L’orizzonte è lontano; il giallo e l’arancio del cielo sono braci colorate, accese, che spettinano di una luce sospesa le foglie degli alberi esili, slanciati, intrisi dell’oro di un crepuscolo d’autunno. Una donna avanza silenziosa sul largo sentiero bagnato da un chiarore caldo, soffuso, attorno al suo capo è una circonfusione candida, quasi alabastro attraversato dal lume di quell’ora languida e misteriosa quando il giorno morente indugia nell’aria e la notte non è ancora giunta…
È un quadro di Van Gogh: “Autunno, paesaggio al crepuscolo”, uno dei tanti dal soggetto autunnale e non il più bello, ma mi piace perché amo le atmosfere crepuscolari che esprimono toni intimi, colloquiali, malinconici, nell’attesa della sera che presto verrà.
Oggi piove. Le gocce battono sui vetri con il ticchettio monotono di un vecchio orologio dimenticato chissà dove e disegnano rivoli di acqua che un velo di brizzolata foschia nasconde. Sotto l’agonia di una rosa rossa, vorticano foglie di una bellezza estrema, fiori in movimento di una seconda primavera prima del solenne adagio dell’inverno. Cerco il cuore inciso sulla corteccia di ciò che resta del nostro vecchio pino e risento il sapore di azzurro e di sole alle finestre, di risa di bimbi e di una storia felice interrotta a metà che vorrei raccontare. Ma domani; non c’è sole adesso. Piove. ☺
L’orizzonte è lontano; il giallo e l’arancio del cielo sono braci colorate, accese, che spettinano di una luce sospesa le foglie degli alberi esili, slanciati, intrisi dell’oro di un crepuscolo d’autunno. Una donna avanza silenziosa sul largo sentiero bagnato da un chiarore caldo, soffuso, attorno al suo capo è una circonfusione candida, quasi alabastro attraversato dal lume di quell’ora languida e misteriosa quando il giorno morente indugia nell’aria e la notte non è ancora giunta…
È un quadro di Van Gogh: “Autunno, paesaggio al crepuscolo”, uno dei tanti dal soggetto autunnale e non il più bello, ma mi piace perché amo le atmosfere crepuscolari che esprimono toni intimi, colloquiali, malinconici, nell’attesa della sera che presto verrà.
Oggi piove. Le gocce battono sui vetri con il ticchettio monotono di un vecchio orologio dimenticato chissà dove e disegnano rivoli di acqua che un velo di brizzolata foschia nasconde. Sotto l’agonia di una rosa rossa, vorticano foglie di una bellezza estrema, fiori in movimento di una seconda primavera prima del solenne adagio dell’inverno. Cerco il cuore inciso sulla corteccia di ciò che resta del nostro vecchio pino e risento il sapore di azzurro e di sole alle finestre, di risa di bimbi e di una storia felice interrotta a metà che vorrei raccontare. Ma domani; non c’è sole adesso. Piove. ☺
L’orizzonte è lontano; il giallo e l’arancio del cielo sono braci colorate, accese, che spettinano di una luce sospesa le foglie degli alberi esili, slanciati, intrisi dell’oro di un crepuscolo d’autunno. Una donna avanza silenziosa sul largo sentiero bagnato da un chiarore caldo, soffuso, attorno al suo capo è una circonfusione candida, quasi alabastro attraversato dal lume di quell’ora languida e misteriosa quando il giorno morente indugia nell’aria e la notte non è ancora giunta…
È un quadro di Van Gogh: “Autunno, paesaggio al crepuscolo”, uno dei tanti dal soggetto autunnale e non il più bello, ma mi piace perché amo le atmosfere crepuscolari che esprimono toni intimi, colloquiali, malinconici, nell’attesa della sera che presto verrà.
Oggi piove. Le gocce battono sui vetri con il ticchettio monotono di un vecchio orologio dimenticato chissà dove e disegnano rivoli di acqua che un velo di brizzolata foschia nasconde. Sotto l’agonia di una rosa rossa, vorticano foglie di una bellezza estrema, fiori in movimento di una seconda primavera prima del solenne adagio dell’inverno. Cerco il cuore inciso sulla corteccia di ciò che resta del nostro vecchio pino e risento il sapore di azzurro e di sole alle finestre, di risa di bimbi e di una storia felice interrotta a metà che vorrei raccontare. Ma domani; non c’è sole adesso. Piove. ☺
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