stato circa nove miliardi di euro l’anno. Queste cifre in sintesi hanno suscitato e suscitano l’interesse della mafia che, solo per fare un esempio, alterando le slot in modo da annullare o abbattere i dati comunicati al fisco dai dieci concessionari autorizzati, sono diventate “l’undicesimo concessionario occulto del Monopolio”.

La campagna promossa da diverse associazioni contro i rischi del gioco d’azzardo “Mettiamoci in gioco” ha messo in campo diverse proposte, parte delle quali recepite dal Ministero della Salute che con il decreto legge 158/2012 ha inserito la ludopatia nei LEA (livelli essenziali di assistenza) con obbligo da parte dei servizi di sanità pubblica di prevenzione, cura e riabilitazione rivolte alle persone affette da questa patologia e promuovendo il piano d’azione nazionale 2013-2015.

Nell’ambito della formazione continua, che gli iscritti a Libera Molise si sono imposti, non poteva mancare l’approfondimento di questi temi. L’occasione è stata data dalla giornata di studio organizzata dal Lions club di Larino dal titolo: “Gioco d’azzardo: divertimento o patologia”. I lavori sono stati introdotti e coordinati dall’avvocato Pericle Truja che, tra l’altro, ha presentato i relatori tutti di rilievo ed esperti del problema, come l’avv. Stefano Maggiani riguardo agli aspetti legali, la dott.ssa Marinella Mazzocco sulle evidenze scientifiche del Gap, la dott.ssa Novella Pesaresi su come trovare aiuto per un percorso riabilitativo, la prof.ssa Fusco Perrella sul punto della legislazione nella Regione Molise. A tale evento ha partecipato l’intera segreteria regionale di Libera con notevole interesse. Infatti, la giornata di studio ha consentito di dare risposte a diverse domande: cos’è il Gioco d’azzardo patologico, quale la sua eziologia, l’epidemiologia, come difendersi, a chi rivolgersi per trovare aiuto, come si stanno muovendo le regioni.

La parola “azzardo”, dal francese hasard, trova la sua più antica origine nella lingua araba, dove con il termine Az-Zahar si identifica “il dado”. Ricerche antropologiche raccontano come la pratica del gioco d’azzardo risalga all’epoca dei Sumeri e degli Assiro Babilonesi (che sapevano anche barare; infatti sono stati ritrovati dagli archeologi dadi truccati appesantiti da un lato), ed ancora nella tradizione Egizia, Greca e Romana. Sebbene il gioco rappresenti una dimensione fondamentale della natura umana ed evochi generalmente sentimenti positivi, non può dirsi altrettanto per il gioco d’azzardo patologico, che attualmente viene definito come una dipendenza patologica e quindi una malattia, che deriva da un comportamento reiterato di gioco d’azzardo in una persona vulnerabile (la vulnerabilità dipende da una serie di fattori propri individuali, ambientali, dalla caratteristica dei giochi), che presenta sintomi neuropsichiatrici alterati fino a comportare lo sviluppo della patologia. Il GAP (gioco d’azzardo patologico) è una malattia neuro psicopatologica del cervello, spesso cronica e recidivante, che si esplicita con comportamenti compulsivi e specifica sintomatologia neurovegetativa, associata a gravi conseguenze fisiche, psichiche per l’individuo (stress, depressione, ansia, suicidio), per la famiglia (litigi, rotture delle relazioni, abbandoni, violenze) e per la società ( scarso rendimento sul lavoro, assenteismo, perdita del lavoro, furti, usura carcerazioni). In altre parole, è la conseguenza secondaria di un comportamento volontario di gioco d’azzardo persistente in un individuo vulnerabile alla dipendenza, che presenta cioè alterazioni preesistenti di tipo neuro funzionale nei normali sistemi neurologici della gratificazione del controllo degli impulsi e delle funzioni cognitive correlate.

La causa di questa patologia non è stata ancora ben chiarita. Come già ricordato essa si basa su una vulnerabilità genetica ed una alterazione dei sistemi neuropsicobiologici e di una anomalia delle disponibilità di alcuni importanti neurotrasmettitori (dopamina, serotonina, noradrenalina) ma è comunque una patologia prevedibile, curabile e guaribile che necessita di diagnosi precoce, cure specialistiche e supporti psicosociali che purtroppo ancora mancano nella regione. Secondo il Ministero della Sanità il 54% della popolazione italiana sarebbe giocatore d’azzardo. Di solito si tratta di un individuo giovane, maschio (il sesso femminile inizia a giocare più tardi, ed i fattori scatenanti sono legati allo stress, all’insoddisfazione, alla depressione), che spesso ha una storia familiare di gioco d’azzardo. Manifesta, inoltre, problemi psicologici, spesso correlati a forme di stress. Gli adolescenti, di solito, sono attirati da forme non strategiche di gioco quali le lotterie istantanee (gratta e vinci) e slot-machine, mentre gli anziani tendono a giocare con bingo e slot per combattere la noia. La diagnosi di GAP, per quanto complessa, si basa sui sintomi che in sintesi possono riassumersi in un forte desiderio di giocare (Craving); in ansia, tremori, nervosismo etc. quando si è impossibilitati a giocare (Astinenza) e si avverte la necessità di giocare con maggiore frequenza per riprodurre il medesimo grado di euforia (Tolleranza). In altre parole, si crea una dipendenza psicofisica simile a quella indotta da sostanze e classificata tra i disturbi del controllo degli impulsi.

Il giocatore d’azzardo non è in grado quasi mai di controllarsi e aumenta progressivamente le somme di denaro ed il tempo destinato al gioco d’azzardo, nascondendo a se stesso e alla propria famiglia la gravità del problema. Ai primi segni e/o atteggiamenti che nascondono una dipendenza da gioco d’azzardo è necessario, da parte della famiglia, agire in tempo, rivolgendosi eventualmente ad un legale, per proteggere il patrimonio. Alcune regioni, comuni, hanno provato a regolamentare il problema con modesti risultati: il “distanziometro” che prevede una distanza minima, di sale gioco, slot-machine da scuole, luoghi di culto, ospedali ha provocato una miriade di ricorsi al TAR dagli esiti spesso contraddittori. Il governo cerca di riorganizzare tutto il sistema dei giochi ma anche nella conferenza Stato/Regione dello scorso 5 maggio non sono stati presi provvedimenti. Alcune regioni, come il Lazio, hanno dato luogo alla formazione di un Osservatorio Regionale per portare avanti azioni di prevenzione e contrasto. Anche per la Regione Molise è giunta l’ora di attivarsi per garantire concretamente l’integrazione fra le attività sociali (di competenza dei comuni singoli o associati) e sanitarie (di competenza della ASREM) come disciplinato dalla L.R. n. 13/2014 a garanzia dei LIVEAS (LEA + livelli essenziali di assistenza sociale) coinvolgendo enti, istituzioni, volontariato, società civile, potenziando i servizi pubblici deputati alla prevenzione e cura, attivando gruppi di lavoro per approfondire l’analisi del problema, ricavare dati utili per elaborare proposte e programmi di prevenzione e contrasto al GAP.

 

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