a.a.a. giunta cercasi
29 Febbraio 2016
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a.a.a. giunta cercasi

A tredici anni dal terremoto che colpì le zone interne del medio Molise, la terra ha ricominciato di nuovo a tremare. La gente è attonita e impotente. La imprevedibilità di una possibile catastrofe provoca angoscia, ma la certezza che gli stessi uomini di “provata esperienza” metteranno di nuovo le mani nelle cose di terremoto, provoca rabbia e disperazione. I molisani sono consapevoli che nonostante siano trascorsi tanti anni dal sisma di San Giuliano, la ricostruzione nell’area del cratere è in fase di completamento solo nella narrazione del governatore e nelle fantasie del suo prode scudiero. In realtà quando ci sono un po’ di soldi veri da spendere (vedi i cento milioni della viabilità), non un solo centesimo viene destinato all’area colpita dal terremoto, eppure ce ne sarebbe veramente bisogno di soldi in un posto così. Purtroppo l’assessore ai lavori pubblici non è stato informato di questa calamità occorsa tanti anni fa alla parte più povera dell’“immenso” Molise, a lui sconosciuta. Così come non sa che la SS. 87, per l’ammodernamento della quale sono stati già spesi 52 milioni di euro, dal 2011 non riceve alcuna attenzione da parte dei governi, nazionale e regionale, i quali lasciando incompiuti i tratti di strada che da Campobasso portano a Campolieto e da Sant’Elia a Pianisi a Larino (la cosiddetta area del cratere sismico) rendono l’opera completamente inutile alla necessità di offrire un’alternativa credibile alla SS. 647-Fondo valle del Biferno, sempre più spesso oggetto di interventi strutturali e non solo manutentivi. Se dovesse accadere che un pilone del viadotto crollasse, così come già accaduto, l’intera regione resterebbe priva di collegamenti tra i centri più importanti, Termoli-Campobasso-Isernia.giunta cercasi

Dal bollettino ufficiale dell’ assessorato al lavoro apprendiamo che nel 2015 il Molise segna una inversione di tendenza sul percorso dell’occupazione che registra un saldo attivo pari a 1533 unità. Detta così ci sembra decisamente una buona notizia e saremmo anche disposti a fare i complimenti a chi ha assunto decisioni importanti nel complicato mondo delle politiche del lavoro. La buona novella ci induce a pensare che, durante lo scorso anno, di quel  66% di perdite registrate nell’occupazione, dal 2007 al 2014, circa 1550 disoccupati hanno finalmente trovato lavoro e a dedurre ancora che i rimedi messi in campo dalla regione Molise (borse lavoro, tirocinio per giovani, cassa integrazione in deroga) avrebbero dato buoni risultati senza peraltro consentire al mondo dell’impresa di sfruttare a proprio vantaggio la situazione di crisi. Per la precisione l’assessore dice: “La dinamica occupazionale del Molise segna un’interessante inversione di tendenza e conferma l’impegno delle imprese regionali che hanno superato la crisi e sono tornate ad investire riorientando le proprie scelte, riconvertendo le produzioni e recuperando volumi e fatturato”. Se le cose stanno veramente così come ci spiega l’assessore, che senso ha richiedere al governo nazionale il riconoscimento dell’area di crisi complessa? Se le nostre aziende tornano ad investire e creare posti di lavoro, se in buona sostanza abbiamo la forza per farcela da soli, perché chiedere aiuto a Roma? Perché scomodare Renzi che, sempre a detta dell’assessore, pare sia pronto ad offrire il finanziamento di un Masterplan per il Sud che la SVIMEZ sostiene stare peggio della Grecia? Evidentemente noi molisani siamo un esempio per l’intero paese, siamo capaci di creare posti di lavoro senza creare né sviluppo né ricchezza. E, a proposito dell’Accordo di Programma sull’Area di Crisi Industriale Complessa del Molise, che dovrebbe sostenere il reinserimento dei lavoratori delle aziende in crisi nel mercato del lavoro, dove sono finiti i duecento milioni destinati al programma? Nella cabina di regia istituita presso la giunta regionale, i registi, hanno deciso di girare un film comico o un film drammatico? Se si è trattato di uno scherzo, si sappia che è durato anche troppo, se invece si continua a perdere tempo, è bene ricordare che si sta giocando col destino di lavoratori che da tempo hanno smesso di avere pazienza oltre che essere a corto di risorse per sopravvivere.

Quanto allo sviluppo delle attività produttive, sarà appena il caso di ricordare che anche qui in Molise il governo regionale aveva messo in cantiere una robusta spending review, specificando che avrebbe, come primo punto in agenda, dismesso le aziende cosiddette partecipate, vendendole per intero o  per  quote, e con il ricavato l’assessore Scarabeo aveva promesso di finanziare un programma di aiuti per le aziende in crisi o per la costituzioni di Start-up innovative. Solo successivamente qualcuno si è accorto che nei consigli di amministrazione delle suddette aziende, sbarcavano il lunario vecchi e nuovi trombati della politica, senza distinzione di razza, e del programma si sono perse le tracce. A tutt’oggi si sconosce l’esito delle cessioni, se mai ve ne sia stata alcuna, forse perché l’assessore è stato costretto a occuparsi di altre cose. Inutile ricordare che i consorzi industriali di Campobasso, Termoli e Isernia, in attesa di essere riformati, sono zeppi di aziende fallite o in liquidazione. Il quadro complessivo della tragica situazione economica del Molise, di cui dovrà occuparsi la nuova giunta, si arricchisce di ombre se solo si sfiora la situazione in cui versa l’agricoltura molisana, nella quale le aziende ormai non producono reddito da tempi immemorabili e dove l’azione di governo si appresta a ripercorrere vecchie pratiche più aduse al consenso che allo sviluppo. Della sanità è superfluo parlare. I molisani hanno finalmente capito che per curarsi, così come per trovare lavoro, devono rivolgersi altrove. ☺

 

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