Caregiver in molise
Il 6 agosto scorso presso il Consiglio Regionale è stata presentata una proposta di legge, contraddistinta con il n. 74 del Registro Amministrativo delle iniziative legislative della XIII Legislatura, concernente: “Disposizioni legislative per il riconoscimento e il sostegno del caregiver familiare” a firma della consigliera Passarelli.
In Italia, la figura del caregiver familiare, ossia la “persona che assiste e si prende cura di specifici soggetti” viene riconosciuta dalla leg- ge di bilancio 2018 (articolo 1, commi 254-256, Legge n. 205 del 2017), ed in particolare al comma 255. Un’ulteriore definizione si ritrova nella legge 76/2016, che invece in maniera più dettagliata definisce caregiver “chi si prende cura di un familiare o di un affine entro il secondo grado, ovvero, in presenza di un handicap grave, di un familiare entro il terzo grado che, a causa di malattia, infermità o disabilità, anche croniche o degenerative, non sia autosufficiente e in grado di prendersi cura di sé, sia riconosciuto invalido in quanto bisognoso di assistenza globale e continua di lunga durata, o sia titolare di indennità di accompagnamento”.
La legge di bilancio 2018 ha contestualmente istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri un Fondo per il sostegno del titolo di cura e di assistenza del caregiver familiare, con una dotazione iniziale di 20 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2018-2020, da ripartire alle Regioni per il sostegno di interventi legislativi volti a riconoscere il valore sociale ed economico di tale attività di cura non professionale.
Le risorse, destinate alle Regioni, per interventi di sollievo e sostegno destinati al caregiver familiare devono essere utilizzate dando priorità ai caregiver di persone in condizione di disabilità gravissima, utilizzando i medesimi criteri per la non autosufficienza; ai caregiver di coloro che non hanno avuto accesso alle strutture residenziali a causa delle disposizioni normative emergenziali, comprovata da idonea documentazione; a programmi di accompagnamento finalizzati alla deistituzionalizzazione e al ricongiungimento del caregiver con la persona assistita.
In questa fase, il ruolo delle Regioni è cruciale ed è importante che per la prima volta venga posto il problema del riconoscimento delle tutele del caregiver familiare.
La proposta di legge molisana prevede che al caregiver venga rilasciato un ap- posito tesserino identificativo o una certificazione sociale denominata “Card del Caregiver”. La Regione dovrà promuovere azioni di sostegno in favore del caregiver familiare, integrandosi con gli organismi di rappresentanza degli enti del Terzo settore e dei caregiver familiari nonché con le parti sociali, ponendo in essere attività di formazione per il corretto svolgimento della funzione di cura ed assistenza; supporto psicologico per il conseguimento e il mantenimento del benessere e dell’equilibrio personale e familiare, nonché per prevenire l’isolamento e i fattori di rischio di stress psico-fisico legati all’attività sociale prestata; l’attivazione di forme di facilitazione nel disbrigo di pratiche amministrative svolte nell’interesse dell’assistito o del caregiver familiare a cui è stata rilasciata la scheda di riconoscimento del proprio status.
Il testo prevede uno stanziamento complessivo di 800.000 euro per gli anni 2026 e 2027, finanziati attraverso il Programma Operativo Regionale FSE+. Per gli anni successivi, gli oneri saranno coperti dal bilancio regionale.
Si auspica che il Consiglio Regionale apra la discussione sulla proposta di legge alle associazioni territoriali ed ai familiari, partendo dal presupposto che le principali esigenze dei caregiver sono legate non tanto al disagio psicologico e/o all’incapacità di gestire la persona che si assiste, quanto al carico di lavoro familiare, alla mancanza di prospettive per il futuro, al difficile accesso alle risorse destinate alla non autosufficienza, alla possibilità di poter vivere serenamente il proprio tempo.
L’idea di fondo è che bisogna che il caregiver possa offrire alla persona che assiste il proprio tempo migliore, non solo una routine quotidiana fatta di stanchezza e solitudine. Bisogna supportare il caregiver come persona a sé e non come sostituto dello Stato sociale.☺
