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non ho più canti

  Hai spalancato rose nel mio giardino. Hai liberato farfalle sulle mie mani. Ogni mattina inondi di luce la mia stanza e la sera mi accendi una stella sulla collina. Agiti sonagli rossi di bacche davanti ai miei occhi e

i figli del vento

  Gli zingari iniziano a raccontare anche su Internet le mille anime della propria cultura. Senza rinunciare alla libertà di non avere confini.Carovane virtuali. Ruote in perenne movimento come il simbolo che compare sulla bandiera rom. Issata per la prima

  Dopo la morte della signora Giovanna Reggiani, la maestra romana di religione valdese, aggredita dal giovane rumeno Nicolai Mailat, mentre tornava nella sua abitazione a Tor di Quinto, attraversando una stradina igienicamente ributtante e per nulla illuminata, è esplosa

schiavi d’egitto

  In un tempo di spostamenti di massa e di emigrazioni colossali, è consuetudine ormai dividere l’umanità in due blocchi: chi ha i documenti e chi non ce li ha, gli irregolari. Vi sono poi altri tipi di divisione basati

   Rientrare a casa e trovarla messa a soqquadro: oggetti riversi a terra, tiretti frugati, intimità violentata o peggio essere ostaggio, fra le pareti domestiche, di persone senza scrupoli, disposte a tutto pur di arraffare un po’ di beni; o

  Mi è stato dato di non poter restare a guardare lo scorrere del fiume, seduto comodamente … Sono stato preso e gettato nel turbinio della corrente e ne sono stato travolto. Non voglio essere tratto in salvo. Ma semplicemente

i monaci in birmania

  Si tratta di un avvenimento storico che ci riporta a momenti ciclici in cui il cambiamento non lo producono le bombe e le rivoluzioni violente ma la testimonianza pacifica ma attiva di individui e popoli. Un insegnamento che rilancia

accendere circuiti

  Ai miei tempi, ricordo, era possibile trovare dal tabaccaio o dal giornalaio cartoline illustrate con la veduta di un paesaggio naturale, boschivo o campestre, e in basso, a commento, la frase – credo di Guido Gozzano – “O beata

laico…chi è?

  Siamo un po’ affetti da uno strabismo culturale che ci pone nella condizione, forse involontaria, di subire una particolare precomprensione nascosta e taciuta  sulle parole che usiamo, mentre di esse e dei significati di cui si sono arricchite, nella