2.   di Roberto Roversi
8 Marzo 2013 Share

2. di Roberto Roversi

 

Sopravvennero non improvvisi i giorni del sole nero

luce senza luce, respiro senza respiro, vita senza vita.

L’attesa era una pianura padana gelata senza il verde e

la stupefazione di chi non apriva le mani per cercare.

Eppure

con l’ultimo chiodo conficcato nel legno

l’umiltà si fa dolore fiorisce.

Non temo di diventare oscuro

perché il monaco fra i sassi prenderà la mia parola

lavandola nell’acqua per sciogliere la polvere

come il regalo

negli antichi versi

di un uomo cieco a un uomo solitario.

Credevamo di cambiare il mondo

il mondo invece è cambiato. E noi?

È giusto naufragare con le cose che cambiano?

Il capitano; mio capitano, e la sua nave.

Le vicende sono serie.

Invecchiamo, dice il signor D’Aubigné, anche solo guardando

i salmoni passare nel fiume e l’acqua rinchiudersi

mentre aspetto le rondini nel fuoco di un tramonto

italiano.

 

Roberto Roversi

 Da Carta e Penna –

Bandecchi & Vivaldi

(450 copie numerate) – 1994

 

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