Sto ripensando alla nostra ultima conversazione, l’ultima nostra discussione. D’altronde abbiamo sempre avuto opinioni differenti, noi due. Mi dicevi che non ti interessava il problema della fame nel mondo. “Per ogni problema c’è una sola soluzione”, dicevi tu. Pensavo che fossi insensibile, non sapevo che fossi arrabbiato. “É che non si dovrebbe promettere sapendo di non poterlo fare”, dicevo io.
Pensavo che loro si impegnassero, invece sono indifferenti. Pensavo che tu fossi insensibile, invece eri arrabbiato. Sto ripensando al tuo ultimo discorso. Mi raccontavi di essere entrato nelle dimore dei cardinali senza averci trovato povertà. Camminasti fra di loro, li guardasti in faccia e perdesti la traccia della verità. Vedendo quelle case – casette di 405, 415, 521 mq – immaginasti quanta gente ci sarebbe potuta entrare. Ti convincesti che le cornici, i soprammobili e le croci – il tutto rigorosamente d’oro – avrebbero riempito parecchie pance. Ti sforzavi di scansare con lo sguardo quelle regge con fontane, archivi fotografici, affreschi antichi, quadri originali, cortili interni, archi, colonne. E terrazze, con le migliori viste su Roma. Un po’ troppo in alto, forse, per accorgersi delle persone che dormono sui marciapiedi. “Un po’ troppo lontano per ricordarsi da dove si viene”, dicevi tu.
Un cardinale guadagna 5.000 euro al mese, comprensibile dunque che la presunta devozione si trasformi in sacrificante lavoro. “Ognuno quando diventa anziano dovrebbe avere il sostentamento per stare tranquillo”, si giustifica uno di loro in una trasmissione televisiva. “L’hai vista quella trasmissione?”, mi chiedevi. “Troppo erti verso il cielo per riuscire a chinarsi sulla terra?” “Troppo stronzi perché Dio resista a prenderli a calci in culo”. Pretendono la tranquillità, insomma. E la ottengono da quando firmano il contratto di lavoro, per intenderci. Sconti su abbigliamento, prodotti alimentari, carburante, addirittura sulle sigarette. Facilitazioni, le chiamano. E poi affitto e manutenzione a costo zero. A costo di campare sulle vite dei poveri. Da ogni 10 euro delle offerte per loro, ne vengono infatti sottratti 8 per questo. E ancora, i cardinali hanno circa tre suore a testa con il compito di accudirli. “Vuole accudirmi lei?”, provoca così uno di loro a Le iene.
Però a questo punto mi sto confondendo, chi sarebbero le iene? ☺
Sto ripensando alla nostra ultima conversazione, l’ultima nostra discussione. D’altronde abbiamo sempre avuto opinioni differenti, noi due. Mi dicevi che non ti interessava il problema della fame nel mondo. “Per ogni problema c’è una sola soluzione”, dicevi tu. Pensavo che fossi insensibile, non sapevo che fossi arrabbiato. “É che non si dovrebbe promettere sapendo di non poterlo fare”, dicevo io.
Pensavo che loro si impegnassero, invece sono indifferenti. Pensavo che tu fossi insensibile, invece eri arrabbiato. Sto ripensando al tuo ultimo discorso. Mi raccontavi di essere entrato nelle dimore dei cardinali senza averci trovato povertà. Camminasti fra di loro, li guardasti in faccia e perdesti la traccia della verità. Vedendo quelle case – casette di 405, 415, 521 mq – immaginasti quanta gente ci sarebbe potuta entrare. Ti convincesti che le cornici, i soprammobili e le croci – il tutto rigorosamente d’oro – avrebbero riempito parecchie pance. Ti sforzavi di scansare con lo sguardo quelle regge con fontane, archivi fotografici, affreschi antichi, quadri originali, cortili interni, archi, colonne. E terrazze, con le migliori viste su Roma. Un po’ troppo in alto, forse, per accorgersi delle persone che dormono sui marciapiedi. “Un po’ troppo lontano per ricordarsi da dove si viene”, dicevi tu.
Un cardinale guadagna 5.000 euro al mese, comprensibile dunque che la presunta devozione si trasformi in sacrificante lavoro. “Ognuno quando diventa anziano dovrebbe avere il sostentamento per stare tranquillo”, si giustifica uno di loro in una trasmissione televisiva. “L’hai vista quella trasmissione?”, mi chiedevi. “Troppo erti verso il cielo per riuscire a chinarsi sulla terra?” “Troppo stronzi perché Dio resista a prenderli a calci in culo”. Pretendono la tranquillità, insomma. E la ottengono da quando firmano il contratto di lavoro, per intenderci. Sconti su abbigliamento, prodotti alimentari, carburante, addirittura sulle sigarette. Facilitazioni, le chiamano. E poi affitto e manutenzione a costo zero. A costo di campare sulle vite dei poveri. Da ogni 10 euro delle offerte per loro, ne vengono infatti sottratti 8 per questo. E ancora, i cardinali hanno circa tre suore a testa con il compito di accudirli. “Vuole accudirmi lei?”, provoca così uno di loro a Le iene.
Però a questo punto mi sto confondendo, chi sarebbero le iene? ☺
Sto ripensando alla nostra ultima conversazione, l’ultima nostra discussione. D’altronde abbiamo sempre avuto opinioni differenti, noi due. Mi dicevi che non ti interessava il problema della fame nel mondo. “Per ogni problema c’è una sola soluzione”, dicevi tu. Pensavo che fossi insensibile, non sapevo che fossi arrabbiato. “É che non si dovrebbe promettere sapendo di non poterlo fare”, dicevo io.
Pensavo che loro si impegnassero, invece sono indifferenti. Pensavo che tu fossi insensibile, invece eri arrabbiato. Sto ripensando al tuo ultimo discorso. Mi raccontavi di essere entrato nelle dimore dei cardinali senza averci trovato povertà. Camminasti fra di loro, li guardasti in faccia e perdesti la traccia della verità. Vedendo quelle case – casette di 405, 415, 521 mq – immaginasti quanta gente ci sarebbe potuta entrare. Ti convincesti che le cornici, i soprammobili e le croci – il tutto rigorosamente d’oro – avrebbero riempito parecchie pance. Ti sforzavi di scansare con lo sguardo quelle regge con fontane, archivi fotografici, affreschi antichi, quadri originali, cortili interni, archi, colonne. E terrazze, con le migliori viste su Roma. Un po’ troppo in alto, forse, per accorgersi delle persone che dormono sui marciapiedi. “Un po’ troppo lontano per ricordarsi da dove si viene”, dicevi tu.
Un cardinale guadagna 5.000 euro al mese, comprensibile dunque che la presunta devozione si trasformi in sacrificante lavoro. “Ognuno quando diventa anziano dovrebbe avere il sostentamento per stare tranquillo”, si giustifica uno di loro in una trasmissione televisiva. “L’hai vista quella trasmissione?”, mi chiedevi. “Troppo erti verso il cielo per riuscire a chinarsi sulla terra?” “Troppo stronzi perché Dio resista a prenderli a calci in culo”. Pretendono la tranquillità, insomma. E la ottengono da quando firmano il contratto di lavoro, per intenderci. Sconti su abbigliamento, prodotti alimentari, carburante, addirittura sulle sigarette. Facilitazioni, le chiamano. E poi affitto e manutenzione a costo zero. A costo di campare sulle vite dei poveri. Da ogni 10 euro delle offerte per loro, ne vengono infatti sottratti 8 per questo. E ancora, i cardinali hanno circa tre suore a testa con il compito di accudirli. “Vuole accudirmi lei?”, provoca così uno di loro a Le iene.
Però a questo punto mi sto confondendo, chi sarebbero le iene? ☺
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