41 bis – seconda parte
Facendo seguito alla prima parte della poesia 41 bis (da Filo spinato di Alessandro Fo, Einaudi 2021), pubblicata su la fonte di luglio, se ne riportano qui i versi finali. Sul piano della personale condizione del detenuto, che parla in prima persona, emerge una piccola nota positiva – anche se vissuta con rassegnazione, più che con speranza. Dopo i “40 gradi” toccati nelle celle, “la diffidenza” e, più in generale, “l’isolamento”, ecco “il trattamento”: quel programma applicato nei penitenziari con l’intento di rieducare il detenuto e favorirne la reintegrazione sociale. A un altro livello, quello del suo sguardo proiettato verso l’esterno, la poesia tocca la “travagliata” questione della scuola. In particolare, lo spazio che in questa istituzione si dovrebbe concedere a temi come “Costituzione e Diritti”, e la sua fondamentale importanza per fare breccia nell’ignoranza del nostro Paese. Versi che riportano alla mente una massima, mai citata abbastanza, di Victor Hugo: “chi apre la porta di una scuola chiude una prigione”. E che, riletta ora dal punto di vista del nostro detenuto, suona come un invito tanto più impellente. A distanza di sicurezza – dato il dilagare della pandemia -, una stretta di mano virtuale per concludere, insieme all’augurio di essere rallegrati da buone notizie. Un augurio da ricambiare, sperando che il detenuto possa godere almeno di condizioni più umane.
Laura de Noves
41 bis
[…]
Seguo intanto il travaglio della scuola,
che cerca spazio a Costituzione e Diritti.
Quanto bisogno ha l’Italia della scuola
che rompa quella crosta,
l’esoscheletro della sua ignoranza.
Ho incominciato quello che, nel gergo,
chiamano «il trattamento»,
e mi incontro con un criminologo,
che è persona squisita, preparato e simpatico.
A poco servirà per la mia causa.
Ma tanto vale. Pazienza.
Concludo
con una forte stretta di mano – a questa distanza
si può tranquillamente – e con l’augurio
che buone notizie la rallegrino.
VISTO DI CONTROLLO
10 LUG 2020
