Telenovele nostrane
19 Febbraio 2020
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Telenovele nostrane

Gennaio è quasi terminato, ma da Palazzo Moffa non si hanno notizie circa l’approvazione del nuovo piano sociale regionale. Se ne sono perse le tracce, tra le beghe interne dell’attuale maggioranza. La sua approvazione è attesa dagli ambiti territoriali locali e soprattutto dai cittadini, i quali rischiano di ritrovarsi privi dei servizi e delle tutele sociali necessarie. Trattandosi di fasce deboli e socialmente esposte (minori, persone con disabilità, stranieri, donne vittime di violenza), questa attesa è assolutamente ingiustificata. La morsa intorno all’Assessorato alle Politiche Sociali ed al suo rappresentante Luigi Mazzuto, esponente della Lega, si sta facendo stretta e gli equilibri interni alla maggioranza sono mutevoli come i venti invernali. Qualsiasi colpo di scena è dietro l’angolo.

C’è una fetta di popolazione alla quale però questi giochi da tavola non interessano, ed è la parte che quotidianamente sulla propria pelle vive le inefficienze di governo, e l’ incapacità delle scelte politiche di andare incontro alle esigenze degli amministrati.

Parlando di diritti delle persone con disabilità, nei giorni scorsi sono state pubblicate in gran parte degli ambiti territoriali molisani le graduatorie del bando sulle non autosufficienze. Gli esiti degli avvisi pubblici sono stati proprio quelli lamentati dalle associazioni di categoria nello scorso luglio.

Nella Regione Molise esiste una categoria di persone con disabilità completamente priva di tutela sociale, vale a dire quella delle persone con disabilità fisica, prive di autonomia, ma non abbastanza gravi per accedere al bando per le non autosufficienze. Per queste persone l’accesso al mercato del lavoro è estremamente complicato, perché le aziende preferiscono non assumere lavoratori con disabilità, e la piena inclusione sociale è una chimera, in quanto sono costrette a dipendere quasi completamente dagli altri, i quali nella maggior parte dei casi sono familiari.

È così difficile per una assemblea legislativa cercare di trovare le risorse per dare dignità e diritti a queste persone, ad esempio finanziando la legge sulla vita indipendente oppure rivedendo i criteri di selezione per il bando sulle non autosufficienze, trovando un criterio più giusto e più coerente con i diritti di tutti i cittadini? Non dovrebbe essere questo il ruolo del legislatore regionale?

Quale affidabilità per i cittadini può mai avere una maggioranza che, intrappolata nelle proprie preoccupazioni elettorali, posticipa l’approvazione di uno strumento strategico quale il piano sociale regionale?

Nell’attesa di scoprire come finirà la telenovela dell’esecutivo regionale, queste domande pesano come macigni.☺

 

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