Frammenti di vita degli ospiti della comunità terapeutica
dei dimessi psichiatrici di Casacalenda
itaca, o del viaggio irrisolto
Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
né nell’irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l’anima non te li mette contro.
Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti -finalmente e con che gioia –
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d’ogni sorta; più profumi inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti.
Sempre devi avere in mente Itaca –
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos’altro ti aspetti?
E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.
C. Kavafis, Itaca
Il viaggio è una metafora spesso abusata, perché aiuta, in poche semplici immagini, a definire il percorso, la meta, le difficoltà ed i desideri che alimentano un percorso di vita.
Ed è il doppio registro del viaggio come metafora e in senso concreto a dar vita all’idea della rubrica che state leggendo: un viaggio in auto, di certo, e un viaggio ideale. È in questa declinazione che assume significato l’apertura della rubrica con la poesia di Kavafis: da una parte, in un primo piano di analisi dell’opera dell’autore greco rintracciamo il senso di un percorso da non affrontare con fretta, da non cassare superficialmente, considerando la centralità che riveste il Percorso sopra ogni Meta in ogni retorica del Viaggio e nei meandri esistenziali di individui e popoli; dall’altra, ad un livello più profondo, la citazione offre l’opportunità di confrontare le nostre esperienze comunitarie con la finalità obbligata e necessaria, con quel Ritorno che fa altrettanto parte del patrimonio simbolico della tradizione del Viaggio. Ritorno, dunque, come arricchimento, superamento e sintesi dialettica, rielaborazione, oscillazione tra regressione e scarto, colpo di reni finale, resa dei conti con la circolarità della terapia di comunità: Casa-Comunità-Casa. Tutti luoghi tradizionali della cultura occidentale – quelli del Viaggio, della Casa e della Comunità – con i quali quotidianamente ci confrontiamo e che, speriamo, possano affacciarsi, con delicatezza, tra queste righe.
barbara e hyeronimus
La prima immagine del desiderio è quella legata alla sessualità: il desiderio sessuale si ferma ad ogni gradino; negli uomini forse è più forte, nelle donne più debole. Ma io dico che è lo stesso. Forse troppo caffè lo ferma.
Il desiderio del cibo si confonde con il bisogno, un bisogno primario: qui la necessità oscura il piacere?
Il desiderio è un circolo (vizioso?), non si estingue né si soddisfa, è sempre rilanciato.
Forse la sua fine coincide con l’estinzione.
***
***
La sera aveva chiuso i cancelli del giorno
e le città abbassate le sue palpebre di luce
infilavamo collane di parole per il debutto dell’anima
occhiate furtive agli specchi dell’io
fu quando le riponemmo nello scrigno del silenzio
che vidi il nudo corpo vitreo
e fu un balzo nel vuoto del nulla.
Maria Rosaria La Carpia
Il testo presentato fa parte del materiale utilizzato per il cortometraggio “Domani sono Fuori”, prodotto dalla Cooperativa Nardacchione e presentato nell’ambito della manifestazione cinematografica MoliseCinema; tutti gli ospiti delle strutture hanno preso parte al lavoro di costruzione del copione ed alle riprese.
A Casacalenda si è svolto una rassegna cinematografica intitolata MoliseCinema. A questa manifestazione hanno partecipato gli ospiti della comunità il Casone con un cortometraggio intitolato DOMANI SONO FUORI. Questo corto ha riscosso molto successo durante la presentazione tenutasi il 6 agosto al teatro comunale, che mi ha dato l’opportunità di vestire i panni dell’attore. In questo evento mi sono divertito e ho visto molta partecipazione da parte della collettività di Casacalenda e interesse anche da parte di persone non del luogo (Nicola).
Frammenti di vita degli ospiti della comunità terapeutica
dei dimessi psichiatrici di Casacalenda
itaca, o del viaggio irrisolto
Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
né nell’irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l’anima non te li mette contro.
Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti -finalmente e con che gioia –
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d’ogni sorta; più profumi inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti.
Sempre devi avere in mente Itaca –
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos’altro ti aspetti?
E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.
C. Kavafis, Itaca
Il viaggio è una metafora spesso abusata, perché aiuta, in poche semplici immagini, a definire il percorso, la meta, le difficoltà ed i desideri che alimentano un percorso di vita.
Ed è il doppio registro del viaggio come metafora e in senso concreto a dar vita all’idea della rubrica che state leggendo: un viaggio in auto, di certo, e un viaggio ideale. È in questa declinazione che assume significato l’apertura della rubrica con la poesia di Kavafis: da una parte, in un primo piano di analisi dell’opera dell’autore greco rintracciamo il senso di un percorso da non affrontare con fretta, da non cassare superficialmente, considerando la centralità che riveste il Percorso sopra ogni Meta in ogni retorica del Viaggio e nei meandri esistenziali di individui e popoli; dall’altra, ad un livello più profondo, la citazione offre l’opportunità di confrontare le nostre esperienze comunitarie con la finalità obbligata e necessaria, con quel Ritorno che fa altrettanto parte del patrimonio simbolico della tradizione del Viaggio. Ritorno, dunque, come arricchimento, superamento e sintesi dialettica, rielaborazione, oscillazione tra regressione e scarto, colpo di reni finale, resa dei conti con la circolarità della terapia di comunità: Casa-Comunità-Casa. Tutti luoghi tradizionali della cultura occidentale – quelli del Viaggio, della Casa e della Comunità – con i quali quotidianamente ci confrontiamo e che, speriamo, possano affacciarsi, con delicatezza, tra queste righe.
barbara e hyeronimus
La prima immagine del desiderio è quella legata alla sessualità: il desiderio sessuale si ferma ad ogni gradino; negli uomini forse è più forte, nelle donne più debole. Ma io dico che è lo stesso. Forse troppo caffè lo ferma.
Il desiderio del cibo si confonde con il bisogno, un bisogno primario: qui la necessità oscura il piacere?
Il desiderio è un circolo (vizioso?), non si estingue né si soddisfa, è sempre rilanciato.
Forse la sua fine coincide con l’estinzione.
***
***
La sera aveva chiuso i cancelli del giorno
e le città abbassate le sue palpebre di luce
infilavamo collane di parole per il debutto dell’anima
occhiate furtive agli specchi dell’io
fu quando le riponemmo nello scrigno del silenzio
che vidi il nudo corpo vitreo
e fu un balzo nel vuoto del nulla.
Maria Rosaria La Carpia
Il testo presentato fa parte del materiale utilizzato per il cortometraggio “Domani sono Fuori”, prodotto dalla Cooperativa Nardacchione e presentato nell’ambito della manifestazione cinematografica MoliseCinema; tutti gli ospiti delle strutture hanno preso parte al lavoro di costruzione del copione ed alle riprese.
A Casacalenda si è svolto una rassegna cinematografica intitolata MoliseCinema. A questa manifestazione hanno partecipato gli ospiti della comunità il Casone con un cortometraggio intitolato DOMANI SONO FUORI. Questo corto ha riscosso molto successo durante la presentazione tenutasi il 6 agosto al teatro comunale, che mi ha dato l’opportunità di vestire i panni dell’attore. In questo evento mi sono divertito e ho visto molta partecipazione da parte della collettività di Casacalenda e interesse anche da parte di persone non del luogo (Nicola).
Frammenti di vita degli ospiti della comunità terapeutica dei dimessi psichiatrici di Casacalenda
Frammenti di vita degli ospiti della comunità terapeutica
dei dimessi psichiatrici di Casacalenda
itaca, o del viaggio irrisolto
Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
né nell’irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l’anima non te li mette contro.
Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti -finalmente e con che gioia –
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d’ogni sorta; più profumi inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti.
Sempre devi avere in mente Itaca –
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos’altro ti aspetti?
E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.
C. Kavafis, Itaca
Il viaggio è una metafora spesso abusata, perché aiuta, in poche semplici immagini, a definire il percorso, la meta, le difficoltà ed i desideri che alimentano un percorso di vita.
Ed è il doppio registro del viaggio come metafora e in senso concreto a dar vita all’idea della rubrica che state leggendo: un viaggio in auto, di certo, e un viaggio ideale. È in questa declinazione che assume significato l’apertura della rubrica con la poesia di Kavafis: da una parte, in un primo piano di analisi dell’opera dell’autore greco rintracciamo il senso di un percorso da non affrontare con fretta, da non cassare superficialmente, considerando la centralità che riveste il Percorso sopra ogni Meta in ogni retorica del Viaggio e nei meandri esistenziali di individui e popoli; dall’altra, ad un livello più profondo, la citazione offre l’opportunità di confrontare le nostre esperienze comunitarie con la finalità obbligata e necessaria, con quel Ritorno che fa altrettanto parte del patrimonio simbolico della tradizione del Viaggio. Ritorno, dunque, come arricchimento, superamento e sintesi dialettica, rielaborazione, oscillazione tra regressione e scarto, colpo di reni finale, resa dei conti con la circolarità della terapia di comunità: Casa-Comunità-Casa. Tutti luoghi tradizionali della cultura occidentale – quelli del Viaggio, della Casa e della Comunità – con i quali quotidianamente ci confrontiamo e che, speriamo, possano affacciarsi, con delicatezza, tra queste righe.
barbara e hyeronimus
La prima immagine del desiderio è quella legata alla sessualità: il desiderio sessuale si ferma ad ogni gradino; negli uomini forse è più forte, nelle donne più debole. Ma io dico che è lo stesso. Forse troppo caffè lo ferma.
Il desiderio del cibo si confonde con il bisogno, un bisogno primario: qui la necessità oscura il piacere?
Il desiderio è un circolo (vizioso?), non si estingue né si soddisfa, è sempre rilanciato.
Forse la sua fine coincide con l’estinzione.
***
***
La sera aveva chiuso i cancelli del giorno
e le città abbassate le sue palpebre di luce
infilavamo collane di parole per il debutto dell’anima
occhiate furtive agli specchi dell’io
fu quando le riponemmo nello scrigno del silenzio
che vidi il nudo corpo vitreo
e fu un balzo nel vuoto del nulla.
Maria Rosaria La Carpia
Il testo presentato fa parte del materiale utilizzato per il cortometraggio “Domani sono Fuori”, prodotto dalla Cooperativa Nardacchione e presentato nell’ambito della manifestazione cinematografica MoliseCinema; tutti gli ospiti delle strutture hanno preso parte al lavoro di costruzione del copione ed alle riprese.
A Casacalenda si è svolto una rassegna cinematografica intitolata MoliseCinema. A questa manifestazione hanno partecipato gli ospiti della comunità il Casone con un cortometraggio intitolato DOMANI SONO FUORI. Questo corto ha riscosso molto successo durante la presentazione tenutasi il 6 agosto al teatro comunale, che mi ha dato l’opportunità di vestire i panni dell’attore. In questo evento mi sono divertito e ho visto molta partecipazione da parte della collettività di Casacalenda e interesse anche da parte di persone non del luogo (Nicola).
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