Per un rilancio del territorio
7 Ottobre 2025
laFonteTV (3895 articles)
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Per un rilancio del territorio

L’uscita di questo numero de la fonte coincide con l’avvio della campagna di raccolta delle olive nel Molise, e, a Larino, la “Città mondiale della biodiversità olivicola” e “Culla delle città dell’olio”. anche con l’ apertura de la Fiera d’Ottobre. La manifestazione che festeggia i suoi 282 anni e aspetta solo un timbro e una firma per essere la Fiera regionale del Molise. La Fiera, che – come suggeriva il presidente dell’Associazione degli ex consiglieri regionali del Molise, Gaspero Di Lisa – ha tutto per diventare la Fiera della biodiversità e, visti i tempi anticipati della raccolta delle olive, anche del Primolio, e un modo per ridare ad essa il ruolo e prestigio conquistati, grazie alla transumanza, nel corso dei suoi tre secoli di vita. Una svolta necessaria per rapportarla, con adeguati e doverosi aggiornamenti, ai mutamenti avvenuti negli ultimi decenni. Una grande occasione per il Molise, la regione che vanta, con la biodiversità, il primato anche della ruralità; per Larino, che continua a non capire le potenzialità del comparto più importante della sua agricoltura, l’olivicoltura.
Una fortuna che permette di segnare il suo paesaggio unico con le dolci colline affascinate dall’Adriatico poco lontano. Un paesaggio che merita di essere inserito nell’elenco dei Paesaggi rurali italiani. L’ olivicoltura la grande risorsa sulla quale puntare per ridare a Larino, con il prestigio del suo olio “Gentile”, la voglia di tornare, con questo stupendo spirito del luogo, Genius loci, a essere un punto di riferimento. Pensare a un “Museo regionale dell’Olivo e dell’ Olio” e alla “Università dell’Olivo e dell’Olio del Mediterraneo”, da affiancare all’ UNIMOL e all’Istituto agrario “S. Pardo”. Occasioni, anche, per recuperare le tante strutture abbandonate, a partire dalla bella Villa Petteruti.
E, oggi che Larino è al centro del mondo con le sue tre varietà di olivo, vale ancor più l’idea di un “Parco Nazionale della Biodiversità olivicola” da allestire sui terreni comunali in contrada bosco. Impegnarsi per ospitare “Olio Evo Molisano”, Distretto del cibo, mettendo a disposizione una sede. Pensare, con il Distretto, le organizzazioni professionali, associative e cooperative, il coordinamento regionale delle Città dell’Olio, la Camera di Commercio e l’Ente di Sviluppo agricolo regionale a dare al Molise altre due Indicazioni geografiche, entrambe Dop: “Aurina di Venafro”, che ricorda la storia della qualità dell’olio italiano sin dal tempo dell’antica Roma: “Gentile di Larino”, la varietà più diffusa del Molise. Ricordarsi che una Indicazione geografica, sia essa Dop o Igp, ha bisogno di un consorzio di tutela. Solo puntando di nuovo su questa primaria risorsa, Larino può tornare ad essere, come un tempo, punto di riferimento. L’olivo e l’olio “Gen- tile” una opportunità, ancor più se si realizza il “Parco nazionale della Biodiversità olivicola“, quale fonte di richiamo dell’ oleoturista, utile per definire un piano di sviluppo turistico con la sua immagine di “piccola Roma” e le importanti risorse storico-culturali; le sue antiche tradizioni e recenti manifestazioni di grande successo, come il Carnevale e le Luminarie; la sua Fiera di Ottobre, accompagnata dalle Fiere mensili ricorrenti nell’anno; il compatto centro storico con la bellissima cattedrale e le altre chiese, il Palazzo Ducale e le strette viuzze, una delle quali porta alla minuta casa che ha accolto, pochi giorni la chiusura del Concilio di Trento (1563) il primo “Seminario della cristianità”.
Non si dimentichi l’Anfiteatro, la misteriosa Villa Zappone e il Convento dei cappuccini, il primo aperto nel Molise: serve un piano di sviluppo turistico, sostenuto da adeguate strategie, per dare forza alle radici delle nuove generazioni e, con esse, costruire un nuovo domani per Larino ed il Molise. Un territorio – mi dicono – nelle mani del dio denaro, sempre più affamato di territorio per l’installazione di pali eolici e pannelli solari a terra. Un territorio che perde le sue naturali vocazioni, quali l’agricoltura, a partire dalle Piane di Larino. Una vera e propria distruzione di paesaggio e ambiente, a partire dalla prima fondamentale energia vitale qual è il cibo. Lo stesso dio che sta pensando di dare altra acqua alla Puglia, questa volta del Biferno. Un furto di territorio e di acqua, che rischia di cancellare il Molise, proprio quando aveva la possibilità di sfruttare il suo unico grande tesoro, il territorio. La Larino turistica, ancor più se viene realizzata la “Stalla di S. Pardo”, dedicata alla biodiversità bovina italiana, necessaria per dare continuità alla festa e utile per essere un centro di attività a forte richiamo di scolaresche e di tecnici.
Idee e iniziative che portano a recuperare strutture di valore per realizzare il progetto di rilancio della città frentana e renderla esempio e voglia di rilancio dell’intero Molise.☺

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