zucchero amaro
2 Luglio 2012 Share

zucchero amaro

 

Tra i terremotati del Molise vorremmo questa volta includere anche quelli che hanno avuto  a che fare con lo Zuccherificio del Molise spa: operai, impiegati, dirigenti, agricoltori, trasportatori  che in un modo o nell’altro si troveranno a recuperare le loro esistenze  sotto le macerie dello stabilimento, prodotte dalle decisioni di Iorio e compagni.

“La storia del complesso aziendale dello Zuccherificio del Molise spa, primo e significativo esempio di iniziativa imprenditoriale in Molise, che ha legato il proprio nome alla stessa identità regionale, ha attivato percorsi virtuosi di emulazione, ha aggregato significativi complessi industriali, ha creato una cultura d’impresa in un’ampia area del territorio regionale tanto da rappresentare un patrimonio sociale di rilevanza assoluta”: questo è ciò pensava il Governatore del Molise dell’azienda che si appresta a liquidare. Fino a qualche mese fa lui, i suoi tecnici, la sua giunta, la sua maggioranza ci hanno scommesso una paccata di soldi nostri, per la messa in sicurezza dello Zuccherificio che versava in “momentanee difficoltà finanziarie”. Strano modo di misurare il tempo visto che dal 2006 fiumi di euro, sempre nostri, sono affluiti nelle casse dello stabilimento termolese senza risolvere peraltro alcun problema.

 Oggi gli stessi soggetti che solo qualche mese fa hanno riconfermato il loro apprezzamento al piano industriale, redatto dalla società ARPES con il supporto del Presidente dell’Associazione Nazionale Saccarifera, tanto da fissare quale termine ultimo per la restituzione dei prestiti e degli interessi la data del 30/09/2015, hanno cambiato idea e di quello che veniva considerato il Marchionne del Molise non ne vogliono più sentir parlare, anzi negli atti ufficiali evitano di chiamarlo per nome e lo chiamano socio privato per non accostare i loro nomi al suo. Questa volta Iorio, per cambiare idea, prudentemente ha riunito tutto lo stato maggiore della Regione, più o meno gli stessi che avevano avallato la ricapitalizzazione, per farsi convincere che la scelta di prima era una stronzata e la proposta avanzata del nuovo Amministratore, sperimentata anche nella vicenda Parmalat, risolverà una serie di problemi tra i quali: la parità di trattamento del ceto creditorio; la salvaguardia dei livelli occupazionali; la salvaguardia dell’intero indotto produttivo; la continuazione dell’attività; la migliore valorizzazione degli attivi: una vera tombola insomma. Perché tutto questo diventi realtà lo Zuccherificio del Molise spa, nell’ambito di una prospettata procedura di concordato, costituirà una nuova  compagnia, la Old /NewCo interamente controllata, nella quale trasferirà il personale, gli impianti, i contratti, con formale contratto d’affitto, per un periodo di tre anni. I beni del glorioso Zuccherificio, ormai in stato d’insolvenza, esempio di iniziativa imprenditoriale, fino a qualche mese fa, serviranno a garantire la proposta di concordato verso i creditori.

Dopo averci preso in giro per anni sullo stato di salute dell’azienda, preso atto del grave stato finanziario ed economico in cui versa lo stabilimento di Termoli, nell’ambito della procedura fallimentare, Iorio decide di proporre un concordato con i suoi creditori, in sostanza con se stesso. Questa volta il trucco c’è e si vede, peccato che qualche orbo in consiglio regionale non se ne sia accorto. La proposta di concordato prevede il pagamento dei debiti con il ricavato della vendita dello stabilimento quasi interamente di proprietà della Regione Molise, in maniera proporzionale, secondo il grado d’iscrizione. Sgravare lo Zuccherificio dei debiti pregressi è cosa buona e giusta, peccato che a farne le spese siano i cittadini molisani. La differenza con il caso Parmalat sta nel fatto che mentre in quella vicenda il ceto creditorio era costituito da privati -banche, azionisti, fornitori – qui, invece, a rimetterci è l’Ente Regione. Se questi non sono aiuti di Stato Iorio e Frattura che hanno votato allo stesso modo, dovranno spiegarlo alle autorità europee. Ancora una volta i crediti non riscossi da Iorio diventeranno debiti per la Regione di cui  dovrà farsi carico la comunità molisana.

Quanto alla creazione della NewCo alla quale è riservato il diritto di prelazione sull’acquisto dello stabilimento termolese non si capisce bene se si è trattato di un refuso nella nota dell’AD dello Zuccherificio o di un lapsus freudiano sulle reali intenzioni di privatizzare lo stabilimento. In ogni modo per garantire i livelli occupazionali sarebbe stato opportuno, prima di assumere decisioni di tale portata, pretendere di conoscere il piano industriale della NewCo per evitare che nello stesso vi si trovassero generici impegni del tipo “l’Azienda assumerà le maestranze necessarie allo svolgimento delle attività tipiche”, impegni che significano tutto e nulla e non sarà certo l’ordine del giorno presentato da Frattura ed approvato da altri 21 Consiglieri a garantire il posto di lavoro a tutti i dipendenti dello zuccherificio.

Per capire poi in che modo il management della nuova compagnia affronterà il tema non marginale di garantire la migliore valorizzazione degli attivi, sarebbe interessante sapere come il dr Alfieri, AD dello Zuccherificio, intende produrre utili con uno stabilimento che di nuovo ha solo il nome e di vecchio gli impianti, il personale e il conto economico 2011 che  presenta un saldo passivo di 6,7 milioni di euro.

Ultimo rilievo, ma non per questo meno importante, va mosso al consiglio regionale che con estrema imprudenza ha assunto decisioni troppo gravose per un organismo che resta in vita solo per effetto di una legge che non è ancora passata al vaglio della Corte Costituzionale. ☺

domenicodadamo@alice.it

 

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